Dorigatti: «Stiamo costruendo un gruppo»

Dorigatti: «Stiamo costruendo un gruppo»

di Giuseppe Turina

Abbiamo avuto l’opportunita di fare due chiacchere con il 30enne bolzanino Enrico Dorigatti, cresciuto nelle file del Bolzano in cui ha vinto praticamente tutto, Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa, con trascorsi anche nella Valpe e nel Renon.
Nel derby contro la sua ex squadra dell’Altopiano ha girato in linea con i due assi del Bolzano: Fratter e il nuovo arrivo Irmen.

Quest’anno il Bolzano ha cambiato molto come ti trovi con questi nuovi compagni?

Abbiamo cambiato molti giocatori quest’anno però il clima in spogliatoio è stato fin da subito molto positivo e propositivo. Tutti pronti ad aiutare tutti.

Tu che hai grande esperienza, e col Bolzano hai vinto praticamente tutto, dove può arrivare questo Bolzano?

Questo Bolzano si trova all’inzio di un progetto che ha visto un rinnovamento del parco giocatori e l’arrivo di un allenatore di esperienza come Adolf Insam.
Sono stati introdotti un paio di ottimi giocatori molto giovani come Marco Insam e Anton Bernard che possono rappresentare il futuro a Bolzano ed insieme a loro è stata data la possibilità a numerosi giovani del vivaio di partecipare a questo inizio di stagione.
Bolzano arriverà dove la voglia, le forze, le motivazioni e il lavoro gli permetteranno di arrivare. Non siamo focalizzati su un risultato in classifica bensì nella crescita e nella compattazione di un gruppo che potrà ambire a risultati importanti negli anni a venire.

E come vedi gli stranieri?

Due di loro (Zaba e Irmen) l’anno scorso hanno giocato almeno una partita nella prestigiosa Nhl, sono ragazzi simpatici che si stanno ambientando all’Italia ed al campionato italiano.
Il primo dà molta fiducia alla nostra difesa mentre Irmen è appena arrivato.
Mazzolini e Fretter arrivano da ECHL e AHL ed entrambi sono stati giocatori fondamentali alle loro squadre la scorsa stagione e sono sicuro che faranno vedere ottime cose nel corso della stagione.
Gli altri (Lehtinen, Souza, Ruggeri e Gordon) hanno già calcato le piste europee ed il campionato italiano. Sappiamo tutti quali sono le loro caratteristiche e le qualità che possono mettere a disposizione della squadra.

Bene, detto degli italiani, degli stranieri e Dorigatti come si vede in questo Bolzano? quanto puoi essere determinante?

Per ora non sono molto soddisfatto del mio inizio di campionato. In pre-season avevo ottime sensazioni ma non sono ancora riuscito a giocare come vorrei.
Spero di poter crescere e poter supportare al meglio i miei compagni.
Credo comunque di poter in qualsiasi momento offrire la mia disponibilità ed il mio supporto al gruppo soprattutto ai nuovi innesti ed ai ragazzi più giovani.
L’esperienza accumulata durante questi anni può sicuramente aiutare nei momenti di difficoltà ancor più che nei momenti di gloria.

Dopo il primo girone, avendo affrontato tutte e otto le altre squadre, chi vedi favorita al momento?

Non vedo una favorita. Credo ci siano molte squadre ben atrezzate che stanno ancora costurendo una propria identità.
Inoltre i risultati del primo girone sono spesso condizionati dalla forma fisica e dal carico di lavoro. Proprio per questo motivo credo sia difficile sbilanciarsi.

Un ultima domanda, tu qualche anno fa hai giocato nella Valpe, grande rivelazione di quest’anno con il suo secondo posto, come l’hai vista giocandoci contro?

E’ una squadra che sfrutta molto la velocità e la transizione in zona neutrale.
Ha migliorato sicuramente la difesa rispetto alla scorsa stagione e questo le permette di avere una base più solida dalla quale rilanciare le azioni offensive.
Fino ad ora ha sfruttato molto le potenzialità della prima linea.
Come per tutte le squadre bisognerà considerare in futuro la profondità del roster e la stanchezza che si accumula.

Ti ringrazio a nome mio e di tutta la redazione di Hockeytime, vuoi fare un saluto finale?

Volentieri, colgo l’occasione per salutare tutti i lettori di HT che dimostrano quotidianamente la loro passione per questo sport che tutti noi adoriamo. Un saluto speciale a Carlo Palazzolo e Tony

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