Intervista a Denis Boblenkov

Intervista a Denis Boblenkov

Hockey Time ha avuto la possibilità di intervistare Denis Boblenkov, un giovane giocatore russo emigrato un paio di stagioni orsono in Nord America per trovare più spazio e giocare di più. Con la nascita della Kontinental Hockey League il livello del gioco in Russia si è alzato, ma sono diminuite di fatto le chance per i giovani di ottenere un posto nel roster delle diverse squadre. Molti giovani giocatori infatti negli ultimi anni sono emigrati nelle diverse leghe giovanili d’oltre oceano, basta pensare a giocatori come Aleksandr Burmistrov, Stanislav Galiev o Kirill Kabanov e alle loro alterne fortune.

La carriera di Denis Boblenkov, che ha partecipato a diversi camp organizzati dall’ex Milano Matt Smith, ha subito una svolta durante questa stagione, quando è stato inserito nei ranking del Central Scouting della NHL in vista del prossimo draft. Nato a Mosca il 2 maggio ’90, Boblenkov è un difensore difensivo dotato di un’ottima stazza (192×105) e di ottime doti di copertura.

Ciao Denis. Raccontaci di te. Dove sei nato? Quando hai iniziato a giocare a hockey?

Sono nato a Mosca, in Russia. Ho iniziato a giocare a hockey abbastanza tardi, a dieci anni.

Qual è stata la tua prima squadra?

La mia prima squadra si chiamava “Severnaya Zvezda” (Stella del Nord, nda), a Mosca. Questa squadra giocava nella seconda divisione del campionato per i giocatori nati nel 1990.

Come mai hai scelto di giocare proprio a hockey e non ad altri sport come il calcio o il basket?

Quando era giovane mio padre giocava a hockey. Quando avevo intorno ai nove anni siamo andati a veder giocare la Dinamo Mosca. Mi è piaciuto molto. Mi sono semplicemente innamorato dell’hockey. Poi ho iniziato a pensare che anche io avrei voluto giocarci. Io e mio papà siamo andati qualche volta a pattinare e così ho deciso di provare con la Severnaya Zvezda. Perché proprio l’hockey? Non lo so. Probabilmente per mio padre: lo ama molto.

Potresti parlarci brevemente della tua carriera?

Dopo la stagione alla Severnaya Zvezda sono passato ai “Marinskie Medvedi” (Orsi di Marino, nda), sempre a Mosca. Aleksei Utkin, l’allenatore, è colui che mi ha mostrato il modo di giocare canadese. L’anno successivo ho giocato per i “Serebryannye Akuly” (Squali d’argento, nda), ancora a Mosca. Abbiamo vinto il campionato di seconda divisione nel 2002. È stata un’ottima stagione, abbiamo giocato molte partite in tutta la Russia.

In tutto ho giocato due stagioni con gli Squali. Poi ho provato a entrare nel roster della Dinamo Mosca, in prima divisione, ma non ero bravo abbastanza. Però ho continuato a lavorare duro e ho ottenuto una chance di giocare per il Rus, in prima divisione. Ho giocato in questa squadra metà stagione, poi sono tornato agli Squali, nella squadra under 21. L’anno successivo ho giocato sia per la squadra under 21 che per la squadra under 19 ed ero capitano di entrambe le formazioni. Il mio allenatore era Boris Goltsev. Un ottimo professionista e un allenatore con la A maiuscola. Ho imparato moltissimo da lui.

Poi nel 2007 sono arrivato in Canada. Ho partecipato a un camp estivo con i Bredford Rattlers. Sono entrato nel lineup e ho giocato un’ottima stagione con i Rattlers. L’estate successiva ho partecipato al camp con Matt Smith e Jenya Feldman e dopo il camp ho provato con i Syracuse Stars. Anche qui sono riuscito a entrare in squadra ed è stata un’ottima stagione. Ora gioco il mio miglior hockey. Ho imparato molto sia dalla società che dagli allenatori ed è stata un’ottima esperienza. Sono anche entrato nella lista dei giocatori da seguire pubblicata dagli osservatori NHL, ottenendo una C (all’inizio dell’anno il Central Scouting Bureau, l’ufficio centrale degli osservatori NHL, pubblica una lista di giocatori da seguire appunto, dando una valutazione all’americana da A a C. La C significa “giocatore sotto osservazione. Potenziale scelta negli ultimi turni del prossimo draft”, nda). Ho la possibilità di essere scelto nel draft NHL di quest’anno.

Potresti descrivere il tuo stile di gioco?

