Tornando alla geografia, sarebbe naturale che si unissero le forze di società vicine per non far diventare casi rari e sporadici le “gratificazioni” a Della Bella in Val di Fassa o a Caletti a Pontebba per far loro assaporare per un attimo la serie A. Invece il campanilismo italiano e le divergenze tra vicini di casa porta spesso a situazioni paradossali. Il Bolzano non ha scelto la concittadina Bozen 84 ma la trentina Pergine. Questa dista pochi km da Asiago, che a sua volta ha invece preferito il Bozen 84. Da una distanza complessiva di 0+45 km siamo quindi arrivati ai 68 km tra Pergine e Bolzano più i 111 che separano il capoluogo sudtirolese dall’Odegar vicentino. Un viaggio che trova beffardamente a metà strada proprio Pergine Valsugana.
Quando invece viene trovato l’accordo dai dirigenti delle società, non sempre la cosa trova il favore dei propri tifosi. I tempi sono cambiati ma le vecchie ruggini tra varesini e saimini non si sono ancora sciolte del tutto, per cui all’Agorà qualcuno storce ancora il naso per il menage con Varese. Per non parlare dell’unione piemontese tra Valpe e Real che ha rischiato di provocare una vera e propria sommossa delle due tifoserie, con scambi di accuse di non lavorare per il bene comune ma di indirizzare i prestiti solo in proprio favore. Giocatori accusati di non metterci impegno risparmiandosi per le società di appartenenza.
Come non bastasse, l’aspetto più intricato dei nostri farm-team si perde poi nel regolamento. All’estero (soprattutto in America) è possibile firmare un partner-team con più squadre purché giochino in leghe diverse. Di modo da avere una gerarchia verticale più ampia possibile per distribuire i giocatori secondo le loro caratteristiche. Ad esempio i Detroit Red Wings sono partner team dei Toledo Walleye in ECHL e dei Grand Rapids Griffins in AHL. In Italia parrebbe non essere così.
“…Ogni Società partecipante al Campionato di Serie A e di Serie A2 maschile può “aggregare” una Società di categoria inferiore la quale a sua volta non potrà aggregare un’altra squadra. La Serie C è da considerarsi categoria inferiore per le Società di Serie A2″
Stesse modalità
Importante ricordare che la regola dell’unicità del partner vale però solo per le senior, perché per i ragazzi si apre un altro mondo di altri accordi di permuta. Alleghe-Fassa, Como-Torino, Ora-Egna con Caldaro… e la stessa Dobbiaco senior che fa man bassa spesso e volentieri dal roster del Val Pusteria tanto da far recriminare in passato un’avversaria. Questa rete di intrecci di cartellini, prestiti e tesseramenti (complicato ancora di più dagli accordi più o meno scritti con la LIHG) non può che creare confusione fino ad incorrere in errore.
Oppure abbiamo capito male noi la parte di regolamento e una squadra di A1 può stringersi in alleanza con una di A2 e una di C?
Secondo il Bolzano è proprio così. I Foxes, che hanno avuto come partner ufficiale l’Appiano (divergenze di inizio stagione a parte, tanto che quest’anno l’HCB ha stretto l’accordo col Pergine), hanno iscritto a referto durante la stagione questi 6 giocatori: Riccardo Tombolato, Luca Franza, Manuel Accarino, Paolo Widmann, Mathias Albarello e Georg Knoll (portiere). Giovani bolzanini che raramente hanno giocato con i Foxes ma che sono pur sempre risultati a referto, militando contemporaneamente nel campionato di serie C con il Trento. Il Bolzano al nostro interrogativo ci ha risposto che la cosa è fattibile, ma «se uno dei giocatori elencati avesse giocato in A2 non avrebbe più potuto essere impiegato in serie C». Cosa in effetti non avvenuta.
Sfogliando le statistiche dell’anno scorso notiamo che non è stato un caso isolato: il Val Pusteria (PT del Caldaro) in campionato ha messo a referto il backup Philipp Kosta, portiere dell’under 20 dei Lupi ma anche backup a Dobbiaco nella senior in C. Un Val Pusteria che forse non va molto d’accordo con backup e referti, considerato il pasticcio in finale con l’Asiago. Un partner-team il Milano (affiliazione al Pontebba seppur mai sfruttata) ce l’ha avuto anche con il Como in C. Fino ai quarti di finale i comaschi hanno schierato Nicolò Lo Russo e in regular season anche Nicolò Latin. Giocatori che ha utilizzato anche il Milano in A2 per dar loro l’opportunità di qualche cambio.
Interpretazioni? Sviste? Cavilli che non conosciamo? Trasferimenti definitivi poi rientrati? Di sicuro non c’è malafede di nessuno visto l’apporto quasi nullo che hanno fornito questi giocatori alle squadre di A1, ma peggio di una regola ingiusta è il non farla capire e di conseguenza non metterla in pratica insindacabilmente.
Chissà che Babele succederebbe se una squadra di C potesse averne due di A1 e due di A2 come in America. Come i Greenville Road Warriors in ECHL farm team contemporaneamente in AHL di Connecticut e Adirondack; di Flyers e Rangers in NHL.