UN CAMPIONE PER AMICO: Michele Berardi e la grande stagione dell’Asiago

UN CAMPIONE PER AMICO: Michele Berardi e la grande stagione dell’Asiago

di Andrea Valla

Sono poche le volte che ti capita di festeggiare la vittoria di una squadra che non tifi. Ecco quest’anno ho avuto questa strana emozione, ovvero essere contento per la vittoria dell’Asiago Hockey. A ciò hanno contribuito le numerose amicizie nate nella mia ormai ventennale frequentazione dell’Odegar, ma molto ha contribuito l’amicizia che mi lega a uno dei principali artefici fuori dal ghiaccio di questo tricolore, l’addetto stampa della Migross Asiago: Michele Berardi.

Pochi conoscono la mole di lavoro che ha fatto “dietro le quinte” Mich (come lo chiamo amichevolmente io) dalla realizzazione del sito al contatto con i giocatori, l’organizzazione e la sistemazione logistica e l’accoglienza dei giocatori, i contatti con i media (TV, radio, e siti internet), la realizzazione delle locandine promozionali della partita, insomma molto del lavoro fatto per la conquista di questo scudetto è passato tra le sue mani ed è a lui che ho voluto far raccontare questa stagione trionfale per i colori giallorossi asiaghesi.

HockeyTime: Ciao Michele, è tutto vero dopo nove anni l’Asiago è nuovamente campione d’Italia. Quali sono stati i primi pensieri e le prime emozioni dopo la vittoria?

Michele Berardi: In realtà non sono riuscito ad assimilare subito la nostra vittoria; si, dopo la sirena finale sono sceso in campo a festeggiare con tutti i giocatori e gli amici, soprattutto quelli della curva. Ho però iniziato a realizzare solo qualche ora dopo, a seguito dell’incontro con un vecchio amico che mi ha ricordato quanto sono stati difficili gli ultimi anni densi di sconfitte. E’ stata una nottata intensa e piena di significati cosi come lo sono stati giorni successivi: il paese ha realmente vissuto questo scudetto (forse perché è stato il primo ad essere vinto in casa) e vedere i tricolori tuttora appesi in numerose finestre di Asiago, è un emozione incredibile.

HT: Quanto è stata sofferta e quanto inaspettata questa vittoria? Probabilmente cosi c’è maggiore soddisfazione?

MB: Assolutamente! Ha dato tantissima soddisfazione perche ben pochi alla vigilia della stagione o addirittura dei playoff avrebbero realmente creduto sulla vittoria dell’Asiago, noi potevamo sperarci, si, ma quello è un altro discorso. E’ stata, quindi inaspettata cosi come sofferta anche se, in realtà, i turni precedenti dei playoff ci hanno riservato più sofferenze che una finale praticamente a senso unico con un Renon, probabilmente, in debito di ossigeno.

HT: Io direi che è risultato fondamentale l’apporto di coach Harrington nello spogliatoio durante l’anno e bravo anche John Tucker a mantenere alta la tensione durante la finale. Tu che sei stato a stretto contatto con loro raccontaci il duo John & John che persone sono?

MB: Harrington è una persona che mi è piaciuta fin dal primo approccio, ad Aprile 2009 quando era venuto ad Asiago per valutare la nostra offerta nonché l’ambiente. E’ una persona semplice e con tante cose da raccontare. Per quanto riguarda la nostra situazione ha ben gestito quanto gli è stato affidato ed ha portato una maggiore organizzazione che ci ha, poi, guidati a questo storico risultato. Mi ripete sempre la sua filosofia: “se si crede in qualcosa e si lavora duramente per ottenerlo, uniti come una squadra, ottime cose arrivano”
Tucker non ha bisogno di presentazioni: dopo il 2006, è tornato per la seconda volta sulla nostra panchina ed ha impiegato 5 minuti nel prendere la decisione di venirci ad aiutare ed il suo apporto, per quanto temporalmente ristretto, è risultato fondamentale nella conquista dello scudetto.
Gran parte del merito va anche al vice-allenatore Franco Vellar che ha messo a disposizione della squadra la propria esperienza.

HT: Quale credi che sia stato il punto della svolta che ha portato allo scudetto?

MB: Sinceramente credo che la modifica dell’assetto tattico abbia cambiato il volto della nostra squadra: infatti, per chi non lo sapesse, dopo le due sconfitte che abbiamo patito con il Fassa nelle prime due gare dei quarti di finale, lo staff tecnico ha deciso di giocare con un difensore in meno schierando un attaccante in più. Nella fattispecie Zappala è stato inserito affianco di Borrelli e Bellissimo mentre capitan John Parco è andato ad alzare abbondantemente il livello della terza linea. Credo che la forza dell’Asiago nella caccia allo scudetto sia stata proprio quella di avere tre linee molto forti, ognuna delle quali aveva nelle sue corde la possibilità di far girare l’incontro. Non a caso molte delle ultime partite sono state risolte dalla terza linea e, altrettanto, non a caso dal cambio di assetto tattico sono arrivate 12 vittorie a fronte di due sole sconfitte (2-1 e 3-1 esterni con il Val Pusteria).

HT: Quest’anno poi c’è stato anche il “cambio di regolamento” in ambito valutazione giocatori oriundi. Questo ha rischiato di ineficiare il vostro pluriennale progetto per italianizzare e valorizzare alcuni oriundi di buon livello.
Quanto avete avuto paura che poteva venire vanificato il progetto ed il lavoro di questi anni?

