Cornacchia: “Noi all’EIHC per fare esperienza”

Cornacchia: “Noi all’EIHC per fare esperienza”

Al termine della sfida persa con la Francia per 6:3, abbiamo chiesto al coach della nazionale italiana Cornacchia un bilancio sul torneo appena concluso, in ottica qualificazioni olimpiche e mondiali di prima divisione.

Coach, innanzitutto le chiedo un bilancio su questo torneo non proprio brillante e probabilmente concluso comunque in linea con le aspettative; a partire dai “soliti problemi” che la nazionale si porta dietro da ormai troppo tempo…

Ringrazio i giocatori che si sono presentati. In questo torneo ci siamo trovati un po’ spaesati, ma tant’è. Le squadre che abbiamo affrontato sono di un livello molto alto, ad ogni modo è stata una grande esperienza ed una grande occasione di crescita per i ragazzi più giovani che hanno deciso di partecipare. Questo era il nostro obbiettivo primario: far fare loro più esperienza possibile, e questa è sicuramente una nota positiva, al di là dei risultati ottenuti nel torneo. Non possiamo preoccuparci dei giocatori che non sono venuti, dobbiamo concentrarci su coloro che hanno scelto di partecipare, di modo che crescano il più velocemente possibile e facciano tesoro di quest’esperienza.

La presenza di tanti giovani in nazionale, bilanciata con l’inserimento di giocatori di maggior peso ed esperienza, dovrebbe essere il primo passo verso una crescita solida del gruppo, anche guardando ai prossimi impegni: le qualificazioni olimpiche ed il prossimo mondiale in Ungheria. Ci troveremo ad affrontare nazionali contro cui abbiamo sempre sofferto: Ungheria, Kazakhstan, Giappone…

Beh, contro queste nazionali abbiamo dimostrato di saper giocare molto bene. La nostra intenzione è di non affrettare le cose, crescere un passo alla volta pensando prima alle qualificazioni olimpiche e poi al mondiale. Il gruppo ha le carte in regola per fare bene e secondo me, se riusciremo ad avere disponibili tutti i giocatori, in un buon stato di forma… la squadra ha un’occasione d’oro per qualificarsi alle Olimpiadi.

Puntando sui giovani italiani si punta sul futuro della nazionale e del movimento hockeystico italiano in generale. Nel 2014 questi ragazzi saranno due anni più grandi, due anni più forti…

…due anni più “intelligenti”, due anni più esperti. Ecco perché vogliamo continuare a portare i nostri giovani a questi tornei, vogliamo farli crescere e queste partite sono una buonissima palestra, danno loro l’opportunità di giocare contro squadre validissime come Slovenia, Austria e Francia.

Un’ultima domanda: come vede, se lo vede, il futuro di Milano in Kontinetal Hockey League? E, soprattutto, cosa potrebbe significare per il movimento italiano avere la KHL “in casa”?

Sarebbe fantastico, perché maggiore è il livello a cui i ragazzi sono portati a giocare, maggiore è la velocità con cui si fanno le ossa. Questo torneo ne ha fornito una dimostrazione lampante: Kopitar e Mursak prendono letteralmente per mano la squadra e i loro compagni di nazionale sicuramente impareranno tantissimo da questi pochi giorni trascorsi assieme.

Alla stessa maniera, Milano potrebbe essere la “chiave” per una nuova era dell’hockey italiano: molti oriundi italo-canadesi tornerebbero in Italia, vedendo finalmente una piazza sicura dove giocare; inoltre la squadra KHL sarebbe un punto di riferimento per tutti i giovani delle squadre di A1. Il livello del campionato italiano è più basso rispetto alla EBEL, alla LNA, figuriamoci rispetto alla KHL. Avere una base di giocatori abituati ai ritmi delle migliori squadre del mondo consentirebbe alla nazionale di partire col piede giusto, anziché perdere due o tre partite solamente per “trovare il ritmo” delle avversarie.

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