Lockout 2012: primi incontri coi mediatori e intanto Crosby e Stamkos pensano alla fuga

Lockout 2012: primi incontri coi mediatori e intanto Crosby e Stamkos pensano alla fuga

30/11: sono andati in scena i primi incontri tra le parti e gli organi di mediazione. Incontri avvenuti in modo separato, ovvero prima è toccato a Bill Daly incontrare i mediatori, dopodiché è stata la volta di un nutrito gruppo di giocatori e lo staff della NHLPA con ovviamente Donald Fehr in testa. Al termine dei colloqui del primo giorno, mercoledì, avvenuti a Woodbridge, in New Jersey, la NHL, tramite Daly, ha rilasciato in una nota trasmessa alla The Associated Press un semplice “no comment”, così come Fehr ha spiegato che “una delegazione di giocatori e lo staff della NHLPA hanno incontrato due mediatori della FMCS. Ci aspettiamo di riprendere le trattative giovedì”. Nulla trapela dagli incontri, come espressamente richiesto dal direttore del Servizio Mediazione, Cohen, due giorni orsono. Se non altro la buona notizia è che si ritornerà a discuterne in modo serio prossimamente.
Seconda parte degli incontri invece ieri, giovedì, e sempre un nulla di fatto. Le parti sono distanti, e a quanto pare irremovibili sulle loro posizioni, infatti dalle parole di Daly e Fehr unanimi cori di disappunto e frustrazione riguardo alla trattativa, tant’è che gli stessi mediatori hanno deciso di interrompere il discorso visto la fermezza delle opinioni e tornare a parlarne solo nel momento in cui una delle parti avesse una proposta o idee alternative a quelle precedentemente messe sulla scrivania. Bettman ha aggiunto che secondo lui il prossimo incontro avvenga con la presenza di un gruppo di proprietari e un gruppo di giocatori, lasciando fuori terze persone e staff, in modo che almeno facciano chiarezza su ciò che vogliono realmente. Dietro a questa volontà, che comunque ha le sue ragioni, si cela però il messaggio subliminale che forse Fehr non sia stato effettivamente chiaro coi suoi “clienti” e che pertanto andando a negoziare in prima persona riescano a dissipare qualche dubbio.
A tutto questo c’è da aggiungere che da più parti si ventila come imminente lo scioglimento della NHLPA, la così detta oltreoceano De-Certification, in modo tale da poter discutere singolarmente le questioni contrattuali coi proprietari, lo stesso discorso intrapreso da NBA e NFL gli anni scorsi, con risultati tutt’altro che incoraggianti, per dirla tutta col senno di poi ci hanno rimesso, ma pare sia la via più veloce per ricominciare, pare…
Altre news di questi giorni
– Una notizia che ha tenuto banco in queste ultime ore è stata quella di Sidney Crosby, uno sicuramente tra i più attivi nelle ultime settimane riguardo al CBA, che pare in procinto di lasciare gli USA per andare a giocare in Europa. Non ne ha mai fatto mistero, né lui né il suo entourage, di voler continuare a giocare nel periodo del lockout, ha ricevuto diverse offerte prima di ottobre da parte di team KHL, in particolare il Metallurg di Magnitogorsk, ma poi non se ne fece nulla, preferì aspettare lo svolgimento delle trattative. Forse le delusione per il mancato accordo e per lo stallo delle varie posizioni gli ha fatto cambiare idea, di fatti si è lasciato sfuggire, durante un training con altri colleghi in quel di Phoenix, che sta valutando offerte europee. Le voci più consistenti lo danno in procinto di andare in Svizzera, i nomi più gettonati sono Berna, Lugano e Zurigo, e ovviamente la KHL, pronta a ricoprirlo d’oro. A ragion veduta un top player, o forse sarebbe meglio dire IL top player per antonomasia, non per nulla Forbes ha stilato una classifica dei giocatori più pagati e Sid è al numero 1 con la bellezza di 12,7 m/$ frutto di una “paghetta” dei Pens di 8,7 m/$ più 4 m/$ dagli sponsor, Reebok, Tim Hortons e Gatorade, meriterebbe un palcoscenico stile “Bolshoi”, in fin dei conti è abituato a calcarne altri come Broadway, sembra però la sua intenzione sia quella di valutare soprattutto lidi svizzeri, e forse visti gli ultimi infortuni, anche parecchio gravi, che lo hanno attanagliato negli ultimi due anni preferisce non rischiare, soprattutto viste anche le lunghe trasferte e i lunghi spostamenti che compiono, su suolo sovietico e non, i team di KHL.
