Simone QuargnalSi è concluso con la vittoria dello Jesenice il campionato nazionale sloveno. Dopo una prima fase ben poco interessante, in finale si sono scontrate le due superpotenze dell’hockey di oltreconfine, l’ Olimpija Ljubljana e l’Acroni Jesenice.
Le due squadre, entrambe impegnate quest’anno in EBEL, si sono affrontate in una serie al meglio delle 7 gare.
Acroni Jesenice – Olimpija Ljubljana 4:0 (3:2ot; 2:1; 4:2; 4:2)
A dispetto del 4:0 con cui lo Jesenice ha portato a casa il suo 32° titolo nazionale, la serie è stata molto equilibrata. In particolare, gara-1 e gara-2 hanno visto un continuo ping-pong di occasioni, limitate da due difese superlative.
A giocare a favore dello Jesenice, il gran momento di forma del reparto offensivo, carente in gran parte della stagione e ora redivivo, trainato sopra tutti da Werner, Cavosie e Ticar.
Se all’Olimpija è sicuramente mancato quel pizzico di fortuna nelle prime due gare della serie, di certo in gara-3 e -4 avrebbe potuto (e dovuto) osare di più, approfittando anche di una gara fuori casa a porte chiuse, per questioni burocratiche legate ai permessi per la costruzione del terzo anello della Podmezkla Arena di Jesenice. Invece non ha mai spinto quanto necessario e specialmente all’ultima gara ha giocato poco, e male.
Per i tifosi della capitale, una magra consolazione arriva dal farm team dell’Olimpija, classificatosi terzo dopo aver vinto la serie di finali valide per la medaglia di bronzo contro il Triglav.
In EBEL, le due squadre si erano sostanzialmente equivalse nel corso della stagione, vincendo tre scontri diretti a testa e terminando a 4 punti di differenza l’una dall’altra (Ljubljana 53, Jesenice 49). Nonostante questo equilibrio, tuttavia, la rappresentativa capitolina era riuscita a qualificarsi ai playoff, mentre i biancorossi avevano terminato in ultima posizione, a pari merito col Fehervar, poi laureatosi campione d’Ungheria. Gli ultimi saranno i primi.