Renato Pennisi: «Il futuro delle ragazze è partito»

Renato Pennisi: «Il futuro delle ragazze è partito»

di Marco Depaoli e Andrea Valla

Ad aprire ufficialmente il Torneo Danae ci ha pensato Renato Pennisi, responsabile federale dell’hockey femminile e dell’ultimo arrivato in casa FISG, lo sledge hockey. Pennisi è stato rieletto nel Consiglio FISG esattamente un anno fa (nella foto, primo a sinistra) dopo l’esperienza nel quadiennio olimpico 2002-06 al pattinaggio di figura. I milanesi si ricorderanno del figlio Massimo, uno dei giocatori lombardi nel primo anno della rinascita Saima nel 1994. Renato Pennisi è già stato legato all’hockey femminile attraverso la moglie Ines Pellizzola, presidentessa in quegli anni delle All Stars Milano con la figlia Annalisa, difensore bianco-verde della compagine milanese prima al Saini e poi al Forum di Assago.
Pennisi ci ha spiegato i progetti federali e gli obiettivi per lo sviluppo dell’hockey rosa.

«La federazione lo scorso luglio è partita con il nuovo corso e con nuove idee. Stiamo impegnando, oltre alle senior, ragazzine dai 10 anni ai 13, una categoria che oggi (domenica ndr) ha giocato la Coppa Primavera la quale è solo un primo atto. Poi ci sono le over 13 fino alle under 18 non coinvolte con le nazionali. Uno stato intermedio di ragazze non nel giro della nazionale da visionare per poterle far fare un’attività a loro dedicata, oltre a quella che già fanno assieme ai maschi. Un’attività federale che inizia con questa coppa, dopo di che faremo ancora raduni, faremo incontri con le nazionali di varie età».

In ottica under 18 c’è quindi l’idea di partecipare a un mondiale?

«Oggi (domenica ndr) tornavano dal congresso generale IIHF il segretario generale Berto e Karl Linter che hanno chiesto l’inserimento della nostra under 18 nel giro dei mondiali. Non so se ci daranno l’ok ma noi l’abbiamo ufficialmente chiesto. L’under 18 l’abbiamo già messa assieme e abbiamo già fatto una partita amichevole. Adesso andiamo avanti a svilupparla».

Il campionato senior a 4 squadre?

«Quello purtroppo è un grosso problema. Adesso finita questa attività inizierò a interpellare le 4 società che partecipano, intanto per confermarne ancora la presenza. Vedremo poi di studiare un modo per incentivarle. Io mi auguro che nel frattempo si attivi la realtà di Milano. Quest’anno non ce la farà ma ci piacerebbe averle per l’anno prossimo. Dopo un periodo di tempo un po’ “incancrenito” con mille difficoltà, è già qualcosa comunque garantire che vadano avanti. Noi stiamo cercando di creare alle spalle un movimento che sensibilizzi le società e i genitori per arrivare a creare tutta una situazione per avere un campionato più interessante».

Ma da quello che vede, ci sono i numeri?

«Sono rimasto anch’io meravigliato quando ho preso in mano il settore nel luglio dell’anno scorso: avevamo dei numeri dei tesseramenti pari a 250 tesserate ma andava bene se ne avevamo 50 che praticassero veramente. Allora abbiamo fatto questi primi raduni ad ottobre-novembre, proprio dedicati alle ragazze più giovani. Siamo andati a prendere le società una ad una telefonando, chiedendo… e sono venute fuori quasi 90 ragazze, che sono poi ora nel giro delle nazionali. Allora possiamo metterci in pista per fare qualcosa di serio: i numeri ci sono».

Il limite dell’under 16 delle squadre miste è un handicap per le ragazze. Le società tendono a trascurarle visto che se non entrano in una senior femminile sono destinate a smettere l’attività agonistica. E’ stato proposto di far giocare le ragazze in squadre miste fino ai 18 anni come in Svizzera, lei cosa ne pensa?

«Il fatto che quest’anno sia stata abolita l’under 16 per adeguarsi agli standard dell’IIHF è stato un problema per le ragazze, si rischia di creare un buco. Premesso che dovremmo dunque evitare di creare dei “buchi” di partecipazione delle femmine nei campionati giovanili maschili, la mia idea ottimale sarebbe di consentire alle U12 di giocare nei campionati di categoria maschile; alle Under 15-14-13 di giocare con i ragazzi U14; alle Under 18-17-16 di giocare con i ragazzi U 16. Questo mio pensiero è condiviso dal mio settore tecnico e non solo, ed è stato accettato dalle società di Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta nella recente riunione tenutasi a Milano per l’attività regionale Junior e Senior».

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