Elmar Parth: Stanchezza e infortuni penalizzanti per noi

Elmar Parth: Stanchezza e infortuni penalizzanti per noi

Subentrato a playoff in corso, coach Elmar Parth ha saputo trasformare i ragazzi del Gherdëina portandoli a ribaltare la serie con il Real Torino, eliminare gli ex Campioni di A2 del Vipiteno e contendere all’Appiano il titolo 2009-10. Abbiamo voluto che fosse lui a raccontarci la stagione dei ladini e dare spazio, così, alla seconda finalista del torneo cadetto di questa stagione.

 

Quanto ha influito in finale la lunga serie disputata contro il Vipiteno in termini di stanchezza fisica e mentale ?

Penso che nella serie con il Real Torino abbiamo incontrato una squadra molto combattiva e forte, contro i quali abbiamo giocato sette partite. Nelle semifinali con il Vipiteno, che secondo me valevano quanto le finali, abbiamo stentato: per questa ragione contro l’Appiano siamo arrivati fiacchi; ma niente scuse per noi, c’è da dire che se i Pirati hanno sofferto contro il Merano, loro erano più freschi, avevano un paio di giocatori come, per esempio, Tuzzolino arrivato a fine Regular Season, il quale era in condizione fisica migliore che gli ha permesso di giocare molto bene, inoltre si sono rinforzati con Demetz. Penso siano questi i motivi che hanno permesso loro di vincere.

E l’assenza degli infortunati come Leo Insam o Stefan Glira?

Molto, perché avevamo difensori giovani che durante l’anno si sono espressi bene, ma hanno giocato poco, per cui l’assenza di Leo Insam e Glira sono pesate.

 
 

Elmar Parth - www.aurorafrogs.it

Nei playoff il Gherdëina ha subito 17 reti totali di cui 6 in penalty killing. In una serie finale dove ha regnato l’equilibrio, le penalità ricevute sono state l’elemento che maggiormente ha condizionato la vostra serie?

Sì, abbiamo subito troppi minuti,  e a volte abbiamo giocato troppo duro. Non siamo stati furbi abbastanza: diciamo che ci siamo scavati la fossa da soli, perché sapevamo che l’Appiano era molto forte in power play. Noi invece pativamo in penalty killing per via delle energie perse che, sommate alle partite nelle quali dovevamo recuperare, una volta  raggiunto il pareggio eravamo troppo stanche per chiudere l’incontro. Questo è il miglior riassunto della serie contro l’Appiano

Con l’esonero di Paul Adey la squadra ha cambiato marcia. Cosa non ha funzionato con il coach britannico?

Adey ha fatto un grandissimo lavoro per quanto concerne la condizione. Ciò che secondo me non ha funzionato è stato il sistema di gioco: la squadra era troppo lunga, giocava con due attaccanti alti e, considerando che la difesa stentava per via degli infortuni, dovevano aiutarla maggiormente e stare più bassi.    

Quali interventi ha apportato alla squadra per trovare la giusta alchimia?

Ho impostato il forechecking con un solo giocatore, difensivamente abbiamo giocato più alti e gli attaccanti riuscivano a tornare indietro prima e lottare in zona neutra.

In Gara 4 di finale ha alternato i portieri. Scelta tecnica o altro?

E’ stata una scelta tecnica. Avevamo perso tre partite di seguito con Grossgasteiger, il quale, tra l’altro, ha disputato un buonissimo campionato. Ha avuto qualche problema sia personale che con la Società, ma successivamente ha recuperato bene. Nell’ultima partita ho voluto cambiare qualcosa e dare una chance a Saurer, il quale ha lavorato bene durante l’assenza di Grossgasteiger; meritava anche la mia fiducia e l’ha confermato durante il match, abbiamo terminato l’overtime sul 2-2, poi i rigori sappiamo che sono una lotteria, forse era emozionato e ne ha subiti tre.  

Tirando le somme dell’intera stagione, finale a parte, ci sono state note liete?

Di cose positive ce ne sono state tante: i giovani come Joel Brugnoli, Fabio Kostner, Gabriel Vinatzer sono riusciti ad esprimersi anche durante i playoff, nonostante durante la stagione abbiano giocato poco o niente; li ho fatti scendere sul ghiaccio, loro hanno ripagato la mia fiducia dando tutto, per di più si sono comportati bene anche nel campionato Under 20.
La squadra ha reagito e combattuto sempre fino alla fine, gli stranieri hanno dato il massimo. I tifosi sono tornati allo stadio e nella valle si discute nuovamente di hockey come accadeva qualche tempo fa. Nei prossimi anni possiamo puntare su questo portando avanti il settore giovanile.
Bisogna anche sottolineare l’impegno profuso dal Presidente Stefan Prinoth, il quale si interessa personalmente degli stranieri: gli ultimi arrivati sono veramente forti. Lui ci mette molta passione, vuole portare in alto la squadra e con un personaggio così forte dietro, il Gherdëina può solo far meglio di anno in anno.

Stefan Prinoth - www.hcgardena.com

Vi manca soltanto la Serie A1…

Sì, anche se per quest’anno siamo contenti così. Per la prossima stagione il Presidente vuole costruire una bella squadra e poi se riusciremo a vincere la A2, vedremo cosa succederà. Abbiamo un paio di giocatori locali forti, meglio procedere “step by step”, forse è un po’ presto per questa squadra partecipare alla Serie A1.

Sarà ancora Lei l’allenatore del Gherdëina la prossima stagione?

Al momento non lo so. Ho parlato con il Presidente, ma non abbiamo discusso di questo, anche se ha annunciato che vuole lavorare con me. Ancora non so dove allenerò il prossimo anno, se sarò il coach, assistant coach, oppure se sarò impiegato nel settore giovanile. Si deciderà nei prossimi giorni.

 

Si ringrazia Elmar Parth e la Società HC Gherdëina per la collaborazione.

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