Frana sulla Sill: la stagione dell’EV Bozen è a rischio

Frana sulla Sill: la stagione dell’EV Bozen è a rischio

Il maltempo che si è abbattuto su tutta l’Italia ha creato grossi danni e disagi anche in Alto Adige. Frane e smottamenti hanno interessato soprattutto la Val Venosta, la Val Pusteria e la Val Sarentino, ma anche nel capoluogo di Provincia si sono registrati danni. Ne ha fatto le spese soprattutto il palazzetto del ghiaccio della Sill, dimora dell’EV Bozen 84 e della compagine femminile delle “Eagles”: la struttura, è risaputo, sorge in una zona impervia e costeggiata dalla montagna da una parte e dal fiume dall’altra. Le piogge di questi giorni hanno creato un grosso smottamento che non solo ha messo fuori uso l’impianto, ma ha anche rischiato di trasformarsi in tragedia: nel momento in cui la montagna ha iniziato a franare, infatti, si era appena concluso un torneo giovanile Under 10. Genitori e piccoli si sono visti costretti a fuggire il più in fretta possibile per evitare il peggio: chi con i gambali del figlio ancora in mano, chi trascinando il proprio piccolo verso l’uscita.
Gli spogliatoi adesso sono invasi dal fango, i compressori sono fuori uso e la pista è allagata a causa dello scioglimento del ghiaccio. L’EV Bozen si è visto costretto a rinviare il match con il Pergine: i “White Weasels”, infatti, giocano le loro partite al Palaonda di Bolzano, ma si allenano alla Sill e l’attrezzatura è rimasta intrappolata negli spogliatoi. Per qualche ora si è temuto il peggio: senza il palazzetto della Sill la compagine bolzanina rischiava persino di dover rinunciare alla stagione in corso. Questa mattina, però, i tecnici del Comune di Bolzano hanno effettuato un primo sopralluogo, escludendo per ora risvolti peggiori: la struttura, secondo gli esperti, rimarrà chiusa almeno una settimana.
Non ne è per niente convinto però il vicepresidente dell’EV Bozen, Manfred Klotz:

La frana che ha investito la Sill (Foto Manfred Klotz)

“Per il momento qualsiasi attività è interrotta e la pista non è agibile: oggi ci sono stati i primi sopralluoghi, dopo i quali tecnici del Comune e politici si sono rivelati subito ottimisti. Non credo proprio però che nel giro di sette giorni si ritornerà in pista: ho parlato a quattr’occhi con il responsabile dell’impianto, che mi ha confermato che ci vorranno come minimo sei settimane”.

Un mese e mezza di stop, quindi, sarebbe un duro colpo per la società altoatesina, che dovrà trovare adesso un luogo dove allenarsi. Forse il Palaonda?

“Il problema è che il Palaonda è pieno – spiega Klotz – certo, forse qualche ora riusciremo ad averla per l’A2, ma abbiamo anche sette altre squadre e per quelle dobbiamo trovare una soluzione: stasera ci sarà una riunione del direttivo per studiare alternative e per capire se nella peggiore delle ipotesi dobbiamo invece ritirarci in buon ordine. E’ anche una questione di costi, perché è vero che a Trento e Bressanone ci potrebbe essere spazio, ma sono città troppo lontane se pensiamo che l’80% dei nostri atleti è minorenne e andrebbe quindi trasportato, trasformandosi in un grosso problema economico e logistico. I piccoli dell’U8 e U10 probabilmente potremmo metterli insieme a quelli del Bolzano, ma il vero problema riguarda l’U14, l’U20 e le ragazze”.

Gli spogliatoi coperti di fango (Foto Manfred Klotz)

Intanto, però, impazza la polemica: la “Sill” è davvero il luogo adatto per ospitare un palazzetto del ghiaccio? Lo stabile infatti è teatro anche di tornei giovanili e nel periodo invernale è aperto per il pattinaggio pubblico.

“Ci sono dei problemi e delle pressione politiche – continua Manfred Klotz – il palazzetto è stato costruito in una zona non sicura: io l’ho visto nascere e fino a qualche anno fa non c’erano tutti questi problemi, solo che ormai le rocce circostanti stanno diventando sempre più friabili. Questo impianto andrebbe lasciato in balia di sé stesso e bisognerebbe costruirne uno nuovo”

Il palazzetto in questo momento è di proprietà di una cooperativa:

Fango all'ingresso della pista ghiacciata (Foto Manfred Klotz)

“Il presidente di questa cooperativa – conclude il vicepresidente – è diventato garante della struttura negli anni ’70 e adesso ha 2 milioni di debiti: fa parte di una corrente politica, il che crea molte pressioni, ma anche se capisco il lato umano della questione, ormai la situazione è insostenibile. Se il Comune acquistasse il palazzetto dovrebbe pagare 2 milioni per l’acquisizione, altri 2 per la ristrutturazione e 3 per sanare la strada d’accesso: per sette milioni di euro tanto vale costruirne uno nuovo”.

Il futuro della società, quindi, verrà stabilito nel corso dei prossimi giorni: una frana rischia di trasformarsi in una valanga letale per l’EV Bozen.

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