«Non ha giocato molti minuti, la partita stava volgendo male – ha commentato ad AS coach Ernesto González – però non ha commesso errori e ci ha dato velocità nel suo ruolo di ala destra. Continuerò a contare su di lei perché, oltretutto, attira gente».
«Non ho osservato molto perché ero concentrato sulla mia squadra – ha aggiunto sorridendo il capitano dei catalani, Danilo Didkovskyy – ma in uno dei cambi che ho visto… è stata abbastanza brava».
Alejandro Zapata, difensore del Barça chiamato a marcare Maria, non s’è nemmeno accorto della differenza.
«All’inizio non m’ero reso conto che era lei. Non mi cambia che ci sia un uomo o una donna. Io se devo intervenire deciso, lo faccio».
«All’inizio ero nervosa poi mi sono sentita a mio agio e mi sono divertita molto in partita». E’ stato invece il commento di Maria – «Sono abituata ad allenarmi con i ragazzi, ma in partita è diverso perché c’è molta più intensità».
Non è il primo caso che una ragazza si “intrufoli” tra i maschi, a parte nei campionati juniores dove la promiscuità di ragazzi e ragazze è la prassi. A fare da apripista sono stati due portieri: Manon Rheaume e Erin Whitten. La prima a metà Anni 90 girò in alcune amichevoli con il Feldkirch poi campione d’Europa. Precedentemente vide persino l’NHL, difendendo la porta dei Tampa Bay Lightning contro i St. Louis Blues in un’amichevole del 1992 e contro i Boston Bruins in un match di preseason nel 1993. Erin Whitten in quel periodo difese per quattro incontri la gabbia dei Dallas Breeze.
Si pensava che un conto fosse stare in porta, un altro giocare in pista e affrontare le cariche degli arcigni difensori avversari. Tutto smentito da
Se il Canada infrange un tabù, lo devono fare anche gli americani. Ed ecco la risposta dell’altra icona nord-americana, Angela Ruggiero (foto a destra), che nel 2005 fa scrivere per la prima volta un nome femminile nell’almanacco del campionato CHL realizzando un assist per i Tulsa Oilers.