NHL: Western Conference Preview

NHL: Western Conference Preview

CENTRAL DIVISION
di Luca Tommasini 

La Central Divison è uno dei raggruppamenti che ha fatto sicuramente meglio nella stagione 2011/12: insieme all’Atlantic, infatti, è l’unica Division ad aver portato ai playoff ben quattro squadre su cinque.
Partiamo con i St. Louis Blues, che l’anno scorso hanno vinto la Division con 109 punti e hanno anche sfiorato il President Trophy. I ragazzi di coach Ken Hitchcock, che al termine della stagione ha vinto anche il Jack Adams Award, premio per il miglior allenatore, sono arrivati però soltanto alle semifinali di Conference: dopo aver battuto gli Sharks ai quarti con un 4 a 1 nella serie, sono poi stati investiti da un sonoro 4 a 0 inferto dai Los Angeles Kings, che avrebbero poi vinto la Stanley Cup. I movimenti di mercato dei Blues riguardano soprattutto il mantenimento del blocco offensivo: T.J. Oshie ha rinnovato per cinque anni, così come David Perron per quattro stagioni. Dopo essere sbarcato a St.Louis nel 2011, inoltre, Jamie Langenbrunner ha firmato per un altro anno con la casacca dei Blues. E’ arrivata anche la firma di Vladimir Tarasenko, sedicesima scelta nel Draft del 2010 e proveniente dallo Ska St. Petersburg. Non viene confermato invece il centro Jason Arnott, mentre il difensore Carlo Colaiacovo, lasciato andare come free-agent, è stato ingaggiato da Detroit. I Blues potranno contare ancora su Brian Elliot, goalie con meno reti al passivo nella Lega nel 2011/12. Movimenti anche negli uffici amministrativi: il presidente John Davidson lascia la carica, per andare ad occupare la sedia più importante in quel di Columbus. Con un capitan David Backes come quello della passata stagione, St.Louis potrà certamente sperare di far bene anche in questo “mini”-campionato.

Proseguiamo con i Nashville Predators, secondi l’anno scorso con 104 punti: la corsa ai playoff dei Predators si è fermata in semifinale, contro i Coyotes, dopo avere eliminato i Red Wings ai quarti.
Una post-season decisamente poco stellare per i Predators, che hanno perso la coppia difensiva composta da Ryan Suter, partito per il Minnesota, e Shea Weber: i due l’anno scorso avevano raccolto la bellezza di 95 punti in due. Perso anche Jordin Tootoo, che ha fatto le valigie direzione Detroit. I ragazzi di Barry Trotz hanno però confermato tre elementi del reparto offensivo, Paul Gaustad, Colin Wilson e Sergei Kostitsyn. In più, per cercare di ovviare alla partenza di Suter e Weber, è stato messo sotto contratto il trentatreenne Scott Hannan, a Calgary nella stagione passata. Chiudiamo infine con i goalie: a difesa della scatola resterà Pekka Rinne, mentre fa le valigie verso Tampa Bay il backup Anders Lindback, sostituito dal ritorno a Nashville di Chris Mason.

I Detroit Red Wings, terzi l’anno scorso nella Central con 102 punti, non hanno certamente vissuto la loro stagione migliore: ai playoff infatti si sono visti eliminare al primo turno dai Predators.
Detroit si appresta ad affrontare il primo campionato dopo 22 anni senza un pezzo di storia, capitan Nicklas Lidstrom, ritiratosi al termine della stagione passata. Una perdita inestimabile, a cui si aggiunge anche la partenza di Brad Stuart, direzione San Jose: per questo, intanto, è stato messo sotto contratto il free-agent Carlo Colaiacovo, ex Blues. In arrivo da Nashville anche Jordin Tootoo, mentre cambia aria anche Jiri Hudler, partito per il Canada, destinazione Calgary. Il suo sostituto sarà Mikael Samuelsson, che torna a Detroit dopo tre anni a Vancouver e uno in Florida, sponda Panthers. Messo sotto contratto anche lo svizzero Damien Brunner, alla sua prima esperienza nel massimo campionato nordamericano dopo quattro anni all’EV Zug, in LNA. Il backup di Jimmy Howard, infine, sarà Jonas Gustavsson, prodotto del vivaio di Toronto. Al di là di tutto, però, i Red Wings hanno ancora i tre assi nella manica per fare più che bene anche in questa stagione: Henrik Zetterberg, che eredita da Lidstrom la “C” di capitano, Pavel Datsyuk e Valtteri Filppula, che nel 2011/12 hanno raccolto insieme ben 202 punti.

