Boston, ancora quel dannato uomo di troppo!

Boston, ancora quel dannato uomo di troppo!

Di Max Magi
31 anni fa, il 10 maggio del 1979, i Boston Bruins di Don Cherry uscivano sconfitti da una emozionantissima gara 7 contro Montreal a causa di un too many men on the ice che sarebbe poi entrato nella storia. Quella penalità avrebbe infatti permesso ai Canadiens di realizzare la rete della vittoria, contribuendo a consolidare una storica rivalità con Boston.

Ebbene, stasera i Bruins hanno preso gol nello stesso modo, tanto che ormai si potrebbe parlare persino di maledizione dell’uomo in più, anche se forse il termine più corretto sembra essere ingenuità: Lucic si è trovato per qualche secondo di troppo sul ghiaccio assieme ad altri cinque compagni di movimento e gli arbitri hanno agito di conseguenza. Un paio di minuti dopo, Simon Gagne, capitano e bandiera dei Flyers, ha così potuto realizzare una rete a dir poco storica. Ancora altri 7 minuti e 8 secondi di gioco, e la più grande rimonta nella storia della NHL si sarebbe quindi conclusa con successo.

Certo, nell’impresa erano già riusciti in passato i Toronto Maple Leafs nel ’42 e i New York Islanders nel ’75, ma nessuno, dopo aver recuperato tre partite di svantaggio, aveva poi dovuto rimontare pure tre reti nella settima e decisiva partita. I Flyers l’hanno fatto, ammutolendo il TD Garden di Boston e facendo impazzire tutta Philadelphia, oltre ovviamente al Wachovia Center dove, come già due sere prima nel Bell Centre di Montreal, si erano radunati i tifosi della squadra che giocava in trasferta per soffrire e festeggiare tutti assieme guardando la partita in diretta sui monitor.

La partita è stata un appassionante concentrato delle precedenti sei, sia per emozioni che per andamento. Nel giro di un quarto d’ora, grazie anche a una doppietta di Lucic e a un paio di powerplay (caro Briere, quand’è che imparerai a contenerti un pochino?), i Bruins erano già in vantaggio per 3-0, proprio come lo erano stati nella serie una settimana prima.

A quel punto Peter Laviolette faceva il suo piccolo grande capolavoro: sprecava l’unico time-out disponibile non per dare disposizioni tattiche ma per richiamare i ragazzi all’ordine e ordinare loro di segnare almeno una rete prima dell’intervallo. E la squadra lo ascoltava: James van Riemsdyk realizzava in maniera un po’ rocambolesca il suo primo gol in carriera nei playoff e i Flyers rientravano negli spogliatoi con due sole reti di svantaggio e qualche speranza in più. Nel secondo periodo Hartnell e Briere completavano la rimonta, proprio come Philadelphia aveva fatto nell’ambito della serie, presentandosi all’ultimo atto sul 3-3, e dopo il secondo intervallo, come già detto, sarebbe poi stato Gagne a rompere questa insostenibile situazione di equilibrio.

History will be made, recitano da qualche mese i bellissimi spot della NHL. Sì, questa sera history has been really made. E adesso spazio all’ultima serie della Eastern Conference, la finale che sicuramente quasi nessuno si aspettava, fra la sesta e l’ottava qualificata della regular season. Visto l’andamento altamente spettacolare ed emozionante delle semifinali, è chiaro che l’attesa è grandissima e che tutti sperano di poter assistere a una serie che sia all’altezza di quelle che l’hanno preceduta. Di certo c’è molta curiosità riguardo a quale sarà l’atteggiamento degli Habs che per la prima volta non si presentano da sfavoriti.

Dall’altra parte del continente c’è intanto attesa per il primo atto della finale della Western Conference fra San Jose e Chicago. I Blackhawks sono già atterrati in California, e oggi pomeriggio il coach Quenneville ha portato i suoi ragazzi in gita turistica ad Alcatraz, forse per tentare di far capire loro come ingabbiare la linea di Heatley, Thornton e Marleau…

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