Ricorso – Il Milano replica alla LIHG

Ricorso – Il Milano replica alla LIHG

(com. stampa ufficiale HC Milano Rossoblu) – L’Hockey Milano Rossoblu legge con profondo stupore il comunicato appena apparso sul sito uffciale della LIHG, che pare voler intervenire sul caso del reclamo avverso il risultato della gara HC Gherdëina-Hockey  Milano Rossoblu del 2 marzo scorso.

Innanzitutto, il caso è delicato ed è sub judice, poiché sarà deciso, come da ordinanza del giudice, entro le prossime ore: non vediamo come e perché, addirittura in un momento come questo, la LIHG possa e voglia esprimere un ‘parere’ in merito, per di più ‘favorevole’ a un proprio affiliato e, contemporaneamente, ’sfavorevole’ a un altro, come se la LIHG potesse prendere le parti dell’uno o dell’altro dinanzi alla FISG.

In secondo luogo, l’Hockey Milano Rossoblu NON ha sottoscritto o ratificato alcun ‘accordo’ vincolante, come quello che verrebbe citato in questo comunicato.

In terzo luogo, questo ‘accordo’, anche se fosse stato sottoscritto da noi, non avrebbe IN OGNI CASO alcun valore per almeno tre ragioni:

a) non coinvolge TUTTE le squadre partecipanti al campionato;
b) sarebbe esplicitamente contrario a una norma emanata dal Consiglio Federale, dunque sarebbe nullo o inapplicabile;
c) sarebbe stato sottoscritto PRIMA dell’emanazione, da parte del Consiglio Federale, delle norme che hanno POI regolato e che ancor oggi regolano, fino alla fine, lo svolgimento del campionato di serie A2.

Poiché la FISG ha disposto che nessuna società di serie A2 possa tesserare portieri che non abbiano la cittadinanza italiana (sola, o congiunta ad altra), noi ci siamo attenuti rigorosamente al regolamento federale, che è l’unico valido, a prescindere da ciò che le società stesse (o ALCUNE di esse) volevano o speravano che fosse deliberato dal Consiglio Federale.

Affermare, come la Lega sembra voler fare in questo comunicato, che «vi è sicuramente consapevolezza, conoscenza e accettazione da parte delle società di Serie A2 di tale accordo», è pertanto improprio, illogico e ingiusto, perlomeno nei nostri riguardi, oltreché assolutamente irrilevante dal punto di vista regolamentare: infatti, non è la Lega a fare i regolamenti, bensì – da sempre, e per legge dello Stato! – la Federazione.

Le Leghe possono, al massimo e su delega federale, coerentemente con lo statuto federale, organizzare i campionati e proporre norme alla Federazione di competenza: ma non possono EMANARLE, neppure nel caso in cui tutte le società che le compongono si dichiarassero d’accordo.

Altrimenti, le Federazioni non avrebbero ragion d’essere.

Affermare, infine, che l’EV Bozen, durante la stagione regolare, ha impiegato un portiere non italiano senza che ciò suscitasse reclami da parte degli avversari, non significa niente.

Significa, semmai, che, date le circostanze (l’EV Bozen, lo ricordiamo, ha perso 31 delle 32 partite giocate, conquistando 1 solo punto di pareggio), nessun club ha ritenuto di dover eccepire l’irregolarità della posizione di quel portiere.

Restiamo in attesa della decisione del Giudice Unico Sportivo, che intanto ha sospeso l’omologazione del risultato impugnato, e ci riserviamo ogni azione a tutela dei nostri interessi e della nostra immagine, invitando tutti i soggetti terzi, aventi comunque un ruolo DIVERSO in seno alla Federazione, ad astenersi dalla pubblicazione di note o precisazioni che, anche se infondate, nulla hanno a che fare con l’esercizio della funzione giurisdizionale da parte dei competenti Organi Federali.

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