Super Final Continental Cup 2012: il Donbas Donetsk

Super Final Continental Cup 2012: il Donbas Donetsk

C’ era una volta un gruppo di appassionati di hockey nella città ucraina di Donetsk, nella parte orientale del paese, terra di miniere e acciaierie, quella a maggioranza russa, che vede nel confronto, anche sportivo, con la capitale Kyiv un motivo di sottolineare orgogliosamente la propria differenza col resto del paese. Questi ragazzi, tutti amatori, decidono nel 2001 di mettere in piedi una squadretta di hockey per competere nel giovane campionato ucraino e, come in una favola di quelle che piacciono agli americani, senza tanti mezzi, arrivano al terzo posto, giocando sul ghiaccio del lago Yasinovataya, non avendo neppure una pista su cui allenarsi. Nonstante il lusinghiero risultato, l’anno dopo i soldi non bastano per le costose trasferte a Kyiv o Kharkiv, nell’est dell’immensa Ucraina, e così la squadra sparisce, per ripresentarsi nel 2005 approfittando della creazione di una seconda lega nazionale, meno costosa da affrontare. Il Donbas, il nome è quello del fiume che attraversa la regione, ancora con una struttura amatoriale e giocando sempre sul lago, fallisce la promozione in Visha Liga perdendo contro i professionisti del ATEK Kyiv, ma può festeggiare l’anno dopo, sbarcando nella massima divisione, dove rimane da allora vivacchiando tra le ultime posizioni. Qui finisce la favola ed inizia la storia del nuovo Donbas Donetsk: siamo nel 2010 quando la squadra viene comprata da Borys Kolesnikov, vice-primo ministro, ministro delle infrastrutture, presidente del comitato per Euro 2012, vice presidente della ricchissima squadra di calcio dello Shakthar, nonchè uno degli uomini più ricchi e discussi dell’ Ucraina (su di lui accuse di abuso di ufficio, estorisione e minacce di morte, ovviamente bollate dallo stesso come una persecuzione ed un complotto), dal patrimonio di origine misteriosa e non ben documentabile. Kolesnikov, che si definisce un filantropo nella propria biografia alla voce: “professione”, decide che è ora di strappare il dominio dell’hockey alla capitale Kyiv, così come fatto nel calcio, e in un solo anno trasforma la squadretta che giocava sul lago ghiacciato nella più forte squadra ucraina dai tempi del Sokil Kyiv era Unione Sovietica: ricostruisce il decrepito Palazzo dell’Amicizia trasformandolo in una delle più moderne arena d’Europa, chiama il coach del Sokil Aleksandr Kulikov e con una campagna di 27 vittorie consecutive vince il campionato nazionale, è la prima volta il titolo esce dalla capitale, battendo in finale il Sokil che si presenta col roster che giocava in Bielorussia. Ma è chiaro a tutti che i confini nazionali sono stretti al Donbas ed il campionato ucraino un affare non redditizio. E così Kolesnikov in estate mette sul tavolo della  Vysshaya hokkeinaya liga (VHL), la seconda lega russa, un bel mucchio di rubli e “convince” i russi ad ammettere il Donbas nel campionato, con l’obbiettivo dichiarato di fare il salto in Kontinental Hockey League. In più la squadra si iscrive alla Continental Cup, “penitenza” necessaria per guadagnare visibilità internazionale. Per compleatare Kolesnikov spedisce la squadra a fare la pre-season in Ontario, condita da una vittoria 4-1 in amichevole contro le All Stars della fortissima OHL. Nel frattempo è chiaro che il roster che aveva trionfato in patria è inadeguato per la VHL e così arrivano a Donetsk la bellezza di 21 giocatori durante la pre-season, molti dei quali faranno le valigie nei mesi successivi in un continuo adeguamento del roster e nonstante il Donbass sia fin da subito al comando della VHL, attualmente con 10 punti di vantaggio sulla seconda. Tra gli arrivi della prima ora gli attaccanti Aleksandr Materukhin, miglior giocatore delle scorse finali di Continental con la maglia dello Yunost Minsk, Oleg Shafarenko ed Aleksandr Borovkov (anch’essi dallo Yunost), il difensore Aleksandr Pobedonotsev dal Gomel, il forte cecchino Sergei Varlamov dalla Dinamo Minsk. Fra gli ultimi arrivi, appena prima di Natale, spiccano il difensore Yakov Seleznev dallo Spartak Mosca e il centro svedese Andrè Hult dagli slovacchi del Poprad. In porta si alternano il russo Evgeny Tsaregorodtsev e l’ex bambino prodigio Stepan Goryachevskikh, considerato uno dei migliori portieri in prospettiva quando vinceva la Continental nel 2007 con lo Yunost ma poi un po’ persosi. In difesa lo “sceriffo” è l’esperto Vitaliy Lyutkevich, davanti, alle già citate bocche da fuoco, vanno ricordati anche Vitaly Donika e Denis Kochetkov. Insomma una squadra completa, solida ed esperta che arriva a Rouen con l’unico obbiettivo di prendersi la Continental per continuare la propria scalata e che nel girone di semifinale, organizzato in casa, ha già dimostrato tutto il suo valore spazzando via Cracovia e Liepaja e battendo i campioni in carica VHL del Rubin Tyumen per 3-1 nella sfida decisiva.

Percentuale vittoria: 55%

Giocatori chiave: Vitaliy Lyutkevich, Aleksandr Materukhin, Segei Varlamov

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