La lunga mano ferma di Halak

La lunga mano ferma di Halak

Di Max Magi

Da circa un paio di mesi vengono spesso trasmessi dalle emittenti televisive canadesi, CBC e TSN in primis, dei bellissimi spot della NHL con immagini al rallentatore (prima in avanti, poi al contrario) riguardanti giocatori e momenti che hanno fatto la storia della Stanley Cup.

Ora, se qualche giorno fa un tifoso di Ottawa ne ha addirittura messa in rete una versione (molto ben fatta, devo dire) riguardante il gol di Matt Carkner al terzo OT contro Pittsburgh nella serie conclusasi pochi giorni fa tra Senators e Penguins, cosa dovranno fare a Montreal in onore di Halak dopo un tris di prestazioni che farebbe invidia a Nembo Kid? Non mi stupirei se a Montreal venisse persino inaugurata a breve una place o un boulevard Halak, o venisse comunque intrapresa una qualsiasi iniziativa per celebrare e ricordare un’impresa che, sia chiaro, indimenticabile lo resta in ogni caso.

Ogni portiere ha la sua storia, i suoi momenti sì e quelli no. L’anno scorso, sempre di questi tempi, primo turno dei playoff, era celebre l’immagine di Price che, durante la quarta gara contro Boston, alzava in segno di resa e sconforto le braccia mentre l’intera tifoseria lo sbeffeggiava con feroce sarcasmo dopo un intervento di ordinaria amministrazione.

Un anno dopo, nella sesta straordinaria gara contro Washington, è capitato qualcosa che non ricordavo di aver mai visto prima: al gol subito da Halak nel terzo periodo di gioco, tutta la tifoseria che gremiva il Bell Centre si è alzata in piedi ad applaudire il loro portiere, e stavolta non c’era il benché minimo sarcasmo in quel gesto; era un’autentica, genuina, commossa standing ovation, perché Halak aveva appena compiuto qualcosa di prodigioso parando tutti i precedenti 51 tiri dei Capitals.

Si trattava di un’impresa che poneva le basi per una vittoria storica e consentiva agli Habs di giocarsi il tutto per tutto in una gara 7 che sinceramente, come già scritto la settimana scorsa, non mi sarei mai e poi mai aspettato di veder giocare. Dopo la quarta partita, la seconda in quel di Montreal, sembrava che per i Canadiens fosse game over, con Halak lasciato in panchina dopo una prestazione inguardabile e il povero Price gettato sotto il bombardamento di Ovechkin e compagnia bella.

Era finita, i Capitals avevano reagito da numeri uno alla sconfitta iniziale e tenevano la qualificazione alle semifinali di conference in tasca. Due giorni prima, subito dopo gara 3, Ovechkin era stato addirittura spietato in conferenza stampa uscendosene con un’infelice battuta sulla mano di Halak che, a suo dire, mentre reggeva la borraccia dell’acqua tremava più del dovuto denotando un carattere fragile e inadatto ai playoff… Insomma, si tornava a Washington per quella che doveva essere una pura formalità, come del resto lo erano state le due precedenti partite, e, perso per perso, Jacques Martin decideva di rimettere in pista Halak, e la risposta del portiere slovacco era esemplare: 37 parate su 38 tiri e un sorprendente 2-1 per gli Habs.

Okay, bravo Halak, ma non può giocare così per due volte di fila, non contro un attacco come quello di Washington, e a Montreal si chiuderà la serie, con una partita di ritardi sui tempi previsti. Lo pensavo io, e non ero di certo il solo. E difatti… 53 parate su 54 tiri, alcune apparentemente impossibili, mischie sotto porta talmente furibonde che non ci avrebbe capito nulla nemmeno Moana Pozzi. Monumentale! Gara 7, dunque. Di nuovo a Washington. Per l’ultimo, decisivo atto.

Stavolta i Capitals non possono sbagliare, non esiste proprio che Halak ne indovini tre di fila. Contro Oveckin, Syomin e Backstrom? Dai, non scherziamo… Eppure il nuovo eroe di Montreal ne para altri 41 (131 su 134 nelle ultime tre partite!) facendosi battere solo a un paio di minuti dal termine. E Montreal vince. Vince e passa il turno recuperando da 1-3. Pazzesco.

Rimane solo un piccolo strascico di polemiche per la rete annullata ai Capitals all’inizio del terzo periodo, ma sono certo che domattina non si parlerà quello bensì di Halak, e in molti si chiederanno se al momento della finale stretta di mano fra le due squadre Ovechkin abbia notato qualche tremore in quella di Halak… Ma non ora, mentre scrivo a tarda sera. In questo momento è solo tempo di fare festa, e se per il centro di Ottawa sento risuonare i clacson festosi di alcuni tifosi Habs giustamente euforici, non oso immaginare cosa stia succedendo per le strade di Montreal…

Giovedì inizia già il secondo turno dei playoff NHL: si comincia con San Jose-Detroit, poi venerdì tocca a Pittsburgh e Montreal, e sabato i primi atti delle serie Boston-Philadelphia e Chicago-Vancouver. Dopo essermi sputtanato a dovere coi primi pronostici nel primo turno, mi ripeto nel secondo e “vedo” nelle finali di conference Pittsburgh e Boston a Est e Vancouver e Detroit a Ovest, per cui, se avete voglia di scommettere, potete tranquillamente puntare i vostri risparmi sulle altre quattro squadre, è un consiglio sicuro…

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