Zublasing: i giovani la chiave del nostro successo

Zublasing: i giovani la chiave del nostro successo

A 72 ore dalla conquista del titolo di A2 abbiamo contattato il Presidente dell’Appiano Reinhard Zublasing, il quale ha parlato della stagione dei Pirati gialloblu

 

Presidente, si è conclusa dopo sette anni l’attesa dei vostri tifosi per festeggiare la vittoria nel Campionato cadetto.

Sì, siamo molto orgogliosi di aver centrato questo obbiettivo. Con questo voglio dire che vincere il titolo non era nei programmi, volevamo disputare dei buoni playoff e in funzione di questo abbiamo costruito la squadra e abbiamo lavorato tutto l’anno. Siamo soddisfatti perché pianificando bene si può raggiungere un obbiettivo così prestigioso.

 

Una stagione positiva, se proprio vogliamo cercare un neo, l’ho troviamo nel calo di prestazioni durante la seconda fase, quando l’Appiano ha vinto solo due volte, di cui una ai rigori. Quali sono state le cause?

E’ vero, per noi questa è stata una stagione fantastica, perché da come si è visto dai risultati ogni squadra poteva vincere contro l’altra. Questo richiedeva la massima attenzione e concentrazione da parte di ogni formazione per affrontare la partita; in effetti dopo aver chiuso la regular season al primo posto, essendo umani,  è calata un po’ la concentrazione. Inoltre il coach ha inserito la quarta linea e ha fatto giocare anche il secondo portiere. Era il momento di dare il 110%, perché soltanto dando il 110% si raggiunge l’obbiettivo, se si dà soltanto il 90% l’hockey ti punisce; questo è il bello dell’hockey. Noi abbiamo sofferto ed è stato giusto così.

 

Qual è stato l’elemento che vi ha favoriti nella serie finale e che vi ha permesso di chiudere il discorso in quattro gare?

Io penso che la chiave vincente sia stato il team; nel gruppo ci sono stranieri di una certa età con esperienza, ci sono i “senatori” come Pichler, Andreas e Hannes Hofer e poi tutto il gruppo dei giovani, nonostante la diversa età ed esperienza erano tutti amici e questo è il nostro orgoglio, perché non ci sono state liti o episodi di gelosia. Gli stranieri hanno dato una grandissima mano ai ragazzi sostenendoli e consigliandoli.

 

Con i playoff in corso avete confermato Mike Ellis. Per voi quanto è stato importante il suo lavoro?

Dal mio punto di vista la squadra si costruisce insieme all’allenatore e con l’aiuto dei dirigenti. Ad inizio stagione siamo partiti con il coach, con l’esperienza e con i particolari tecnici che richiedono i vari ruoli, si è formata questa squadra. Noi avevamo già un contratto per due anni con Ellis, con la possibilità di rescinderlo a gennaio. Non era il nostro obbiettivo: glielo abbiamo comunicato e reso ufficiale ai media, ora stiamo programmando il nuovo roster ed i punti cruciali della nuova squadra.

 

Anche i giovani del vostro vivaio hanno saputo lasciare la loro impronta segnando nelle finali diversi goal. Cito Röggl su tutti senza nulla togliere agli altri.

E’ la nostra grande soddisfazione e un po’ anche la sorpresa. Ad inizio stagione li abbiamo responsabilizzati, parlo di Röggl, Ebner, Unterkofler, Tutzer ai quali abbiamo detto che a 21 anni era il momento di darsi da fare perché sono bravi. Con questa consapevolezza nei match contro il Gherdëina hanno fatto la differenza, perché gli stranieri si sono equiparati, i nostri valgono Wallenberg, Bourassa, Bernakevitch o Perna, la differenza alla fine l’hanno fatta questi ragazzi ed è bello così poichè li vediamo ogni giorno, gli stranieri invece tornano a casa.

 

Nella stagione 2010/11 vedremo l’Appiano in Serie A1?

La decisione definitiva verrà presa la prossima settimana con il Consiglio Direttivo, l’unica cosa che posso dire al momento è che l’Appiano giocherà lì dove avrà successo, questo è il nostro obbiettivo: abbiamo incrementato fortemente gli spettatori, in questa stagione abbiamo avuto un buon afflusso di persone. E’ la conferma che non si stava bene quando c’era meno pubblico, quest’anno lo abbiamo ritrovato ed ora vogliamo continuare a offrire spettacolo allo stadio: alla gente piace venirci diventando un punto d’incontro e sicuramente sarà un Campionato di successo, se poi sarà Serie A1 o A2 vedremo.

 

L’esempio del Valpellice dovrebbe incoraggiarvi a salire di categoria.

Il Valpellice ha diverse caratteristiche: prima di tutto ha alle spalle un’intera valle, poi 2.500 spettatori a partita; qui da noi abbiamo una grande concorrenza, abbiamo tre squadre di A1 in un paio di chilometri, a otto chilometri c’è il Caldaro, a dieci l’Egna, c’è un’intensità enorme ed è chiaro che non è così facile avere lo stadio pieno.

 

Foto: Georg Gaiser

Si ringrazia il Presidente Reinhard Zublasing e la Società Appiano/Eppan per la collaborazione.

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