Mondiali II Divisione: conferme e sorprese

Mondiali II Divisione: conferme e sorprese

La settimana scorsa si sono svolti i Mondiali di II Divisione, il gruppo A in Città del Messico e il gruppo B a Narva (dopo che inizialmente era stato previsto a Tallinn), in Estonia.

Gruppo B dominato dall’Estonia
risultati

Proprio il gruppo B è quello che ha offerto le sorprese minori: i padroni di casa dell’Estonia, dopo l’atroce beffa dell’anno passato a Novi Sad, quando la Serbia strappò loro la promozione vincendo un’incredibile partita, hanno stra-dominato il torneo, lasciando alle altre squadre letteralmente le briciole. 62 reti fatte e appena 5 subite sono il segno più chiaro di un cammino trionfale e senza ostacoli: 17 reti ad Israele ed alla Nuova Zelanda, 13 alla Cina, “appena” 6 alla sorprendente Islanda e 7 alla Romania nell’ultima giornata, in quella che era considerata la finale, visto che le due squadre arrivavano a punteggio pieno. Questa grandine di reti porta soprattutto la firma dell’attaccante dello Jesenice Andrei Makrov (14 in 5 gare), opaco durante l’anno con il club, esplosivo con la casacca biancoazzurra della nazionale. L’ottima campagna rappresenta i primi frutti della nuova conduzione tecnica, fortemente voluta dalla federazione, del duo finlandese Ismo Lekhonen-Jukka Ropponen, che da un anno stanno lavorando con pieni poteri ad ogni livello dell’hockey estone, da tempo bisognoso di una scossa per togliere la polvere da nobile decaduta. Stesso ruolo che loro malgrado recitano anche Romania e Cina: ma mentre i romeni hanno qualche motivo per essere ottimisti con una nuova generazione di giocatori, con l’interessante ’93 Roberto Gliga della Steaua su tutti, la Cina, fino a qualche anno fa ospite fisso della Divisione I, continua a declinare, con riuscendo a consolidare un movimento con enormi prospettive ma che rimane confinato nelle città del nord. L’esperimento China Sharks, voluto dai San Josè Sharks per conquistare il mercato cinese, è naufragato dopo solo una stagione e la nuova franchigia dei China Dragons, comandata dallo stesso coach della nazionale, il bielorusso Andrei Kovalev che lascerà dopo questo mondiale, è arrivata straultima nell’Asian League. Anche quest’anno la Cina ha rischiato seriamente di precipitare in III divisione, presentando un hockey elementare e prevedibile, senza nessun giocatore che possa rappresentare un investimento per il futuro. Per contro, la neo promossa Nuova Zelanda e soprattutto l’Islanda possono tornare a casa con grande ottimismo. Gli AllBlacks, indicati ad molti per un pronto ritorno in III divisione, finiscono il torneo con due vittorie e la convinzione di poter sopravvivere a questo livello: se davvero si concretizzasse la possibilità, ventilata da tempo, di introdurre un team neozelandese nella più competitiva Australian Ice Hockey League, sicuramente l’hockey locale avrebbe la possibilità di crescere ulteriormente. Accanto all’ interessante goalie Zak Nothling, che si è formato da junior in Bielorussia al Keramin, si sono confermati come una coppia di buoni realizzatori anche in II divisione Brett Speirs e Bert Haines, entrambi dei Queenstown Rangers. Ancora meglio hanno fatto gli islandesi, medaglia di bronzo dietro le due “grandi” e unica squadra a non essere travolta dagli estoni: dopo alcuni anni di ascensore tra II e III divisione sembra proprio che l’Islanda si sia stabilizzata a questo livello, proponendo un hockey ben interessante. Merito principale è del coach Richard “Riku” Tahtinen, bravo a costruire un gruppo molto solido, in cui forse l’unica vera “star” è Daniel Alengaard, che gioca in America nel college di New England, ma i molti giovani che giocano in Svezia (occhio a Petur Maack del Morrum) e Danimarca assicurano un futuro di un certo livello, che ovviamente il modesto campionato locale, con solo 3 squadre, non può garantire. Da ultimo Israele: due anni fa gli israeliani conquistavano una storica I divisione, arrivando a giocare con nazioni importanti dell’hockey come Germania e Ungheria, l’anno prossimo torneranno a misurarsi coi “peones” dell’hockey mondiale. Inoltre l’ingresso degli Emirati Arabi creerà prevedibili problemi politici per lo svolgimento dei mondiali. Con un roster di sole 3 linee e la defezione di tutti i migliori giocatori, eroi di quella promozione, obiettivamente era difficile poter fare di più, ma questa retrocessione è soprattutto figlia dei contrasti all’interno della federazione che spaccano da alcune stagioni l’hockey israeliano tra il partito dei “russi” e quello di locali e hanno determinato l’allontanamento di coach Perron, artefice dello sviluppo degli ultimi anni, e il rifiuto dei migliori.

