NHL Week : continua la diatriba tra NHL e NHLPA

NHL Week : continua la diatriba tra NHL e NHLPA

“Essenzialmente, l’offerta della lega è di questo tipo : se la prendi così com’è va bene, altrimenti…”

Concetto fatto trapelare ieri da Donald Fehr, direttore esecutivo dell’NHLPA, dopo giorni di faccia a faccia e vani tentativi effettuati per modificare la proposta messa in tavolo dall’NHL. Il limite per l’eventuale approvazione è fissato per il prossimo 25 Ottobre, ma fino a questo momento i giocatori non sembrano disposti ad accettare tutti i punti presenti nel nuovo contratto collettivo.

Facciamo un passo indietro e torniamo a martedì 16 Ottobre, giorno in cui la nuova offerta è stata messa sul tavolo dal commissioner Gary Bettman. Di seguito i punti salienti :

Durata del nuovo contratto collettivo : 6 anni, con un’opzione per il settimo

Ridimensionamento del salary cap, con un minimo ridotto a 43.9 milioni di $ (dai 54,2 previsti) e un massimo fissato a 59,9 milioni di $ (dai 70.2 previsti). Realtà attuabile solamente dalla stagione 2013/’14, vista la possibilità di mantenere il tetto salariale a 70.2 per la stagione in corso

Divisione equa dei guadagni

Variazione nell’eleggibilità ad UFA (agente libero). Bisogna avere 28 anni o 8 stagioni complete disputate in NHL. Si tratta quasi di un ritorno al passato, visto che nel 2006 la soglia era fissata a 28 e 7. Dal 2008 al giorno d’oggi, per essere UFA bisognava avere 27 anni o 7 stagioni all’attivo

“Entry-level contract” modificati. Al giocatore appena draftato, dunque dai 18 ai 21 anni, si può offrire un contratto di sole 2 stagioni e non più di 3. Nota a parte per il vincolo che potrebbe legare i giovani giocatori europei alla squadra “draftatrice” : dopo 4 anni senza aver ricevuto la chiamata, il giocatore diventerebbe a tutti gli effetti un agente libero (UFA)

Drastica riduzione dei contratti a lungo termine. La lega vuole estirpare i casi “alla Kovalchuk o Parise di turno”, dunque quei contratti di durata superiore ai 10 anni e con ingaggi altissimi nelle prime stagioni e ridicoli nelle ultime. Per questo motivo, le franchigie potranno : a) offrire contratti di massimo 5 stagioni; b) variare i guadagni di ogni giocatore del 5% da stagione a stagione. Da sottolineare che la variazione andrebbe a toccare pure i contratti già presenti, dunque prendendo l’esempio di Ryan Suter, la franchigia Minnesota Wild non rispetterebbe minimamente il contratto stipulato con il giocatore durante l’estate

Quelli appena elencati risultano essere solamente i punti più caratteristici. Per avere una panoramica completa della proposta, ecco una versione più dettagliata.

L’associazione dei giocatori ha storto il naso su un punto in principale : i proprietari hanno fatto intendere che non vogliono minimaente rispettare i “big contracts” in essere.
Ora si può puntare il dito quanto si vuole contro il vizio dei giocatori, ma si tratta di un comportamento al limite del ridicolo, perchè te (proprietario) non puoi firmare per 13 anni il Zach Parise di turno e costringerlo, dopo pochi mesi, ad accettare il fatto che nelle sue tasche arriverà lo stipendio di sole 5 annate. Oltre al danno al giocatore, c’è stata pure una presa in giro al mercato.
Come riportato nella lettera diretta dallo stesso Donald Fehr a tutti i giocatori, il quesito fondamentale che la NHLPA si pone è uno : “Con queste regole, i proprietari risparmierebbero 1.6 miliardi di $ nei prossimi 6 anni. Che cosa ci offrono in cambio”?
La verità è che con questi risparmi, le franchigie andrebbero a pagare i giocatori con gli stessi soldi che sarebbero dovuti finire nelle tasche degli stessi giocatori. Anche se si tratta di una semplice regola di mercato, del togliere per ridistribuire in miglior modo, la storia non piace ai diretti interessati.
Risentimento che ha portato la NHLPA a proporre tre variazioni del contratto, respinte nel giro di pochi minuti dalla lega, tra cui appunto la richiesta alle società di rispettare i contratti in essere.

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Nel mentre, continua l’allontanamento dei giocatori dal suolo statunitense e canadese. Se l’Italia ha visto l’approdo di Nick Bonino ad Egna, in queste ultime settimane altri “top players” hanno raggiunto il vecchio continente. Se Matt Duchene è andato in Svezia in compagnia di Viktor Stalberg, Claude Giroux e Dannie Briere hanno preferito la Germania, mentre Patrice Bergeron e Henrik Zetterberg la Svizzera. Di ieri, invece, l’ufficialità dello scalo a Mosca (sponda Dynamo) per Nicklas Backstrom.

Di seguito la lista completa dei contratti firmati, franchigia per franchigia.

 

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