NHL:Hall Of Fame 2012 (2a Parte)

NHL:Hall Of Fame 2012 (2a Parte)

La seconda parte della entrata nella Hall Of Fame di quest’anno inizia con una vera icona dell’hockey non solo europeo: The Russian Rocket Pavel Bure (Ala Destra).

Pavel inizia prestissimo ad avvicinarsi all’hockey su ghiaccio ma i primi risultati non sono eclatanti;entra a fatica nella sezione giovanile della CSKA di Mosca per via di un fisico non proprio imponente ma con tantissima passione e dedizione riesce a ritagliarsi uno spazio tra i grandi per le sue armi migliori:velocità e fiuto per il gol. All’interno del mitico club moscovita,così come nella gloriosa Unione Sovietica,Pavel si ritaglierà presto uno spazio di rilievo e quando si trova tra le linee dei Signori del ghiaccio come Sergei Fedorov,Alexander Mogilny e Valery Kamensky, il suo nome fa eco anche in NordAmerica dopo quattro stagioni col Cska (99 punti in 127 uscite) con la propria nazionale juniores dove stabilirà record su record assieme ad un oro e due argenti per arrivare con la nazionale maggiore a conquistare il Mondiale Svizzero del 1990. In un periodo di forti tensioni col mondo non solo sportivo che stava cambiando,le sirene NordAmericane squillarono anche per Pavel Bure ; non fu una fuga rocambolesca come Mogilny a portarlo in NHL ma una discussa chiamata all’Entry Draft del 1989 da parte dei Vancouver Canucks. Solo due stagioni più tardi però,col crollo dei sistemi comunisti,Pavel inizia la sua avventura in quel di Vancouver ed il primo anno è da incorniciare con 60 punti in 65 con tanto di premio quale miglior esordiente (Calder Trophy e l’appellativo di Russian Rocket per la sua incredibile velocità sui pattini). Il team dei Canucks ricopre d’oro (e dollari) il funambolo russo allestendo una buona compagine (tra i vari Linden,Lumme e MacLean in porta) per portare in alto il team della British Columbia arrivando a realizzare per ben due stagioni di fila 60 reti in regular season(!). Nella post season del 94 i numeri impressionanti di Pavel (16 reti e 15 assist) non basteranno alla causa di Vancouver che arriverà solamente ad accarezzare la Stanley Cup strappata in una serie thrilling dai NY Rangers in sette partite. La stagione della short season (causa lockout) Pavel risponde in maniera sibillina alle offerte dal Vecchio Continente e sul ghiaccio iniziano a paventarsi i primi infortuni : prima a livello muscolare con qualche week saltato mentre nella stagione seguente saranno solo 15 uscite prima che si strappasse i legamenti del ginocchio destro. Lo si rivedrà solamente l’anno dopo ma nonostante la dirigenza dei Canucks si assicura i servigi di Mark Messier e del suo compagno Mogilny,Pavel dopo l’ottima cavalcata Olimpica del 98 fermata in tutti i sensi dalla saracinesca ceca Dominik Hasek,cerca un’altra sistemazione lasciando dopo 7 stagioni (e 478 punti!) la fredda Columbia britannica per le spiaggie lucenti della Florida al termine d’una big trade nel gennaio del 99. Anche qui gli infortuni lo perseguiteranno sin dall’inizio ma la franchigia della Florida lo ricopre ugualmente di dollari e lui lo ripaga con tre ottime stagioni (251 punti 223 uscite) arrivando a raggiungere in due occasioni più di 50 reti in campionato (e premio quale miglior scorer della Lega). Sul ghiaccio di Sunrise non si rinverdiranno i fasti post season nemmeno con l’approdo del fratellino più piccolo Valeri e la Stanley Cup rimane solo un miraggio per Bure anche quando passerà ai NY Rangers in corsa nel 2002. Anche con le Blueshirts le ginocchia non aiutano Pavel disputando solo 51 partite nello spazio di due stagioni prima di appendere le scarpette al chiodo l’anno post lockout con “sole” 702 partite alle spalle e 779 punti in carriera NHL ma innalzandolo ugualmente tra gli Dei dell’hockey per quanto ha saputo dare al movimento hockeystico.

Si chiude la carrellata dei nuovi Hall of Fames col grande Adam Oates (Centro).Il nativo di Weston (Ontario) inizia giocando con ottimi risultati nel Lacrosse prima di rituffarsi nelle piste ghiacciate canadesi. La mancata chiamata nei primo Entry Draft spinge Adam ad iscriversi al college (RPI) ed i risultati lo pagheranno ampiamente;in tre stagioni mette a segno 216 punti assieme alla conquista del prestigioso titolo NCAA nell’ultimo anno. Il suo talento “svezzato” di ottimo regista non passa inosservato e nel lontano 85 firma con i Detroit Red Wings e dopo una prima annata chiusa nelle minors avverrà la sua consacrazione:in tre anni si guadagna stabilmente la prima squadra ma la dirigenza del Michigan lo scambia ugualmente al termine della quarta stagione con i St.Louis Blues formando col grandissimo Brett Hull un duo devastante sotto tutti i punti di vista ponendolo ai vertici tra gli assist-man della lega. I numeri impressionanti del binomio dei Blues però non collidono con le intenzioni di Oates che solo dopo due stagioni e mezza saluta nuovamente per approdare a Boston. L’amore con team dei Bruins è rapido e fulmineo;già alla prima stagione intera stabilisce il proprio record personale di 147 punti a referto (97 assist) accumulando chiamate su chiamate agli All Star ma le ambizioni bostoniane non sono da alta classifica ed il turbolento Oates chiede a gran voce il trasferimento prima dell’ennesima stagione da cestinare. Per lui si fa avanti Washington al termine d’una buona trade e con la squadra della Capitale dei vari Bondra,Johansson e Kolzig arriverà alle finali di Stanley Cup del 1998. Il suo incredibile intuito di regista lo accompagnerà per il resto della carriera anche quando saluta definitivamente nel 2004 (giocando anche con Phila,Anaheim ed Edmonton) dopo 19 stagioni tra i prof realizzando la bellezza di 1420 punti di cui “solo” 1079 assist (5° nella classifica di tutti i tempi). Prima della chiamata nella classe di merito del 2012, Oates è diventato l’head coach dei Washington Capitals dopo tre annate da incornicare quale assistente allenatore prima a Tampa poi a NJ.

Di anno in anno ci sono giocatori elegibili e non che possono meritarsi di diritto un posto nell’Olimpo dell’Hockey ; la classe 2012 del resto è inequivocabilmente specchio della passione,leadership,potenza ed estro all’ennesima potenza nel firmamento mondiale.

Ultime notizie
error: Content is protected !!