E’ la volta dei Chicago Blackhawks, che hanno fatto più fatica del previsto a centrare i playoff nella stagione scorsa, terminando con 101 punti al quarto posto in Division. Ai playoff, comunque, i ragazzi di coach Joel Quenneville sono stati eliminati al primo turno dai Coyotes. In gara 3 della sfida con Phoenix, però, i Blackhawks hanno perso per un brutto infortunio alla testa Marian Hossa, caricato brutalmente da un gesto criminale di Raffi Torres. Hossa comunque ha recuperato a pieno ed è pronto a partire in questo nuova corta stagione. In difesa i tifosi italiani, soprattutto bolzanini, non potranno non avere un occhio di riguardo per Niklas Hjalmarsson, l’asso svedese che con la maglia dei Foxes ha incantato i palazzetti della Serie A durante il lockout. Nel reparto arretrato, comunque, Chicago ha messo sotto contratto anche Sheldon Brookbank e Michal Rozsival. Mercato quindi abbastanza statico per la franchigia dell’Illinois, che punta ancora sullo zoccolo duro composto dagli uomini che hanno vinto la Stanley Cup 2009/10 per ritrovare il successo.

Concludiamo con i Columbus Blue Jackets, senza dubbio le pecore nere della Central Division l’anno scorso. Una stagione da dimenticare quella 2011/12, conclusa all’ultimo posto nella Lega con soli 65 punti raccolti. Si riparte quindi da John Davidson, che dopo aver lasciato St. Louis sbarca a Columbus come “president of hockey operations”. Si riparte anche da coach Todd Richards, arrivato a sostituire Scott Arniel a gennaio e pronto a partire per la sua prima stagione “intera” alla guida dei Blue Jackets. Come prevedibile, la franchigia di Columbus ha perso dopo 10 anni Steve Nash: la trade, vera e propria telenovela dell’estate, si è conclusa a favore dei New York Rangers. Nella trade, insieme a Nash, anche il giovane Steven Delisle e un possibile third round pick nel 2013 NHL Draft: in cambio Columbus ha ottenuto dai Rangers Artem Anisimov, Brandon Dubinsky e Tim Erixon, oltre che il 2013 first round draft pick. Un’operazione volta quindi a rendere più competitivo l’intero roster, pur rinunciando a un giocatore del calibro di Nash. Dai Flyers arriva intanto il goalie Sergei Bobrovsky, che se la giocherà con Steve Mason per un posto da titolare. Da Ottawa arriva l’ala sinistra Nick Foligno, nella trade che ha visto il difensore Marc Methot diventare un Senator. Messo sotto contratto infine anche Adrian Aucoin, per rinfoltire l’esperienza nel pacchetto arretrato. Una sorta di rivoluzione quindi, che dovrà fare tornare la passione ai tifosi e dovrà soprattutto servire per rifarsi da una pessima stagione.

 

NORTHWEST DIVISION
di Miki Faella 

Iniziamo dando lustro ai Vancouver Canucks,autentici mattatori divisionali visto che negli ultimi 4 anni non hanno lasciato nemmeno le briciole ai diretti concorrenti,sempre alla ricerca della giusta quadra per insidiare non solo il team della BC ma anche un posto al sole in post-season. I Canucks nella stagione passata ha bissato il prestigioso President Trophy,quale miglior team della Lega durante la regular season salvo crollare sotto i colpi dei futuri campioni di LA nei quarti di finale e,dopo la riconferma meritata quale head coach ad Alain Vigneault,la dirigenza Canucks sta tutt’ora affrontando l’annosa questione legata a Roberto Luongo:il portierone canadese nell’ultima stagione ha scricchiolato a più riprese accomodandosi in panca preferito a Cory Schneider (riconfermato con 4mln$ per tre anni)relegando di fatto il goalie d’origine italiana a cercare un comodabile team pronto ad accollarsi il suo stipendio a tanti zeri (con qualche star di certo in uscita) mentre se il tutto si risolvesse con un nulla di fatto, i Canucks avrebbero il duo di goalie del maggior potenziale in circolazione. Il team grossomodo ha mantenuto il proprio assetto con pochissimi movimenti nel periodo di fermo contando su uno stellare gruppo guidato dai fenomenali gemelli Sedin che assieme a Kesler,Burrows e Raymond (solo per citarne qualcuno) formano un pacchetto di prim’ordine con Bieksa ed Hamius a far da guardia al fortino Canucks.

