Il camp di Vierumaki vissuto da Beatrix Larger

Il camp di Vierumaki vissuto da Beatrix Larger

di Andrea Valla

Abbiamo avuto la possibilità di rivolgere qualche domanda alla nazionale italiana Beatrix Larger attaccante delle Eagles Bolzano campione d’Italia 2009/10, reduce come altre due compagne (Elena Ballardini e Agnese Tartaglione) al training camp organizzato dalla IIHF presso lo Sports Instittute della cittadina finlandese di Vierumaki.

Oltre alle tre giocatrici azzurre hanno partecipato anche Manuela Friz al camp per allenatori e Wally Kaser che ha preso aprte al seminario sulla leadrship. Nella foto d’apertura sono la prima e l’ultima tra Ballardini, Larger e Tartaglione.
La nona edizione di questo camp svoltosi dal 3 all 11 luglio ha visto la partecipazione di 270 ragazze provenienti da 35 paesi di tutto il globo.

HockeyTime: Ciao Beatrix com’è stata questa esperienza, sia dal punto di vista sportivo sia da quello umano?

Beatrix Larger: «E’ stato bellissimo abbiamo imparato tantissime cose e abbiamo incontrato delle persone di tutto il mondo, una esperienza così ti resta per tutta la tua vita».

Puoi riassumerci brevemente come erano le giornate al camp?

«La giornata iniziava presto, dapprima facevamo colazione tutti insieme poi si andava a fare riscaldamento prima dell’allenamento. Finito l’allenamento sul ghiaccio si andava a farlo a secco e poi si faceva qualcosa per la squadra.
Dopo aver pranzato, ogni giorno si avevano meeting con tematiche diverse; l’antidoping era uno di questi temi. Dopo queste riunioni avevamo un po’ di tempo libero. Successivamente nel pomeriggio avevamo le partite ogni giorno sempre contro una squadra diversa.
Al termine della partita c’era l’allenamento defaticante, quindi avevamo la cena e poi avevamo tempo libero fino alle 22.30.

Hai trovato molta differenza tra le preparazione fisica e quella tecnica rispetto agli allenamenti che fai in Italia e con la nazionale italiana?

«Si certo ho trovato qualche differenza ma non sul tipo di allenamento. Si faceva solo molto più esercizio in termini di tempo, inoltre anche la tecnica era diversa, si faceva tutto simile a quello che facciamo in Italia ma in maniera più veloce».

Avendo avuto la possibilità di confrontarti con atlete di tutto il mondo come valuti il livello di voi ragazze italiane nei confronti delle ragazze presenti?

«Penso che noi ragazze nate negli anni ’93 e ’94 qua in Italia siamo fortissime. Per questo a Vierumaki non eravamo le più scarse nonostante il livello fosse alto. Noi ragazze italiane siamo state forti e ci siamo fatte valere».

Dopo questa esperienza ti piacerebbe provare a giocare in un campionato diverso da quello italiano?

«Si certo soprattutto perché nei campionati più prestigiosi ci sono più squadre e il livello stesso e più alto».

Vuoi dare qualche suggerimento o consiglio alle ragazze più piccole di te che avranno la possibilità di partecipare alla prossima edizione del camp?

«Si vorrei dire a tutte le ragazze che avranno la fortuna di partecipare di godere dal primo secondo fino alla fine perché al Camp il tempo passa veloce. Un altro consiglio è quello di portare un vocabolario con sé, per comunicare meglio con le ragazze di tutto il mondo presenti al Camp.

 Si ringrazia Beatrix Larger per la cortese disponibilità

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