MB:Diciamo che il cambio di regolamento ha, in parte, intaccato il nostro progetto: equiparare un Bowman, Sullivan o Sirianni (tanto per citarne qualcuno e senza nulla togliere alle loro discendenze) a giocatori che hanno difeso i colori della nazionale per anni come Parco e Trevisani o altri due come Plastino e Bellissimo che sono qui da due stagioni, non la trovo una cosa molto giusta. Dall’altro canto gli ultimi anni non sono stati buttati: basti vedere il cambiamento che hanno fatto oriundi come Bellissimo e Plastino ma soprattutto Borrelli, passato dai 20 punti della prima stagione ai 68 di quella appena conclusa, e l’ottima crescita di molti elementi Asiaghesi che dopo un avvio di carriera professionistica difficoltosa, hanno iniziato a mostrare di che pasta sono realmente fatti.

HT: Poi arriva la lunga estate con molti silenzi da parte della società (non trapela nulla, ne sul nome dello sponsor e sulla definizione del roster, la piazza che “borbotta” e tu ogni volta mi manifesti la tua tranquillità consapevole che la dirigenza sta lavorando nella direzione giusta. Quanta soddisfazione c’è ora che la missione è compiuta per il fatto di aver convinto e zittito anche i tifosi più scettici?

MB: Quest’estate è stata molto lunga e difficile: come sapete abbiamo cambiato main sponsor e la parte “burocratica” ha fatto trascorrere molto tempo che ai più è apparso come “tempo perso”. Nel frattempo, però, erano già stati individuati tutti i giocatori che avrebbero composto la nostra rosa. Come dicevi avevo, comunque, la consapevolezza che la dirigenza stava lavorando nel verso giusto. In primo luogo sono arrivate delle conferme importanti, dopodiché, sono stati messi sotto contratto dei giocatori esperti, professionisti da lungo tempo e con una discreta conoscenza dei campionati europei come Ulmer, Henrich ed Intranuovo; ultimo, ma non ultimo, il ritorno di Strazzabosco credo che abbia dato un reale segnale a tutto il mondo hockeistico ma soprattutto ai nostri tifosi delle reali ambizioni di questo Asiago. Già a quel punto, dalle previsioni, eravamo data come 3-4 forza del campionato anche se la soddisfazione maggiore è, ovviamente, arrivata dopo lo scudetto quando tutti, anche i più scettici, hanno dovuto riconoscere il valore di questa squadra e del lavoro portato avanti.

HT: Un altro obiettivo raggiunto è quelle di essere riusciti a far tornare gremite le tribune dell’Odegar, cosa che sembrava impossibile solo dodici mesi fa. Come pensate di mantenere questi tifosi riconquistati?

MB: Essendo partiti dalle 300 unità presenti allo stadio non più di due anni fa, ritengo l’aver riempito nuovamente l’Odegar un grande successo. Il bello di tutto è che, al di la della partita, c’erano tantissimi tifosi prima e dopo le sfide a dimostrazione che creare un evento attorno alla partita può portare entusiasmo e partecipazione attorno al nostro sport. Ora l’obiettivo è, appunto, quello di cercare di trattenere queste persone nonché di mantenere vivo l’interesse attorno a noi anche nella prossima stagione; sarà la parte difficile, ma continuando su questo passo potrebbero arrivare parecchie soddisfazioni.

HT: A questo scudetto molto hanno contribuito anche quei giocatori locali che hanno avuto la forza di non mollare in questi anni bui (Tessari, Benetti, Presti Miglioranzi su tutti). Cosa vuoi dire a questi giovani?

MB: Sicuramente non sono nella posizione per poter dare consigli a questi talentuosi giocatori. Quello che posso amichevolmente dirgli è di continuare così e soprattutto di prendere questo scudetto non come un punto di arrivo ma come un punto di partenza verso nuovi e, magari, più ambiziosi traguardi.

HT: Con una punta di malizia ti chiediamo: questo scudetto è anche una piccola rivincita verso coloro che in questi anni non hanno creduto in Voi e hanno cercato di screditare il vostro lavoro? la vostra società in questi ultimi anni ha raccolto molti risultati negativi e anche critiche (anche nello stesso Altopiano), Quanto è stato difficile lavorare con serenità in questi anni ??

MB: Nel corso di questi anni sono arrivate molte critiche e molte persone hanno espresso il proprio disappunto quando il progetto dell’Asiago è partito. Era stato pubblicamente precisato dai vertici societari che sarebbero seguiti anni di sofferenze : queste sofferenze sono arrivate, abbiamo perso tante partite ed ingoiato tanti bocconi amari ma tutti eravamo consapevoli che il progetto richiedeva questo. Gradualmente abbiamo iniziato ad alzare il tiro, cominciando a plasmare la formazione attorno ai giocatori di casa fino ad arrivare al principio di questa stagione con l’obiettivo di arrivare in semifinale e poi di giocarci tutte le nostre carte. Il resto, ormai, è storia.

HT: Progetti per la prossima stagione? Averte anche l’impegno europeo nelle Coppe. Pensate di onorarlo e partecipare? Siete preoccupati dalla lunga stagione che si prospetta?

MB: Non sono la persona più indicata per darti questo tipo di risposta, ma personalmente non vedo ostacoli che precludano la nostra partecipazione all’impegno europeo, ma il tutto verrà deciso dal Direttivo Esecutivo, e quindi appena verrà ufficializzato verrà emesso un comunicato stampa in merito

HT: Infine ti chiediamo se vuoi fare un a dedica particolare per questo scudetto.

MB: Per quanto mi riguarda, e anche per quanto probabilmente riguarderà molti altri, questo scudetto è dedicato in primo luogo a Darcy Robinson uno dei primi giocatori della “rinascita” dell’Asiago che ci ha lasciati ormai da quasi tre anni; in secondo luogo a tutti quelli che non hanno mai smesso di crederci e hanno continuato ad appoggiare la squadra e la società anche nei momenti di maggiore difficoltà.

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