FACE TO FACE, storie di hockey da tutto il mondo: LAURENT MEUNIER

FACE TO FACE, storie di hockey da tutto il mondo: LAURENT MEUNIER

Face to Face è la rubrica internazionale di Hockey Time, un percorso senza frontiere che vi guiderà alla scoperta dei protagonisti dell’hockey attraverso le loro storie, gli aneddoti e le curiosità.
In questa settima tappa partiremo dalla vicina Francia e girovagheremo per l’Europa..Bon voyage!

LAURENT MEUNIER, IL CAPITANO.
di Matteo Spinelli

Era un gennaio, l’ultimo degli anni settanta, quando a Saint-Martin d’Hères, periferia della perla Grenoble, nasceva Laurent, un bimbo francese che sin da piccolo al rugby e al calcio ha preferito l’hockey su ghiaccio, da quelle parti più di una mera passione.

I Brûleurs de Loups di Grenoble lo accolgono nelle proprie file formandolo e preparandolo a quel professionismo che assaggia proprio con il team sei volte campione di Francia, quando, nella stagione 1996/97, non ancora maggiorenne, esordisce nella massima lega transalpina, l’attuale Ligue Magnus.
Centro di un metro e ottantatre, all’occorrenza ala destra, solido e carismatico, nella stagione d’esordio colleziona solo due presenze e partecipa ai mondiali under-20 di divisione B con la nazionale francese; una liaison, quella con la maglia dei blues, che crescerà d’intensità negli anni senza più spegnersi.
A Grenoble la concorrenza è spietata, e la scelta migliore è quella di trasferirsi a Lione, dove nella stagione 1997/98 assaggia con continuità il ghiaccio, accumula esperienza e in 40 partite incamera 11 gol e 13 assist, contribuendo al terzo posto finale dei suoi e guadagnandosi il Trophée Jean-Pierre Graff, destinato al miglior giovane della lega.
Nella terza città di Francia rimane tre stagioni; il segno del suo passaggio si traduce in 113 presenze, 38 gol e 42 assist e la conquista della maglia della nazionale maggiore con cui partecipa a due mondiali top division, quello del 2000 onorato con 7 punti in 6 partite ma culminato con la retrocessione in prima divisione.

Buon pattinatore, abile con il puck e solerte lavoratore, nella stagione 2000/01 il ventunenne Laurent tenta la fortuna in Nord America, strappando un contratto con i River Hawks dell’Università del Massachusetts Lowell. Nel primo dei due anni in NCAA, il campionato universitario, viene eletto nell’All Star Rookie Team della Lega.
Nel Nuovo Continente migliora il proprio tiro, accresce la sua intelligenza tattica e l’abilità nel penalty killing, meritandosi un armadietto nello spogliatoio dei Florida Everblades, franchigia della ECHL, il terzo campionato nordamericano dietro NHL e AHL.
Nell’umido stato americano resta solo nel 2002/03, segnando punti con facilità e scioltezza, 20 gol e 31 assist in 60 partite, poi la nostalgia, accresciuta dalla presa di coscienza di non poter ambire alla NHL, lo convincono a tornare nella sua Francia, con cui nel 2002 ha partecipato all’Olimpiade di Salt Lake City.
Forte dell’esperienza appena vissuta, diventa un perno del ”suo” Grenoble, che accoglie a braccia aperte il suo talento, appena ventiduenne e già completo sotto il profilo psicologico.
La consacrazione nazionale arriva proprio nella stagione del suo rientro, il 2003/04, che gli porta il Trophée Albert Hassler quale miglior giocatore francese del campionato.

Nel periodo di permanenza a Grenoble, tre anni, perde una finale dei playoff contro i Gothiques d’Amiens, diventa capitano della nazionale e ammalia i dirigenti del Servette Ginevra, che lo convincono a trasferirsi nel competitivo e blasonato campionato svizzero.
L’ambientamento è immediato, Ginevra dista poco più di un’ora d’auto da Grenoble ed in città si parla francese, cosicché alla prima stagione va subito in doppia cifra, imprimendo negli annali 10 gol e 14 assist in 43 partite.
Le incoraggianti premesse per la successiva campagna di Svizzera s’infrangono contro un fastidioso infortunio che lo costringe a saltare metà regular season e ad accontentarsi di un rimpianto, 18 punti in 20 partite. Il tempo perso lo riguadagna in post season, i granata arrivano in finale contro lo Zurigo, vincitore della serie in sei incontri.
In 15 partite di playoff, Laurent realizza 6 gol e dispensa 7 assist, numeri importanti nelle battaglie per il titolo, tuttavia le sue prospettive non incontrano quelle dei dirigenti ed il capitano dei transalpini rimane in Svizzera passando al Friborgo, con cui la stagione successiva arriva ad un passo dalla finale; sono gli anni in cui la nazionale francese entra stabilmente nella top division mondiale e parallelamente il crescendo della carriera di Laurent non si arresta.

Il 2009/10 lo vede protagonista nelle arene dell’Elitserien svedese, a trent’anni un punto d’arrivo importante; con la casacca del Timrå gioca 47 partite, arricchite da 4 gol e 13 assist, e lotta strenuamente per i playoff che si concludono con la sconfitta al primo turno contro l’HV71 poi campione.
Come già successo con il Grenoble, si riaccasa al Servette, un ritorno di fiamma che dura lo spazio di due partite di quella stagione 2010/11 che lo vedrà indossare la maglia de La Chaux-de-Fonds in Lega Nazionale B svizzera, e quindi far le valigie per la Germania, dove trova spazio nel roster degli Straubing Tigers, dal 2006 in DEL, il solido campionato tedesco.
Il travagliato 2010/2011 finisce con 9 gol e 15 assist in 31 partite, preludio alla stagione attuale che vede il team della Bassa Baviera impegnato nei playoff dopo un sesto posto in stagione regolare, a cui il trentaduenne Laurent ha contribuito con 17 gol e 24 assist in 52 partite.
Per coronare una lucente carriera, Meunier ancora oggi capitano dei Galletti,vorrebbe vincere un titolo di squadra, e chissà che questo suo desiderio non si realizzi quest’anno, con le Tigri decise a giocarsi le proprie carte sino alla fine.
Anche se non dovesse entrare nell’Olimpo dei giocatori francesi, lassù dove siedono Bozon, 144 presenze NHL con Saint Louis, ed Huet, nato come lui a Saint-Martin d’Hères e vincitore di una Stanley Cup con Chicago, di certo Laurent ha già lasciato un’impronta importante nella storia hockeystica transalpina. E di lui, oltre all’indomita voglia di lottare, verrà ricordato l’amore viscerale per la propria nazionale, caratteristica tanto cara al popolo francese.

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