Arrivati secondi in division ma lontani dalla corsa playoff,i Calgary Flames ripartono dal coach dei miracoli Bob Hartley e la sua chiara impronta di gioco basata su armonicità e spettacolo on ice con i monumentali Capitan Iginla ed iron-man Kiprusoff a dar il proprio determinante contributo senza dimenticare e valorizzare il lavoro svolto dal front office che ha portato per i Flames Wideman,Hudler e soprattutto Cervenka a dar manforte al team dell’Alberta che assieme ai vari Tanguay,Cammalleri e Bouwmeester possono di certo puntare deciso ai playoff togliendosi al contempo stesso qualche soddisfazione in più.

Ad un tiro di schioppo dai Flames nella scorsa annata,i Colorado Avalanche iniziano nel segno del suo giovane capitano Gabriel Landeskog (vincitore del Calder Trophy come miglior esordiente) quale chiara impronta della società nel puntare deciso sulla propria linea verde:non c’è reparto in cui il gran balzo non venga atteso iniziando da Varlamov tra i pali coperto alla grandissima da Giguere mentre in difesa i talenti di Johnson,O’Brien ed Hejda daranno certamente un validissimo contributo alla difesa dello slot mentre la fase offensiva è la vera punta di diamante:coach Joe Sacco dovrà continuare nel buon lavoro fin qui svolto (eccetto lo sgretolarsi sul finire di stagione) iniziando proprio dal talentuoso svedese che con Duchene potranno garantire rosee stagioni al team delle valanghe assieme ai navigati Hejduk,Downie e Stastny ancora letali in attacco in attesa della definitiva consacrazione di O’Reilly e Parenteau (uno dei pochi colpi della dirigenza assieme a Zanon e Mitchell) nel futuro del roster.

I Minnesota Wild (quarti nel 2011/2) ripartono col botto degli acquisti a tanti zeri nei rispettivi conti di Ryan Suter(D) e Zach Parise(LW) per cercare di smuoversi dalle polveri bagnate in cui nuota la truppa di coach Mike Yeo da qualche annetto a questa parte;l’apice in negativo è stata la disastrosa scorsa stagione a livello infortuni patiti dai Wild col team ampiamente rimaneggiato,restando in attesa del pronto riscatto dei vari M.Koivu,Heatley e Bouchard (deludenti su tutta la linea) con l’ennesimo banco di maturità per Setoguchi,Latendresse e Gilbert in attesa di veder all’opera a queste latitudini la promessa Mikael Granlund in NHL col suo connazionale Nick Backstrom a ritrovare il suo antico splendore in gabbia.

Sempre in continua evoluzione troviamo (e chiudiamo) con gli Edmonton Oilers guidati dal coach rossocrociato Ralph Kruger col mix esplosivo di giovani talentuosi arrivati direttamente dagli ultimi draft (nell’ordine)con Yakupov,Nugent-Hopkins ed Hall a rappresentare il futuro del team dell’Alberta che con Eberle,Gagner ed Hemsky formano un gruppo entusiasmante con gli eterni Smyth ed Horcoff a dar il loro inesauribile apporto mentre i grattacapi maggiori potrebbero arrivare dai reparti difensivi:il tandem di goalie rappresenta la punta dell’iceberg con Devan Dubnyk quale partente mentre una vecchia volpe come Khabibulin può essere ancora croce e delizia specialmente con poche partite sul groppone ma il loro compito sarà tutt’altro che agevole con una difesa assolutamente da reinventare con i soli Whitney e N.Schultz a dar peso e forza mentre il resto rimane oblio col talentuoso ex-collegiate Justin Schultz atteso sin da subito al salto di qualità.

