Con il possibile sweep tra le mani e un seguito di star dell’ultima ora derivate dal concetto di show-biz, i Los Angeles Kings e lo Staples Center ospitano gara-4 della serie finale della Western Conference. Come per la seconda arena più importante del pianeta, caricata di impegni vista la partecipazione di ambedue le franchige dell’NBA alla post-season, i ragazzi guidati da Darryl Sutter hanno trovato la carica giusta andando a vedere le stats riguardanti la franchigia che rappresentano : i Kings non raggiungevano la finale di Conference dalla stagione 1992/1993, culminata nell’unica storica lotta (con sconfitta finale) effettuata per la conquista della Stanley Cup. La voglia di non ripetere l’andamento di quella post-season sembra chiaro.
Per quanto riguarda la franchigia dell’Arizona, è già un grande successo aver eliminato la negatività che aleggiava intorno alla presenza di Shane Doan. Per il capitano dei Phoenix Coyotes, rappresentante della squadra fin dalla nascita (stagione 1996/1997), non era mai stato possibile superare (quando disputati) i quarti di finale di Conference.
Coyotes @ Los Angeles (;;) / Serie :
Gara che inizia subito con una bella carica di agonismo, sfociata in una prima penalità ai danni di Ray Whitney dopo 75” dall’ingaggio iniziale. Discreta gestione da parte dei padroni di casa ma la “maledizione da superiorità numerica” di questa post-season permane. Una prima e nitida occasione da rete arriva dopo 6’24”, quando un Matt Greene in solitaria ha tutto il tempo di caricare uno slap ma Mike Smith si fa trovare preparato. La stessa prontezza del goalie dell’Ontario si presenta al minuto 8:12, quando Keith Yandle perde un puck sulla blu d’attacco in situazione di PP e permette a Trevor Lewis di compiere un limpido 1vs0. Al giro di boa della prima frazione si arriva con un’altra superiorità numerica a favore dei Kings, come da abitudine non sfruttata, e con un Jonathan Quick ancora non chiamato in causa.
La pressione e il dominio territoriale dei padroni di casa si fa notare, grazie anche ad una difesa ballerina dei Coyotes, ma una interferenza fischiata a Justin Williams cambia l’andamento della storia. E’ il minuto 13:54 quando si siede in panca minuti e dopo 25”, un favoloso backhand da parte di un Shane Doan (Whitney) lasciato troppo solo porta in vantaggio la compagine dell’Arizona. Si tratta della quarta rete nella serie per quest’ultimi e il primo in situazione di superiorità numerica.
I losangelini subiscono il colpo e fino a 120” dalla prima sirena non si ripresentano nel terzo offensivo, concedendo agli ospiti di acquisire il necessario coraggio. La frazione termina senza altre note di rilievo.
Il periodo centrale inizia con un paio di cariche da parte degli ospiti e con un legno colpito dai padroni di casa. Risulta essere una gara più equilibrata, anche se Mike Smith deve restare sempre vigile perchè la maggiore organizzazione dei Kings continua a dominare il match. Shane Doan finisce in panca puniti dopo 4:09, ma i Kings oltre a non trovare la rete creano un PP abbastanza insufficiente. Le statistiche riguardanti quest’ultimo fondamentale sono chiare : 1/29 nelle gare casalinghe di questa post-season.
Dopo 8′ di gioco la frazione si incendia, con un paio di botte e risposte di un certo livello. La convinzione dei Coyotes sembra essersi presentata in pianta stabile e al minuto 11:10 trovano la rete del doppio vantaggio, inizialmente non vista e regolamentata tramite review, grazie a Shane Doan (Vermette). Poco dopo tale rete si presenta un PP a favore dei Kings e, nonostante un’ottima pressione, non arriva la rete ma un 4vs4 a 48” dal termine con conseguente PP di 1’12 a favore di Phoenix. Pessima gestione di quest’ultimi, con un Mike Smith che quasi regala una rete.
Dopo una serie di occasioni invitanti per il 3-0 degli ospiti, nei minuti finali si ripresenta una leggera pressione da parte di Dustin Brown & soci.
Nonostante la prima nitida occasione degli ultimi 20′ sia dei Coyotes, tramite la voglia di recuperare e di chiudere la serie i Kings schiacciano gli ospiti fin dall’ingaggio. Svariate occasioni si presentano, compreso il quinto PP della serata al minuto 3:59, ma il goalie avversario continua a rispondere con sicurezza e tranquillità.
A metà frazione la trama non ha subito variazioni, ed oltre ad un ottimo Mike Smith presenta un attacco losangelino tutt’altro che chirurgico. La noia prevale, gli ospiti non attaccano più e bisogna attendere il minuto 13:20 per assistere ad un’altra occasione di rilievo a favore dei Kings, grazie alla stecca di Dustin Penner. Si tratta solamente di una fiammata, perchè il terzo periodo continua a rivelarsi privo di emozioni fino all’ultimo puck giocato. L’uscita di Jonathan Quick a 70” dalla sirena non porta il roster di LA a cambiare ritmo e la gara finisce 2-0 per gli ospiti.
Che ci sia stata la volontà anche da parte dei Los Angeles Kings di allungare la serie? Dopotutto, l’attenzione che i media hanno espresso verso questa finale di Conference non è passata inosservata alle alte cariche della franchigia e della lega …
(fonte foto : it.eurosport.yahoo.com)