L’Eco del Chisone svela il mistero Aquino

L’Eco del Chisone svela il mistero Aquino

Continua a tenere banco la posizione di Luciano Aquino, il quale, convocato da coach Cornacchia, non si è presentato al raduno di Asiago, previsto per domenica scorsa. In un’intervista rilasciata alla Rai, sabato 26 marzo, il vice Polloni aveva dichiarato di essere a conoscenza del motivo della sua cancellazione dalla lista dei convocati

“Non so per quale motivo è sparito. Cornacchia non ha ancora parlato con lui direttamente; non può aderire alla convocazione, ma non sono a conoscenza dei motivi per i quali ha dovuto rinunciare. Se pensiamo alla nostra cronica difficoltà a concludere, un giocatore come lui ci faceva comodo”

Ieri il mistero è stato svelato dal quotidiano “L’Eco del Chisone”; in un articolo a firma Daniele Arghittu  l’italocanadese chiarisce la sua posizione

«Anche se sono nato in Canada (il 26 gennaio 1985 a Mississauga, nell’Ontario, ndr), io sono molto orgoglioso di essere italiano e sarei onorato di giocare nel Blue Team. Tuttavia mi chiedo il perché io, come altri giocatori italo-canadesi ed italo-americani, debba essere discriminato e considerato straniero nel campionato italiano. Se i miei genitori e i miei nonni sono italiani, se posso votare in Italia e prestare servizio nell’Esercito italiano, perché non devo essere considerato italiano a tutti gli effetti anche dalla Lega hockey?».

Il giornalista torrese ipotizza “una forma di protesta”, di certo la questione dello status degli oriundi, che oramai si trascina da decenni, di tanto in tanto torna a far parlare di sè. Aquino, però, non chiude la porta alla maglia Azzurra 

«Se le regole cambieranno, sarà per me un grande piacere giocare per il mio Paese, l’Italia».

La storia insegna che gli “italos” sono croce e delizia della Nazionale: nel 1962 il CONI vietò l’utilizzo degli oriundi in tutti gli sport, il contraccolpo per la Rappresentativa italiana fu inevitabile: da squadra di medio livello, subì un lento decadimento che li portò, per anni, a sostare tra il Gruppo B e C, con continue retrocessioni e promozioni, il livello più basso mai toccato nella sua storia. E’ grazie anche agli oriundi se nel 1981 a Ortisei la Nazionale vinse il Mondiale B e tornò a calcare le scene del Gruppo A, oggi Top Division, dopo ventitre anni (l’ultima partecipazione risaliva al 1959). E fu anche merito al loro apporto se per undici edizioni del Mondiale A, dal 1992 al 2002, l’Italia non retrocesse in Gruppo B e partecipò a tre edizioni olimpiche.
Verosimilmente, oggi, senza loro non retrocederemmo oltre la Division I, ma, al di là delle questioni economiche, volenti o nolenti è necessario trovare il giusto equilibrio, perché probabilmente, i più dimenticano che Oltreoceano ci sono ragazzi che non hanno dimenticato le proprie origini e sono orgogliosi di vestire la maglia Azzurra, nella stessa misura in cui lo erano i primi oriundi utilizzati al termine del diktat imposto dal CONI, come per esempio Jim Corsi, Bert Di Fazio, Wayne Bianchin, Rick Bragnalo e tanti altri.

E’ stato aggiornato in questi giorni l’elenco dei convocati della Nazionale: la positiva stagione del Valpellice è confermata dalla chiamata del difensore Florian Runer e l’attaccante Marco Pozzi oltre al pari ruolo Ryan Watson del Ritten Sport.

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