Già per 2 volte aveva affermato di volersi ritirare per poi ripensarci , ma questa volta, alla soglia delle 48 primavere, per Dominik “The Dominator” Hasek sembra giunto il momento di dire davvero basta con l’hockey professionistico. Con lui, dopo il ritiro sempre quest’anno di Lidstom, suo compagno e capitano nella franchigia di MoTown, va in “pensione” un’altra fetta della storia dell’ Hockey in generale e della NHL in particolare.
Per capire cosa ha rappresentato Hasek basta ricordare i 6 Vezìna Trophy portati a casa nei 16 anni trascorsi sui ghiacci nordamericani della NHL. Per Hasek anche 2 Stanley Cup, entrambe con i Red Wings, di cui una da titolare nel 2002 ed una da Bakup di lusso per Chris Osgood nel 2008. per il sei volte All-Star Gamer da ricordare anche la medaglia d’oro olimpica conquistata con a Nagano 1998 con la sua Repubblica Ceca guidata prima ad una esaltante vittoria dopo i penalty shot in cui aveva fermato Theo Fleury, Ray Bourque, Joe Nieuwendyk, Eric Lindros e Brendan Shanahan per poi guidare i suoi con uno shutout (risultato finale del gold medal game 1-0) contro la Russia.
Draftato nel 1983 da Chicago, Hasek fa il suo esordio in NHL, a difesa della gabbia dei Blackhawks, nel 1990-1991. Rimasto anche l’annata successiva in quel di Windy Town, passa Buffalo dove rimane per ben 9 anni intervallati da un paio di apparizioni, nel 1994-1995, con il Pardubice, sua prima squadra in patria. Proprio in questi anni Hasek inanella i suoi record con 5 Vezìna in 6 annate e con un record ancora imbattuto: è infatti l’unico goalie ad essere risultato MVP in 2 stagioni consecutive (96-97 e 97-98). Ceduto ai Red Wings, gioca con la squadra di MoTown per 4 stagioni, intervallate dall’ esperienza di 1 anno con Ottawa. Lasciati i ghiacci NHL tenta prima il ritorno in patria nelle file della sua squadra d’origine, il Pardubice, con il quale vince il campionato Ceco. L’anno scorso firma con lo Spartak in KHL.
“Devo andare avanti e trovare nuove motivazioni” ha dichiarato il goalie Ceco, “Mi piacerebbe fare qualcosa di creativo, di completamente nuovo. L’unica cosa che so è che non voglio riguardi l’hockey. Allenare o fare il manager non è una cosa che mi piacerebbe”