Altro in procinto di cambiare aria è Steve Stamkos, anche lui ormai deciso a cercare altri lidi per rimanere in forma e continuare a giocare come Sid, pure lui impegnato in questi giorni per il CBA e pure lui dello stesso parere che se entro un paio di settimane non si otterranno risultati dovrà prendere in considerazione l’opzione di andare a giocare in Europa. Nulla si sa delle sue intenzioni, però le mete più probabili potrebbero essere Svezia, Svizzera e KHL.
– I Phoenix Coyotes, rimarranno a Glendale, almeno fino al 31/01/2013. Infatti l’altra sera si è concluso un discusso consiglio comunale, per la quinta volta si è parlato dei Coyotes durante le riunioni, che ha deciso per quattro voti a due la concessione di un vero e proprio leasing al duo Leblanc e Jameson, quest’ultimo ex CEO dei S.Jose Sharks. In sostanza si tratta di un prestito ventennale di 324 m/$ per la locazione della Jobing.com Arena di Glendale a Jameson, che dal canto suo si è impegnato all’acquisto della franchigia entro i prossimi 30-60 giorni dalla NHL, titolare dei diritti dopo il fallimento del 2009 dell’ex proprietario Jerry Moyes, promettendo altre attività complementari oltre gli incontri di hockey. La vicenda lascia in primis sicuramente strascichi politici, infatti molti erano contrari ad un accordo simile e in gennaio si insedierà un nuovo consiglio, che già si sa, contrario alla presenza del team, ed in secondo luogo lascia l’amaro in bocca a città come Quebec City o Seattle che bramavano il rientro o l’esordio in NHL.
– Una bella notizia riguarda un’altra esibizione a scopo benefico che andrebbe in scena questa volta per raccogliere sovvenzioni per una fondazione che aiuta i bambini a cui è stato diagnosticato il cancro, sull’onda emozionale di quella appena disputata ad Atlantic City, per aiutare le famiglie colpite dall’uragano Sandy, tra le compagini che avrebbero dovuto disputare il Winter Classic, Toronto Maple Leafs e Detroit Red Wings, il prossimo 8 dicembre a Windsor, in Ontario, casa degli Spitfire. Steve Ott, Dan Cleary e Shawn Horcoff si sono fatti promotori tra i loro colleghi e subito si è messo in moto un bel meccanismo di partecipazione tra i colleghi, i vari John-Michael Liles, Mike Komisarek, Matthew Lombardi, Jamal Mayers, Ian White, Kyle Wellwood e Jonas Gustavsson per il team Leafs mentre il team Red Wings figurano Todd Bertuzzi, Justin Abdelkader, Jimmy Howard, Johan Franzen, Niklas Kronwall, Jonathan Ericsson, Darren Helm e Cory Emmerton. Oltre a questi figurano iscritti pure James Neal, Keith Yandle, Brenden Morrow, Thomas Vanek, Matt Martin, Ryan Wilson, Adam Burish, Matt Ellis, Vern Fiddler, Tom Gilbert, Jordan Leopold, Nick Schultz, Sergei Samsonov, Kevin Westgarth, James Wisniewski e Michael Leighton. Una platea di NHLers davvero invidiabile per uno scopo davvero molto nobile.
– Una brutta notizia riguarda invece il goalie di Minnesota Josh Harding a cui è stata diagnostica la distrofia muscolare. Tutto è partito un paio di mesi da fa, con capogiri, vertigini, problemi di vista e male al collo, dai controlli è poi emerso che si trattava di distrofia muscolare, una malattia di carattere neuromuscolare a carattere degenerativo e da subito ha iniziato i vari trattamenti di tipo aggressivo per contrastarla. I suoi compagni già se ne erano accorti che ci fosse qualcosa che non andava e poi lui ha ammesso il suo problema, stupore ed incredulità gli stati d’animo verso un uomo, prima di tutto, ed un compagno già bersagliato dalla sfortuna due anni fa quando si ruppe i legamenti del ginocchio e saltò l’intera stagione, il problema è che un ginocchio si ripara, una vita no. Tanti auguri per una ripresa, la partita più dura comincia ora, speriamo in uno shutout!
– Ultima news in ordine di tempo riguarda un sondaggio apparso su twitter che chiedeva a tutti i tifosi dei Flyers di boicottare il primo incontro in casa dei propri beniamini, vista la poca considerazione nei confronti dei tifosi, da parte della NHL e dei giocatori, e chissà altri non seguano la stessa idea.

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