Non chiamatemi Volpino

Non chiamatemi Volpino

(com. stampa HC Alleghe Tegola Canadese) – Al ritorno dall’esperienza con la nazionale pre-olimpica chiamo Nicola Fontanive al telefono per parlare non solo di hockey ma di tanto altro (ormai di luisportivamente abbiamo parlato tantissimo). La Nazionale Italiana ha perso ai rigori 5-4 contro i Lupi FIAT Val Pusteria la finale per il terzo posto di un torneo estivo che ha visto gli azzurri giocare ben 5 incontri in una settimana.

Com’è andata la Dolomiten Cup?

La squadra era composta quasi interamente da giovani, pensa che io ero il più vecchio. Secondo me ci sono delle vere promesse tra questi giovani, bravo sicuramente Alex Frei del Val Pusteria, Bernard, Insam, Traversa e parecchi altri.

Parlami un pò di te, della tua vita, di cosa fai…

Convivo a Masarè di Alleghe con la mia ragazza, mi sono diplomato alla Scuola Alberghiera di Falcade con indirizzo economico ma finora non ho mai avuto un lavoro fisso perchè l’hockey è stata la mia occupazione primaria, ora però sto facendo un corso per diventare assicuratore. Ho un gatto che ho trovato in un parcheggio 3 mesi fa, si chiama Ribo e come hobby mi piace molto il mondo dell’informatica e internet!

Primo Fontanive ha dato molto all’Alleghe, cosa ti ha insegnato?

Una cosa fondamentale: che per raggiungere un obiettivo bisogna lavorare molto. Lui ha smesso di giocare l’anno nel quale sono nato e poi ha cominciato a fare l’allenatore. Per avere un bravo da lui dovevo sudare tanto e quando ero più giovane non capivo perchè non era mai contento, mi faceva delle critiche, però adesso capisco che sono stato veramente fortunato ad avere un padre come lui. Non l’ho avuto tanto come allenatore, solo in under 19, però è sempre stato presente a tutte le mie partite.

Cosa ti porti dentro della Norvegia?

Mi sono innamorato dei luoghi, dell’ospitalità della gente, di come vivono, sono meno stressati e molto più avanti di noi. Io sono arrivato lì il mese di agosto e c’era luce fino alle 10 di sera, era bellissimo vedere il tramonto sul mare di notte.

Hai un nomignolo?

Si, mi chiamano Volpino ma devo dire che non mi piace tanto, me l’hanno affibbiato forse perchè sono furbo ma non c’è un motivo in particolare.

Scuola e sport, che difficoltà hai avuto?

E’ stato difficile, soprattutto negli ultimi anni quando giocavo in Serie A, tornavo a casa molto tardi dopo le traferte e il giorno dopo dovevo andare a lezione. La scuola in Italia dovrebbe aiutare di più ed agevolare lo sport, qui da noi sono 100 anni indietro rispetto ad altre realtà. A Falcade ad esempio c’è lo Ski College ma non esiste nulla di simile per l’hockey, ora che sono ritornato ad Alleghe andrò nelle scuole per divulgare lo sport che tanto amo.

Allora parliamo un pò anche di hockey!!

Ho fatto 11 mondiali tra 18, 20 e nazionale maggiore, per me l’allenatore più bravo è stato Goulet che ho avuto per 5 anni, è quello che mi ha insegnato di più! Per me è di una categoria superiore rispetto agli altri ed è una persona veramente in gamba. Nelle giovanili sono stato allenato da Valery Plotyansky da quando avevo 10 anni, abbiamo vinto parecchio con lui, lo porto dentro e lo ricordo con piacere.

Cosa desideri per il futuro?

Da 6 anni sono con la mia ragazza, ormai ho un rapporto stabile ed in futuro vorrei sposarmi ed avere una famiglia, un buon lavoro e rimanere nel mondo dell’hockey magari come allenatore.

Qualcosa da aggiungere?

Mi auguro che ci siano tanti tifosi a sostenere la squadra, certamente sta a noi partire col piede giusto poi è tutta una conseguenza, se va bene i tifosi arrivano numerosi allo stadio, se invece perdiamo è normale che gli spalti rimangono vuoti.

Grazie Nicola e anche a te buon campionato!

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