Le aspettative ed il potenziale ci sono tutte per una division incerta,competitiva ed appassionante così come le speranze ed il talento espresso da ogni singolo team ma solo all’ultimo secondo della stagione si tireranno le somme sia in positivo sia in negativo ma aspettiamo fiduciosi nel primo face off della stagione per tornare (finalmente!) alla dimensione reale del mirabolante mondo firmato National Hockey League.

 

PACIFIC DIVISION
di Giuseppe Poli 

Quando si parla di Pacific Division non si può non far riferimento alla cavalcata fatta durante i playoff da Kopitar e soci durante la scorsa stagione. 4 a 1 ai Canucks, 4 a 0 ai Blues, 4 a 1 a Phoenix e 4 a 2 ai Devils, in finale. In post season 16 partite vinte e solo 4 sconfitte. Stanley Cup meritatissima. E pensare che i Los Angeles Kings sono stati l’ultimo team a qualificarsi. 40-27-15, 95 punti, ultimo posto nella Western Conference con coach cambiato nel mese di dicembre. La frase “I have a dream” di Martin Luther King potrebbe tranquillamente essere stata pronunciata da coach Darryl Sutter, dopo aver avuto l’incarico. Quel sogno si è
avverato. Sutter la mente, Kopitar il braccio, Quick la saracinesca, è il giusto cocktail e la Stanley Cup è servita. Dopo la passata stagione sarà difficile, se non impossibile, ripetersi, ma sicuramente sull’onda dell’entusiasmo, LA ci riproverà.

Alla fine di una combattuta regular season la prima qualificata nella division, terzo posto nella Conference è stata Phoenix. 42-27-13, 97 punti. Nei playoff hanno superato Chicago 4 a 2, Nashville 4 a 1, ma sono stati eliminati dai campioni in carica, uscendo a testa alta, 4 a 1 nella serie. Dopo le voci di mercato di quest’estate, l’esser riusciti a confermare Doan e il goalie Mike Smith, può far fare sogni tranquilli a coach Dave Tippett.

Secondo posto, settimi in conference, 43-29-10, 96 punti, Joe Thornton e soci sono chiamati al pronto riscatto dopo una stagione sottotono, forse la peggiore negli ultimi anni. Nei playoff i San Jose Sharks sono usciti al primo turno, sconfitti per 4 a 1 nella serie con i Blues. L’anno scorso alla squadra di coach Todd McLellan è mancato il salto di qualità; sempre vicini al grande balzo, è venuto meno quel quid per ultimarlo e si sono ritrovati a lottare per la qualificazione alla post season fino all’ultima giornata. A San Jose sembrava mancare un difensore di peso, tassello ultimato nella scorsa stagione con l’arrivo di Burns dai Wild, in realtà è venuto a mancare anche il finalizzatore delle tante azioni create da ThorntonMarleau. In più c’è ancora l’incognita goalie: Niemi e Greiss saranno all’altezza?

Infine arriviamo ai due team che non si sono qualificati per la post season: Dallas e Anaheim.
I Dallas Stars ha dominato la division per gran parte della stagione ma sul più bello ha lasciato per strada qualche punto di troppo. 42-35-5, 89 punti. Decima squadra nella classifica di conference. Potrebbe essere per Loui Eriksson e Brenden Morrow, l’anno buono. Obiettivo di quest’anno, da non mancare assolutamente, i playoff.

Anaheim la squadra che è arrivata ultima nella division, tredicesima in conference, con 34-36-12, 80 punti. Coach cambiato nel corso della stagione con l’arrivo dai Capitals di Bruce Boudreau. Anche l’Italia ha avuto il piacere di osservare l’immensa classe di uno dei giocatori di punta del team: Nick Bonino, autore di una buona parte della stagione nel roster dell’Egna. Gli altri punti di forza il finlandese Saku Koivu e Teemu Selanne. Anche per i Ducks la parola d’ordine è una: playoff.

Ultime notizie
error: Content is protected !!