Valeria Ghirimoldi: in 5 anni già in Serie A

La prima cosa che viene in mente di lei è “portiere per caso” come ci confesserà lei stessa, ragazza tenace che in cinque anni è passata dal debutto assoluto nell’hockey fino all’esordio in campo europeo con la maglia delle Eagles Bolzano. Ci siamo fatti raccontare da lei emozioni e sensazioni di questa bella avventura.

(intervista, com. stampa  WIHIN) – In 2 parole raccontaci chi sei

Sono Valeria, ho 24 anni e abito a Rovello Porro. Mi mancano due esami per laurearmi in Comunicazione Digitale e al momento sto dedicando tutto il mio impegno allo studio.
Vivo con mia mamma e mia sorella e abbiamo due splendidi cagnoloni che mi impegnano non poco, soprattutto quando vogliono correre e giocare ma fuori piove.
Chi sono è molto semplice: sono una persona che quando si impegna lo fa al 100%, amo il mio sport e adoro i miei compagni di squadra; credo che la lealtà e la sincerità siano valori basilari e soprattutto credo fermamente che affrontare la vita con il sorriso sia sempre una carta vincente.

Da quanto tempo giochi a hockey su ghiaccio?

Ho iniziato a giocare a hockey nel 2008, come difensore, nella seconda squadra dei Diavoli Rossoneri. Dopo avermi accolta anche se non stavo quasi in piedi mi hanno insegnato davvero tanto. Circa un paio d’anni dopo, una sera all’allenamento non avevamo il portiere, così mi sono detta “perché no?” ho provato… ed è stato amore! Già quando ero un po’ più piccola mi aveva incuriosita l’hockey. Al palazzo di Casate avevo visto la foto delle Halloween e avrei tanto voluto iniziare a giocare, ma poi per svariati problemi non ci sono mai riuscita. Una volta avuta la patente però sono corsa a Sesto e ho trovato la squadra in cui tuttora gioco e che partecipa al campionato amatoriale Memorial Emanuele Formica. Tantissime volte gli amici mi chiedono: “ma ti fai tutta quella strada per andare ad allenarti?”. Eh si, quando qualcosa ti appassiona veramente fare dei sacrifici non è poi così pesante.

La tua esperienza in EWCC con l’EVBozen 84: come, dove, quando, con chi…

Quest’anno oltre all’esperienza tutta nuova della serie A assieme alle “mie” BlackWidows ho avuto la fortuna di partecipare con l’EVBozen 84 all’EWCC. Ci sarebbero tantissime cose da dire, ma credo che la parola incredibile riassuma a dovere questa avventura.
Le ragazze sono state da subito molto gentili, mi hanno coinvolta e fatta sentire parte del gruppo anche se non mi avevano mai vista. Ci tengo a ringraziare nuovamente il Sig. Klotz per avermi contattata e Coach Fedrizzi per avermi dato spazio in partita sia a Bolzano sia a Dornbirn; devo ammettere che esordire a quei livelli è unico. Avevo immaginato che sarebbe stato emozionante, ma provarlo è davvero tutta un’altra cosa.

Perché l’hockey femminile in generale stenta a farsi amare dal grande pubblico?

Mi rendo conto purtroppo che l’hockey è molto poco seguito, anche ai massimi livelli.
Credo sia una pecca del nostro paese: quello che non è calcio viene un po’ snobbato dal pubblico. Moltissime volte quando mi chiedono che sport pratico e rispondo “hockey” mi viene chiesto “ma perché, esiste addirittura l’hockey femminile?”. Eh sì, esiste e noi ci impegniamo per farlo conoscere il più possibile, in modo che tante altre ragazze possano innamorarsi di questo magnifico sport.

Un saluto e un augurio alle Atlete femminile dell’hockey italiano

Vorrei salutare tutte le compagne e in generale tutte le ragazze con cui ho avuto il piacere di confrontarmi, con l’augurio, e la speranza, che l’hockey femminile trovi finalmente lo spazio che merita. Ci si vede sul ghiaccio!