Non ne è per niente convinto però il vicepresidente dell’EV Bozen, Manfred Klotz:
“Per il momento qualsiasi attività è interrotta e la pista non è agibile: oggi ci sono stati i primi sopralluoghi, dopo i quali tecnici del Comune e politici si sono rivelati subito ottimisti. Non credo proprio però che nel giro di sette giorni si ritornerà in pista: ho parlato a quattr’occhi con il responsabile dell’impianto, che mi ha confermato che ci vorranno come minimo sei settimane”.
Un mese e mezza di stop, quindi, sarebbe un duro colpo per la società altoatesina, che dovrà trovare adesso un luogo dove allenarsi. Forse il Palaonda?
“Il problema è che il Palaonda è pieno – spiega Klotz – certo, forse qualche ora riusciremo ad averla per l’A2, ma abbiamo anche sette altre squadre e per quelle dobbiamo trovare una soluzione: stasera ci sarà una riunione del direttivo per studiare alternative e per capire se nella peggiore delle ipotesi dobbiamo invece ritirarci in buon ordine. E’ anche una questione di costi, perché è vero che a Trento e Bressanone ci potrebbe essere spazio, ma sono città troppo lontane se pensiamo che l’80% dei nostri atleti è minorenne e andrebbe quindi trasportato, trasformandosi in un grosso problema economico e logistico. I piccoli dell’U8 e U10 probabilmente potremmo metterli insieme a quelli del Bolzano, ma il vero problema riguarda l’U14, l’U20 e le ragazze”.
Intanto, però, impazza la polemica: la “Sill” è davvero il luogo adatto per ospitare un palazzetto del ghiaccio? Lo stabile infatti è teatro anche di tornei giovanili e nel periodo invernale è aperto per il pattinaggio pubblico.
“Ci sono dei problemi e delle pressione politiche – continua Manfred Klotz – il palazzetto è stato costruito in una zona non sicura: io l’ho visto nascere e fino a qualche anno fa non c’erano tutti questi problemi, solo che ormai le rocce circostanti stanno diventando sempre più friabili. Questo impianto andrebbe lasciato in balia di sé stesso e bisognerebbe costruirne uno nuovo”
Il palazzetto in questo momento è di proprietà di una cooperativa:
“Il presidente di questa cooperativa – conclude il vicepresidente – è diventato garante della struttura negli anni ’70 e adesso ha 2 milioni di debiti: fa parte di una corrente politica, il che crea molte pressioni, ma anche se capisco il lato umano della questione, ormai la situazione è insostenibile. Se il Comune acquistasse il palazzetto dovrebbe pagare 2 milioni per l’acquisizione, altri 2 per la ristrutturazione e 3 per sanare la strada d’accesso: per sette milioni di euro tanto vale costruirne uno nuovo”.
Il futuro della società, quindi, verrà stabilito nel corso dei prossimi giorni: una frana rischia di trasformarsi in una valanga letale per l’EV Bozen.