Emanuele Pezzo: passato, presente e futuro dei Falchi Bosco Chiesanuova

Emanuele Pezzo: passato, presente e futuro dei Falchi Bosco Chiesanuova

HockeyTime intervista Emanuele Pezzo, presidente dei Falchi Bosco Chiesanuova.

Da ormai circa 15 anni (fontata il 2 agosto 1996), i Falchi sono una realtà nell’hockey italiano. La storia del club ha, per ora, trovato il suo culmine con la vittoria in Serie C Interregionale nell’anno 2008/2009 quando alle finali nazionali di Claut la squadra “mette in riga” Casate, Courmayeur e Roma, aggiudicandosi il titolo. L’anno successivo la società non partecipa al campionato in seguito ad una serie di disguidi burocratici. Lo scorso anno una bella vittoria nella regular season nel “girone nord-est”, ma la squadra non si presenta alle finali regionali. A ormai circa 6 mesi dall’accaduto, cosa è successo in quei giorni “confusi”?

Per descrivere quei giorni ci vorrebbe molto spazio. Per farsi velocemente un’idea dell’accaduto basti pensare che, mentre alle finali giravano voci di “Falchi che non partecipano per protesta” e amenità simili, il presidente della federazione e la società aostana, appurando i fatti, hanno voluto comunicarci il loro rammarico per quanto accaduto. Che è semplice: un’organizzazione dozzinale ha estromesso i Falchi dalle finali.

Quest’anno si era prospettata la vostra partecipazione alla “nuova” Serie C, poi in data 17 settembre è giunta la vostra rinuncia a incrociare i bastoni in questo campionato, cosa è successo?

Senza girarci troppo attorno, è venuto meno un accordo di collaborazione con un’importante società di divisione superiore. Fino a metà settembre abbiamo cercato un’altra soluzione; poi, soprattutto per rispetto verso i team avversari, abbiamo preferito rinunciare anziché, magari, esser costretti a ritirarci dopo 5/6 giornate falsando così il campionato.

Quindi, in quale categoria vi vedremo giocare quest’anno?

Stiamo attualmente tenendo contatti con i ragazzi della GHL, gente che senza aiuti istituzionali sta lavorando sodo per dare un’immagine positiva all’hockey amatoriale, un “sottobosco” non valorizzato come si dovrebbe nel nostro Paese.

Perché rinunciate alla partecipazione alla serie D (ex Serie C Interregionale)?

Non credo di essere l’unico a pensare che la situazione dell’attuale Serie D è stagnante da troppe stagioni. Non c’è innovazione nella formula, non c’è stimolo ad entrare nella competizione per le realtà che ne son fuori, e ­– visto l’episodio citato ad inizio intervista – anche gli appuntamenti importanti vengono trattati da chi di dovere come “tornei della domenica”.

 

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Perchè tra le leghe amatoriali nazionali avete scelto proprio la GHL e non la LIHGA (erede del campionato UISP che vinceste nel 2000/2001)?

Diciamo che ha prevalso l’esperienza maturata l’anno passato dai ragazzi della GHL, che conosco personalmente. Auguro tuttavia ai ragazzi della LIHGA che l’entusiasmo che li unisce sia durevole e li porti lontano.Magari in un futuro nel quale gli amatori riescano a strutturare i campionati in divisioni come avviene in Svizzera: In Italia si bada troppo a dividere e troppo poco ad unire, ad ogni livello.

Vedremo schierata la formazione vittoriosa della scorsa stagione?

Il cambio di campionato significa innanzitutto cambio di spirito. Sappiamo che l’importante del prossimo campionato non sarà vincere ma giocare, con tutto quello che ne consegue dal punto di vista di un roster che, nella partecipazione agli allenamenti, è ben più vario di quanto si pensi.

Con il vostro abbandono e quello del Valrendena (che parteciperà alla Prifa CCM-Cup), si prospetta un girone a due (Roana e Zoldo), quindi un anno “magro” per l’hockey a nord-est.

Posso limitarmi a due considerazioni: che questa situazione non è certo colpa degli amici roanesi e zoldani, avversari di indimenticabili battaglie e vittime come noi di questa situazione; e che forse, dopo aver toccato il fondo, chi di dovere si deciderà a percorrere vie diverse al fine di attirare più realtà anziché farle scappare, come ad esempio Il Valrendena, in Alto Adige.

All’inizio del mese di settembre avete “sfidato” Asiago e Bozen ’84 nel 2° Trofeo Migross, incrociando quindi i bastoni con i Campioni d’Italia e con una squadra di A2. Per voi il terzo posto ma facendo faticare più del previsto anche lo stesso Asiago (che riesce a battere con soli 3 gol di scarto una squadra che sulla carta appartiene ad un campionato “3/4 categorie sotto”). Una grande soddisfazione per voi, non vi rammarica non poter fare quel salto di qualità che vi permetterebbe di giocare in un campionato “che conta”?

Da un certo punto di vista siamo consapevoli dei nostri limiti, sportivi ed ambientali; da un altro, è normale ambire a qualcosa di più, visto che negli ultimi 15 anni poche volte la prima squadra non ha detto la sua nei campionati che ha disputato, ad ogni livello. Ma tutto questo fa parte del gioco.

Ma i Falchi non sono solo prima squadra, avete anche un importante settore giovanile.

Certo, da cinque anni stiamo portando avanti un progetto di crescita che, nonostante alcune osticità del territorio, prosegue. I selezionatori delle rappresentative regionali e nazionali hanno iniziato a mettere gli occhi su qualche nostro ragazzo… e questo non può che farci pensare che il nostro lavoro inizia a ripagare della fatica impiegata.

 

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In un recente passato la società ha avuto una sezione dedicata al pattinaggio artistico, perchè avete deciso di interrompere questa esperienza?

Purtroppo la decisione di interrompere non è stata nostra. E Bosco Chiesanuova è una piazza poco allettante per un tecnico, nonostante i 10 anni di pattinaggio artistico dei Falchi abbiano portato risultati addirittura a livello federale nazionale.

Esiste ancora la realtà degli Amatori Cimbrhockey? Quest’anno parteciperanno a qualche manifestazione?

Di fatto i “Cimbri” non esistono più da un bel po’. O, almeno, non sussistono come entità separata dalla prima squadra: ad un inizio d’esperienza colmo di entusiasmo è seguito un drastico calo di motivazioni e poi lo scioglimento… attualmente alcuni dei membri di quella squadra prendono parte agli allenamenti della prima squadra.

Si ringrazia Emanuele Pezzo per la cortese disponibilità.

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