Marco Insam nel dopo partita di Italia-Polonia

Marco Insam nel dopo partita di Italia-Polonia

(Asiago) – I figli d’arte nello sport moderno li troviamo in tutte le specialità: considerando quelli che registrano maggiore seguito si possono citare i Mazzola o i Maldini nel calcio, i Gallinari o i Meneghin nel basket o i Zaytsev nella pallavolo. L’hockey non fa eccezione: scorrendo la lista dei convocati di coach Cornacchia risaltano i nomi di Simon Kostner e Marco Insam. Figli di due giocatori che hanno scritto la storia della maglia Azzurra. Erwin Koster, uno dei migliori difensori di scuola italiana detiene il record di presenze con la Nazionale; Adolf Insam è stato uno degli attaccanti più prolifici oltre che head coach del Blue Team dal 1997 al 2000. Suo figlio Marco vuole ricalcare le sue orme con l’obiettivo di ottenere la convocazione agli imminenti Mondiali ungheresi di Division I.

Stasera (ieri per chi legge, ndr) l’Italia, nella prima mezz’ora ha creato numerose occasioni, ma ad andare in rete due volte è stata la Polonia: la prima in power play, la seconda in penallty killing. Cosa non ha funzionato fino a quel momento?

Abbiamo iniziato molto forte, giocando con quattro linee e con cambi corti. Sono quelle cose che vanno un po’ così, dove hai tante occasioni, nel primo tempo abbiamo fatto quindici tiri, ma non riesci a segnare. Dopo la prima mezz’ora di gioco, con calma, abbiamo avuto le occasioni, le abbiamo sfruttate arrivando al pareggio.

 Tu hai fatto anche un assist.

Sì, ne ho fatto uno in power play quando Andreas Lutz ha segnato

Nel 2008 hai partecipato al Mondiale canadese senza mai giocare. Negli anni successivi sei stato convocato ai raduni premondiali senza poi essere aggregato alla comitiva azzurra. Quest’anno pensi possa essere l’anno buono?

Spero. Bisogna sempre meritarselo il posto in squadra, non è dato. Quindi ad ogni allenamento o partita bisogna dare sempre il massimo; poi alla fine si vedrà se uno riesce ad entrare in squadra. Comunque bisogna crederci sempre fino alla fine.

Tra le giovani leve sei stato il migliore realizzatore in Campionato con 39 punti. A cosa è dovuto questa tua esplosione? Dall’esperienza canadese, giocare in linea con stranieri o è dipeso da altri fattori.

Sicuramente l’esperienza all’estero mi ha aiutato tantissimo quest’anno. Giocare ad alti livelli giovanili in Canada aiuta tantissimo, così come giocare in linea con stranieri o oriundi; con Giulio Scandella ci troviamo molto bene, come era già capitato a Milano.

Luciano Aquino ha debuttato in questa stagione con la Nazionale con prestazioni positive. Conosciamo tutti le ragioni della sua rinuncia all’ultima convocazione di Cornacchia. Pensi che peserà la sua assenza unitamente a quella di Zisser?

Sicuramente. Tutti sappiamo che Aquino è un giocatore offensivo, pericoloso davanti alla porta, però se giochiamo tutti compatti e ognuno fa il proprio lavoro possiamo sopperire alla sua assenza. L’importante è giocare di squadra, anche se Aquino è uno che manca.

Al prossimo mondiale in Ungheria, sulla carta, la partita che determinerà la promozione in Top Division sarà quella con l’Ungheria. Che chi sostiene che sia una Nazionale in fase calante per via della mancanza di ricambi generazionali. Sei d’accordo?

Non è vero, perché tutte le partite sono importanti, in ogni partita bisogna dare il massimo, per vincere il Mondiale bisogna vincere tutte le partite. Ovviamente l’Ungheria sarà una delle più forti. Speriamo in bene.

Il prossimo weekend è in programma il doppio confronto con la Francia. Che partita ti aspetti?

Sicuramente è un buon test. A dicembre li abbiamo incontrati a casa loro, dove ne abbiamo vinto una partita ciascuno. E’ stata una bella battaglia e sarà una bella partita prima dei Mondiali.

Si ringrazia Marco Insam e la FISG per la collaborazione

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