Sono principalmente un difensore “stay-at-home”. Sono alto 192 centimetri e peso 105 chili. Provo a giocare un hockey duro e intelligente al tempo stesso. In questa stagione ho giocato in tutto 47 partite e ho ricevuto 22 minuti di penalità. Gioco spesso in inferiorità numerica e blocco molti tiri, solitamente cinque o sei a partita. Questa stagione ho avuto un +/- di +8. Sono un giocatore di squadra. Non segno molto, ma faccio tutto il possibile affinché la mia squadra vinca.

Come mai hai deciso di lasciare la Russia? Sei soddisfatto della tua decisione?

Non avevo chance di giocare in una squadra professionistica in Russia. Però ho avuto la possibilità di giocare in una lega junior in Nord America e migliorare. Sono decisamente soddisfatto di aver preso questa decisione. Sono entrato nella lista dei giocatori che possono essere draftati in NHL. Non credo che sarebbe potuto accadere se avessi continuato a giocare a Mosca.

Cosa ci puoi dire della lega in cui giochi, l’Eastern Junior Hockey League?

È una buona lega, il gioco è molto veloce. È un campionato orientato verso i futuri giocatori del college. Ci sono molti hockeisti di talento, di alto livello. Diversi giocatori si sono già impegnati squadre NCAA di prima e terza divisione (I campionati universitari non hanno una seconda divisione, nda). Le partite sono seguite da molti osservatori, le più importanti anche da osservatori NHL.

Hai partecipato in passato ai camp di Matt Smith. Quanto sono stati importanti nella tua crescita come giocatore?

I camp estivi sono molto importanti. È fondamentale lavorare bene d’estate perché la preparazione estiva si riflette nel corso di tutta la stagione. I camp di Matt e Jenya sono molto interessanti e divertenti. Ci sono sempre ottimi giocatori. Questi camp mi hanno aiutato a capire meglio l’hockey nordamericano.

Tornando al draft NHL, pensi di essere scelto?

Se sì, non nei primi round. Sono nato nel ’90 e questa è la mia ultima chance di essere draftato. Ma sarei molto contento di esserlo in ogni caso.

Quale giocatore NHL o KHL prendi come esempio sul ghiaccio?

Mi piace molto Tyler Myers dei Buffalo Sabres. Lo vedo spesso giocare e mi piace molto il suo stile. Poi è del ’90, come me. Cerco anche di seguire i difensori russi che giocano o hanno giocato in NHL. Aleksandr Khavanov, Andrei Markov, Fedor Tyutin, Anton Volchenkov. Giocatori fantastici. Si possono imparare moltissime cose da loro semplicemente guardandoli giocare.

C’è qualcosa su di cui cerchi di lavorare in modo specifico?

Cerco sempre di lavorare su ciò che può rendermi un giocatore migliore. Praticamente tutto: il tiro, il pattinaggio, il gioco con il disco. Ci sono molti aspetti su cui lavorare.

Qual è stato il momento migliore della stagione?

La vittoria 7-6 contro i New Empshire Monarchs il 23 gennaio.

E il peggiore?

Le due partite che abbiamo perso contro i New Jersey Hitmen. Siamo stati migliori per tutta la stagione e nella regular season li abbiamo battuti due volte su tre, ma abbiamo perso entrambe le sfide ai playoff.

Puoi descriverci la tua giornata tipo?

Mi sveglio alle otto e vado all’allenamento mattutino dopo la colazione. Dopo l’allenamento sul ghiaccio dormo per un paio d’ore, mi sveglio intorno all’una. Faccio pranzo e poi di nuovo allenamento. Prima di scendere sul ghiaccio faccio un po’ di stretching e di riscaldamento. Cerco sempre di arrivare alla pista prima dell’inizio dell’allenamento vero e proprio in modo da avere un po’ di tempo per lavorare sul tiro e sul pattinaggio. L’allenamento dura un’ora e mezza, poi vado in palestra. Ceno intorno alle sette di sera. Dopodichè vado in un posto vicino a casa ad allenare il tiro per circa mezz’ora. Infine faccio uno spuntino e la doccia. Vado a dormire intorno alle nove, nove e mezza.

Quante stecche hai usato quest’anno?

Sinceramente non le ho contate, ma penso più di quaranta.

Film preferito?

Leon.

Libro preferito?

Cruisers, di Valentin Pikul.

Piatto preferito?

Petto di pollo servito con spaghetti.

Squadra NHL preferita?

Washington Capitals.

Squadra KHL preferita?

Dinamo Mosca.

Ultima domanda, Stanley Cup o oro olimpico?

Stanley Cup.

Ultime notizie
error: Content is protected !!