Stefan Mair si confessa ai tifosi

Stefan Mair si confessa ai tifosi

(com. stampa SG Cortina) – In questi due giorni sono arrivate numerose, nell’ufficio stampa della Sportivi Ghiaccio, le domande dei tifosi che, per un giorno, hanno vestito i panni dei giornalisti. Il primo a rispondere a questo “fuoco amico” è stato l’head coach Stefan Mair.

Stefan Mair, a questo punto del campionato era questo il Cortina che volevi e che ti aspettavi? (Barbara)

Sinceramente, dopo le prime partite e dopo l’avvio positivo della stagione, avevo notato che la squadra ha potenziale. Poi è vero, abbiamo anche attraversato periodi non molto felici, con cinque partite perse di fila, e con l’infortunio di giocatori importanti: si è visto che, se non hai un roster profondo, queste cose le paghi. Ma che la squadra abbia potenzialità lo si è visto soprattutto nell’ultima partita a Brunico, finita 5 a 4 per noi: abbiamo schierato il secondo portiere Rene Baur che ha fatto un’ottima partita, e siamo riusciti a vincere. Se i ragazzi trovano la giusta continuità nell’arco di tutti i sessanta minuti, abbiamo un’ottima squadra che può veramente fare bene.

Tu, di recente, hai allenato Val Pusteria e Cortina. Ci sono analogie fra queste due squadre, e se sì quali? (Barbara)

Non è facile fare un paragone, perché i giocatori sono diversi. A Brunico poi la squadra aveva un roster un po’ più profondo, anche a livello di giocatori italiani. Oberrauch, Bona, Helfer e altri sono tutti atleti che fanno parte del giro della nazionale, mentre a Cortina ci sono meno giocatori locali rispetto a Brunico.

Cosa pensi degli ultimi due acquisti (Jan Öberg e Paul Baier)? Sei soddisfatto? (Marco)

Sono molto contento di loro: il taglio di Chvatal è stato dettato dalla necessità di avere un altro tipo di terzino, e Öberg si è comportato molto bene fino adesso. E con Baier, secondo me, siamo diventati ancora più profondi e con più opzioni di prima.

Se tu potessi tornare indietro, cosa cambieresti e cosa confermeresti di questo Cortina? (Enrico)

È difficile dire cosa si potrebbe cambiare, perché i momenti difficili che abbiamo vissuto sono stati causati da motivi precisi: a novembre c’è stato l’infortunio di giocatori chiave, sia dal punto di vista tecnico sia di leadership (Bowman e Hennigar, fuori contemporaneamente). Sotto Natale, poi, abbiamo giocato moltissime partite e il portiere JP era un po’ stanco. Però posso dire che fin dall’inizio della stagione abbiamo un gruppo molto omogeneo, e questa è una cosa importante; e, anzi, la cosa fondamentale è mantenere uno spogliatoio unito. A ben vedere non bisogna cambiare molto, secondo me. Poi gli alti e bassi – basta vedere l’Alleghe – ci sono sempre. Noi non dobbiamo dimenticare da dove veniamo, con due ultimi posti negli ultimi due campionati. Negli anni scorsi mancava la fiducia, anche tra i giocatori italiani, e in fondo non puoi fare subito miracoli vincendo 36 partite su 36 di regular season.

Però forse un piccolo miracolo c’è stato. Avevi fatto bene a Brunico, e fin qui è ok. Ora stai facendo bene anche a Cortina, pur essendoci meno soldi, meno stranieri, meno italiani in nazionale… (Ernesto)

Non c’è nessun miracolo e non c’è nessuna ricetta magica. C’è solo un duro lavoro, che parte già in estate quando vai a cercare gli stranieri. Troppe volte, in Italia, si guardano solo le statistiche. Prendiamo Dingle, per esempio: l’anno scorso non aveva fatto tanti punti però, sapendo quali fossero le sue caratteristiche e le sue qualità umane, abbiamo avuto ragione a prenderlo. In secondo luogo, è molto importante coinvolgere gli atleti italiani, dando loro un ruolo preciso. Tante volte, qui in Italia, si vuole solo giocare, ma giocare è un conto, e avere un ruolo preciso è un’altra cosa. Anche se uno non segna venti goal a stagione, può essere comunque un giocatore molto prezioso per la squadra.

Cosa dobbiamo aspettarci dal futuro? (Marco)

Io sono convinto che ci sia la possibilità di fare bene, ma questa possibilità ce l’hanno anche tante altre squadre. Sì, forse il Val Pusteria ha qualcosa in più rispetto agli altri, però dipenderà moltissimo da chi si incontrerà ai quarti di finale. Bisogna vedere quante energie vai a spendere, quali sono gli infortuni, e avere anche un po’ di fortuna. Fare pronostici adesso è difficile.

Come ti prepari prima della partita e cosa fai per caricare i giocatori? (Giacomo)

Dipende molto da quale sarà il tuo avversario. Io faccio vedere alcuni video che riguardano determinate situazioni, e tra un tempo e l’altro, se la squadra non c’è o ha giocato un brutto drittel, a volte alzo la voce per dare uno scossone. Però, come prima cosa, lasci sempre ai giocatori quei cinque-sei minuti di tempo per recuperare, e poi cerchi di spiegare quali sono le cose da sistemare o a cui prestare attenzione, ma sempre in maniera mirata, e mai parlando più di tre minuti.

Qual è il giocatore più forte del campionato, secondo te? (Eleonora)

Un giocatore dominante è David Ling, del Val Pusteria. Poi ogni squadra ha i suoi punti di forza. Per quanto riguarda noi, dico che siamo coperti molto, molto bene.

Quindi se tu potessi, prenderesti Ling. (Luca)

No, non lo vorrei. Come curriculum non c’è niente da dire – è un giocatore molto forte, ripeto! – però io sono molto contento di quello che siamo riusciti a costruire a Cortina e di tutti i giocatori che abbiamo. Al Cortina di oggi io non toglierei niente e non aggiungerei niente.

Che voto prende il Cortina per il lavoro svolto fino a oggi? (Luca)

Un bel 7,5.

Grazie a Stefan Mair e alla sua disponibilità. Nei prossimi giorni sarà cura dell’ufficio stampa della Sportivi Ghiaccio pubblicare anche le interviste a Giorgio De Bettin, JP Levasseur e Paur Baier.

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