di Marco Depaoli e Andrea Valla
Dallo spogliatoio delle ragazze piemontesi nessuna ha voglia di parlare ma i loro volti sono ovviamente scuri. Addirittura è stato loro detto di rimanere in “silenzio stampa”, che rispettiamo. E’ la dura legge dello sport per cui dalle porte degli spogliatoi l’aria che si respira è diametralmente opposta.
Rimarrai a Bolzano l’anno prossimo?
«Dipende dal mio fidanzato (Nate di Casmirro, presente in tribuna ndr) e cosa farà. Ma essendo stato confermato il prossimo anno a Brunico direi che rimarrò col Bolzano, così l’anno prossimo io e lui potremo vincere due scudetti».
«Più o meno dello stesso livello, perché nel campionato italiano ci sono poche squadre e le migliori giocatrici sono tutte concentrate lì».
Cosa hai pensato sotto di 2 a zero?
«Mi vedevo già con la medaglia d’argento al collo ed ero giù di morale. Una volta che abbiamo segnato il 2 a 1 ho iniziato a crederci nella rimonta».
«Io invece non ci credevo nemmeno sull’1-2. – dice Giulia Mazzocchi, il portiere delle Aquile al suo quinto scudetto (3 con le ragazze e due con le squadre miste juniores) – Dopo il 2-0 pensavo fosse finita e al gol di Michela (Angeloni ndr) ero giusto contenta che almeno una rete gliel’avevamo segnata».
«Tutti e due belli. L’anno scorso le nostre avversarie (l’Agordo ndr) avevano già preparato la festa e noi ci siamo presentate solo in 8. Qui ce la giocavamo alla pari ma stavolta c’era un po’ di maretta per via della partita non giocata per il guasto al pullman».
Ne avete parlato con le giocatrici del Real che erano con te in nazionale a Caen?
«Sì, ci abbiamo scherzato su con le ragazze torinesi e alla fine eravamo d’accordo sul fatto che era meglio giocarsela».
Miglior giocatrice azzurra in Francia, come giudichi il tuo mondiale?
«Ovviamente molto soddisfatta, peccato per la partita contro la Gran Bretagna dove potevo fare meglio».
«Forse non ha vinto la squadra più forte ma quella che l’ha voluto di più. Una gioia immensa. Siamo stati premiati per aver lavorato molto con le ragazze che non erano in nazionale. Al 60° potevano andare avanti a giocare ancora».
«Sotto di 2-0 la paura è stata grande – ammette l’allenatore del Bozen 84, Massimo Fedrizzi, ma siamo stati bravi a crederci. Il gol dell’1-2 ha dato forza a noi e ha tolto certezza a loro. Dopo aver segnato il secondo gol siamo stati bravi a rimanere coi piedi per terra, senza esaltarci troppo e senza rilassarci per aver completato la rimonta da 0-2. Poi Mazzocchi ha fatto una bella parata dietro l’altra».