Pajic: “Zozzoli e Di Marco esempio per i ragazzi della valle”

Pajic: “Zozzoli e Di Marco esempio per i ragazzi della valle”

All’Euro Ice Hockey Challenge di Lubiana abbiamo incontrato un tifoso speciale, tornato nella capitale slovena per supportare la propria nazionale ed in particolar modo il figlio, il numero 76 della rappresentativa di casa, Rok Pajic. Stiamo parlando di Murajica Pajic, ex colonna dello Jesenice ed ora head coach delle Aquile di Pontebba. Nell’ora di pausa tra la partita della nazionale italiana ed il big match fra Slovenia e Austria, lo abbiamo intervistato chiedendogli le sue impressioni sulla prima parte della stagione del team friulano.

Allora coach, iniziamo chiedendole un bilancio su questa prima parte della stagione delle Aquile. L’inizio è stato tremendo, però sembra che pian piano ci si stia rimettendo in carreggiata. La pausa internazionale è arrivata proprio dopo la seconda vittoria stagionale, contro il Fassa. Vittoria che, se in classifica cambia poco, in compenso pesa molto sul piano “morale”.

Sì, bisogna dire che secondo me siamo partiti davvero in ritardo con l’allestimento della squadra. Quando io sono arrivato, in agosto, non c’era proprio nessuno: poi, piano piano, abbiamo iniziato a muoverci sul mercato per reperire giocatori, cosa molto difficile specialmente per quanto riguarda gli Italiani. Di stranieri oggigiorno ce ne sono tanti, ma di giocatori italiani al livello della A1 ce ne sono davvero pochi. E quelli che abbiamo trovato, proponendo loro un contratto con le Aquile, non erano proprio entusiasti di venire a Pontebba, sapendo della crisi che sta attraversando la società. Inoltre, molti giocatori che hanno anche un altro lavoro non se la sono sentita di abbandonarlo per venire a Pontebba. Tutto questo ci ha creato dei grossi problemi, ritardandoci di molto nell’allestimento della squadra. Adesso siamo finalmente riusciti ad imbastire almeno tre linee; le prime sei-sette partite, giocate con una appena una dozzina di giocatori, sono state davvero dure. Sono sicuro che i miglioramenti si vedranno.

Con gli ultimi arrivi la squadra ha trovato maggiore solidità, sia in difesa che nel reparto offensivo.

Certamente. A due giorni dall’inizio del campionato siamo riusciti ad ingaggiare un terzino di peso ed esperienza invidiabili come Jan Platil, ma nonostante il suo curriculum non era il tipo di giocatore di cui avevamo bisogno. A quel punto ho deciso di non tenerlo in squadra, rischiando di rimanere con soli due terzini d’esperienza, Guren e Urquhart, prendendo invece un altro attaccante, Petr Sachl. Questo perché, nonostante avesse il contratto, Watson non si è presentato. Anche questo “ripensamento” ci sta creando non pochi problemi.

“La speranza è l’ultima a morire”, oppure, ormai, anche se Watson dovesse farsi vivo, sceglierebbe di proseguire senza di lui?

Mah, lui non risponde, il suo agente neanche… Non credo proprio che cambierà idea proprio adesso.

Con Sachl l’attacco ha ritrovato energia. Lo Russo, in prestito dal Milano, supporterà invece la difesa.

Lo Russo è un giocatore davvero interessante e devo ringraziare il Milano che ci è venuto incontro. Con Gorza va a formare una bella coppia di terzini. Guren e Urquhart sono ottimi giocatori, forti fisicamente e mentalmente. “Tocchiamo ferro”, come si dice in Italia, e speriamo che nessuno si faccia male e la stagione prosegua per il meglio.

Murajica Pajic

A lei va il merito di aver inserito con continuità i primi frutti del vivaio friulano. Ruben Zozzoli e Nicola di Marco si sono già fatti notare e il primo si è tolto la soddisfazione di segnare la sua prima rete in serie A ad un goalie NHL come Andrew Raycroft.

Io non guardo mai al nome, alla carriera o alla provenienza del giocatore, e il caso Platil l’ha dimostrato. Io guardo a cosa ha bisogno la squadra, a chi dà il massimo per il team. Sono molto felice per loro, anche perché possono essere davvero d’esempio per gli altri ragazzi delle giovanili.

Un’annata del genere, praticamente senza aspettative se non la salvezza, fornisce l’opportunità di schierare i giovani del vivaio, facendo fare loro esperienza nella massima serie. In altre situazioni, questi sarebbero relegati “a tempo indeterminato” alla terza o addirittura quarta linea, scendendo sul ghiaccio a partita quasi sempre già decisa.

Io spero che la loro presenza in prima squadra sia da volano per l’hockey nella valle. Spero che i loro risultati porteranno ad una crescita del movimento hockeystico friulano: il nostro sport non è ancora così radicato in Val Canale e in Canal del Ferro e i giovani che decidono di dedicarsi all’hockey sono davvero pochi. Forse anche perché nelle scorse stagioni questi sapevano di non avere uno sbocco in prima squadra. Ora invece voglio dimostrare a tutti che, se ci si impegna seriamente e si dà il massimo, si arriva anche in massima serie.

Un ringraziamento a Murajica Pajic e alla società per la cortese disponibilità.

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