Mondiali III Divisione: che pasticcio!

I mondiali di III divisione quest’anno promettevano di essere un evento da ricordare per lo storico ingresso degli Emirati Arabi Uniti, il ritorno dell’Armenia dopo la sospensione inflitta dalla IIHF per le irregolarità nei passaporti dei molti americani con antenati armeni e la prima storica organizzazione della Grecia. La IIHF aveva deciso, visto il numero record di partecipanti,otto, di dividere il mondiale in due gruppi, come accade per le altre divisioni, assegnandone uno alla Grecia e l’altro all’Armenia. La decisione aveva in effetti suscitato qualche perplessità, per lo stato dell’hockey greco, alle prese col cronico disinteresse della federazione, il cui presidente è un ex gloria del pattinaggio e quindi poco interessato all’hockey, e la mancanza di impianti adeguati: l’unica pista, ad Atene, è di una società privata che quindi lascia spazi all’hockey solo nelle ore più improbabili. Anche la scelta di Yerevan non era stata accolta da tutti con favore, visto i cronici problemi che caratterizzano i rapporti tra Armenia e IIHF, costantemente in guerra (e le sospensioni degli ultimi anni lo dimostrano) per il rifiuto armeno di rispettare le regole sulla naturalizzazione dei giocatori.

Gruppo A in Lussemburgo

I primi problemi si manifestano in dicembre, quando i greci chiedono ai delegati IIHF di rimandare la visita preliminari perchè la struttura non è a disposizione; dopo di che in gennaio la visita si realizza, ma la IIHF capisce che lo svolgimento di un mondiale a atene è impossibile. “Letteralmente non c’era  nulla non solo di pronto – mi racconta un commissario IIHF – ma nemmeno di pensato. Non esisteva un piano per accogliere le squadre, uno straccio di calendario, nemmeno si sapeva in che giorni e orari la pista sarebbe stata a disposizione. I ragazzi della nazionale sono stati ammirevoli, hanno cercato di risolvere quanti più problemi possibili, ma davvero la federazione non poteva consentire un mondiale con tutte quelle incertezze”. Così dopo aver cercato aiuto pubblicando vari avvisi su internet, i giocatori greci sono costretti a gettare la spugna e la IIHF sposta in fretta e furia il mondiale in Lussemburgo, che lo aveva già ospitato nel 2008, ricevendo i complimenti per l’organizzazione. Così sulla pista di Kockelscheuer, alla periferia della capitale, scendono i padroni di casa, la Grecia, che si autotassa per pagarsi il viaggio, l’Irlanda e per la prima volta gli Emirati Arabi Uniti. Con le note disponibilità finanziarie gli sceicchi stanno investendo molto nell’hockey, fino a qualche anno fa passatempo per i tanti europei che lavorano lì, contrattando tecnici europei per le squadre giovanili (esistono campionati U9,12,14,17) e per i teams della Emirates Hockey League, lanciata per la prima volta come torneo professionistico quest’anno, con una buona copertura mediatica e affluenza di pubblico. La coppia finlandese che dirige la nazionale, Teemu Taruvuori e Matias Posio, è ben consapevole del lungo lavoro che li aspetta ma elogiano la politica della federazione: “qui ci sono tanti europei che giocano e sono molto utili per far crescere il livello del campionato locale, potremmo benissimo naturalizzarli per le regole IIHF, ma la federazione ha fatto una scelta precisa e ci ha chiesto di convocare solo giocatori locali per farli crescere. Non dobbiamo vincere tutto subito, le buone prove nell’Asian Challenge (medaglia d’argento dietro Taiwan ndr) dimostrano che questo gruppo può crescere.” Il debutto con la Grecia è un bel pugno nello stomaco, una sconfitta per 7-1 ma con elogi per l’organizzazione di gioco e il match successivo coi padroni di casa, che vincono sudando per 3-2 conferma che gli UEA non sono destinati ad essere il materasso dell’hockey mondiale. “Non ho mai visto una squadra debuttante in III divisione così di buon livello e preparata” dice il giornalista irlandese Marc Steigervald. Proprio gli irlandesi si aggiudicano il raggruppamento e la promozione in II divisione, una boccata di ossigeno fondamentale per l’hockey “verde” che ha vissuto due ultime stagioni interne travagliatissime, con il campionato interrotto per problemi organizzativi due anni fa e l’abbandono dei Dublin Rams e soprattutto degli storici Dublin Flyers quest’anno, a causa di problemi finanziari e contrasti con la federazione, accusata di non saper pianificare il calendario e organizzare in modo decente il campionato.

Gruppo B in Armenia

Ma quello che è successo con la Grecia non è nulla in confronto a quanto accaduto in Armenia: il mondiale è molto atteso nel paese; la nazionale, grazie ai contributi della comunità armena americana, si prepara in California disputando amichevoli con vari college e poi ospitando in Erevan la prima assoluta della neonata nazionale della Georgia, in un triangolare col Sud Africa, vinto facilmente dagli armeni. Proprio i sudafricani, retrocessi l’anno passato dalla II divisione, organizzano un servizio di streaming live in accordo con la IIHF per trasmettere la competizione a loro spese. Ma all’arrivo a Yerevan delle squadre – oltre a Sud Africa e Armenia ci sono Mongolia e Corea del Nord –  iniziano i problemi come ci racconta in esclusiva un giocatore sudafricano che chiede di rimanere anonimo: “Abbiamo subito capito che gli armeni non avevano nessuna intenzione di lascirci trasmettere lo streaming, prima hanno detto che c’erano problemi tecnici, poi hanno rimosso il collegamento internet dall’arena. Le squadre erano alloggiate tutte nello stesso albergo, con scorta armata che ci seguiva sempre, per sicurezza dicevano, ma in realtà, credo, per limitare i nostri movimenti. Il cibo in albergo era pessimo, quasi immangiabile anche a detta dei nord-coreani (il che è tutto dire…ndr), ma la cosa peggiore era la pista: l’arena è molto bella ma il ghiaccio pessimo: non esiste uno zamboni, semplicemente durante gli intervalli veniva gettata acqua sul ghiaccio e in alcuni punti c’erano letteralmente dei buchi dove il disco e i pattini cadevano dentro, con grande rischio per la nostra incolumità. Gli spettatori erano tutti muniti di fischietti, il che disturbava davvero tanto. La nazionale armena? beh, ti dico solo una cosa: studio in un college americano, mi sembrava di essere a scuola, sentivo solo accenti americani sul ghiaccio e il momento dell’inno era imbarazzante, nessuno lo sapeva!” L’esperienza sudafricana ha avuto un riflesso nell’assoluta mancanza di informazioni da Erevan: altrochè streaming in diretta, la IIHF non ha nemmeno ricevuto i gamesheets delle partite, come si può vedere sul sito. A togliere la federazione da una situazione di assoluto imbarazzo, se l’Armenia avesse vinto e fosse stata promossa con una squadra composta da giocatori tutti ineleggibili per le norme IIHF, ci hanno pensato i Nord Coreani, che hanno vinto la finale contro i padroni di casa per 5-2 e sono ritornati in II divisione dopo la retrocessione l’anno passato a Novi Sad. Ora ci si aspetta che la IIHF prenda provvedimenti, ma ci si chiede anche dove fossero i commissari IIHF durante il torneo per avallarne la regolarità e soprattutto cosa abbiano visto di così buono durante le visite preliminari per autorizzare lo svolgimento del campionato

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