Gruppo A, la spunta la Spagna
risultati

Grande sorpresa invece in Messico, dove sulla pista Lomas Verdes della capitale, la Spagna ha conquistato una storica promozione in I divisione, prima assoluta per l’hockey spagnolo che si è guadagnato addirittura una notizia sul famoso quotidiano “El Pais” dopo questa impresa. il torneo si è deciso in realtà nelle prime due giornate, quando gli spagnoli hanno affrontato e battuto le due rivali per la promozione, l’Australia, retrocessa l’anno passato dalla I divisione, e il Belgio, autore l’anno scorso di un ottimo mondiale a Sofia, quando arrivò una storica medaglia d’argento dietro la Corea del Sud. 6-0 senza discussioni contro gli australiani e 6-1 contro il Belgio sono stati i risultati con cui gli spagnoli si sono sbarazzati dei rivali e si sono trovati la strada spianata, in quanto i modesti Messico, Bulgaria e Turchia, neopromossa e subito retrocessa,non potevano certo rappresentare un valido avversario. La generazione degli anni ’90 regala quindi alla Spagna una possibilità unica, ma prova anche il buon lavoro della federazione, che negli ultimi anni ha investito molto per far giocare le squadre spagnole giovanili di club nei campionati francesi per fare esperienza e mandare i migliori under 18 in Finlandia. Così talenti come Alejandro Pedraz (KalPa Kuopio) aprono la strada per i prossimi gioiellini, il portiere Anders Alcaine, quest’anno limitato da una serie di infortuni, ma l’anno passato decisivo nel titolo del Barcelona, e l’attaccante Juan Munoz, sempre del Barcelona, dovrebbero essere i prossimi a lasciare il modesto campionato spagnolo per tornei più competitivi.Grande delusione per l‘Australia che puntava a un immediato ritorno in I Divisione, ma i canguri hanno sbagliato completamente la prima gara, errore fatale in un torneo di sole 5 partite. Vetrina, accanto ai nomi già noti di Webster,Oddy e Ezzy, per il 19enne rivelazione degli Adelaide Adrenaline Wehebe Darge, eletto miglior giocatore della squadra. Ancora più deluso il Belgio dopo il torneo dell’anno scorso: due sconfitte con Australia e Spagna e una sola vittoria convincente, con la cenerentola Turchia: un deciso passo indietro per la truppa di Jozsef Lejeune. La Bulgaria presenta la stessa squadra . praticamente lo Slavia Sofia – da anni, tanto che il portiere è sempre Konstantin Mikhaylov, oggi 41enne: nulla di che ma sufficente per evitare la retrocessione. Si aspettava di più il Messico, che sta inserendo in prima squadra la generazione dei ragazzi americani discendenti di messicani, che vince una sola partita, esattamente come succede da qualche anno, quella che conta per non retrocedere. Il “finlandese” (gioca nel Kettera) Bryan Arroyo è stato l’unico a segnalarsi. Da ultimo la Turchia: gli investimenti della federazione e la crescente popolarità dell’hockey avevano bisogno di una permanenza in II Divisione, ma la squadra si è dimostrata assolutamente inadatta a questo livello: anche le partite con le abbordabili Messico e Bulgaria si sono rivelate dei disastri. La scelta della federazione di licenziare in malo modo l’anno passato il coach americano Jim Maceachern per sostituirlo con lo sloveno Matjaz Mahkovec non si è rivelata una buona decisione.

Ultime notizie
error: Content is protected !!