Abbiamo avuto la possibilità di rivolgere alcune domande a uno dei promettenti giovani della nazionale italiana terza classificata ai recenti mondiali di I divisione svoltisi in Polonia, il goalie bolzanino Andreas Bernard, premiato miglior portiere del torneo.
Ciao Andreas, partiamo dall’inizio di stagione: cosa ti ha spinto a tentare questa esperienza in terra di Finlandia?
«Ognuno sa che in Finlandia l’hockey su ghiaccio è lo sport numero uno, e l’anno scorso il coach del Bolzano Jari Helle mi ha chiesto durante una trasferta se mi interessava fare un provino in Finlandia. Così ne ho parlato con i miei genitori e ho deciso di fare un provino fine maggio.
Arrivato in Finlandia ho dovuto fare allenamenti con la primavera della prima squadra e mi è piacuto tantissimo. Dopo un paio di allenamenti mi hanno fatto una offerta per due anni, così quando sono ritornato in Italia ne ho parlato con i miei genitori e abbiamo deciso che poter giocare in Finlandia era una possibilità da non lasciare sfuggire».
«Mi trovo molto bene qui a Lappeenranta: è una cittadina bella dove trovi subito tutto. Per me era una nuova esperienza, la prima volta via dalla “mamma” per un periodo cosi lungo. All’inizio è sempre difficile perché non conosci la gente, ma con il tempo è diventato sempre più bello. Mi trovo sempre meglio ed è quasi come essere a casa».
Come te la cavi con la lingua? Usi sempre l’inglese o hai imparato il finlandese?
«Un poco di finlandese l’ho imparato per forza perché anche se generalmente si usa l’inglese, talvolta può capitare sia sul ghiaccio sia nella vita quotidiana di trovare qualcuno che non lo conosce».
Parlaci invece dell’esperienza sportiva: il SaiPa è una bella squadra, che differenze hai trovato rispetto all’Italia? Ti trovi bene con i compagni?
«Qui nella squadra di SaiPa è tutto organizzato in modo perfetto, ci sono sempre 2 o 3 allenatori che ti guardano e il livello è sempre alto anche negli allenamenti. La più grande differenza tra Italia e Finlandia è la velocità e soprattutto l’organizzazione. Con i miei compagni di squadra mi trovo veramente bene, sono tutti simpatici e ti aiutano quando hai delle domande. Sono veramente soddisfatto della mia scelta».
Giochi stabilmente con la formazione under 20, questo significa che teoricamente in caso di infortunio ai portieri della prima squadra faresti di backup in SMLiiga?
«Si teoricamente credo sia una possibilità, anche se ti devo dire che ho già avuto l’opportunità di fare allenamenti con la prima squadra in quanto si allenano abitualmente con 3 portieri a disposizione».
Come sono gli spostamenti? Pulmann o aerei o come?
«Assolutamente col pulmann ma il calendario è programmato che se abbiamo una trasferta lontana abbiamo la possibilità di pernottare cosicché il giorno seguente facciamo un’altra partita nelle vicinanze. Per farti un esempio quando giochiamo ad Oulu in genere il giorno seguente giochiamo a Vaasa prima di affrontare il viaggio di ritorno».
Pensi di proseguire la tua esperienza all’estero o di rientrare prossimamente in Italia?
«Se c’è la possibilità di giocare all’estero starò volentieri lonatano da casa, perché si può sempre ritornare in Italia. Voglio dare tutto per giocare in Finlandia e se non va bene col SaiPa devo cercare di trovare una nuova squadra in cui giocare, ma non è un problenma a cui penso per il momento in quanto qui mi trovo molto bene e farò di tutto per essere confermato. Spero di continuare così e mi impegnerò per imparare ancora e migliorarmi».
L’anno scorso, scudetto a Bolzano. Sei stato contento di aver vinto il campionato nella tua città o c’è un po’ di rammarico per il poco spazio avuto?
«Penso che è stata una stagione bella ma non ho giocato tanto. Ma se non giocavo a Bolzano quest’anno non ero in Finlandia, in quanto è stato l’allenatore del Bolzano a darmi questa possibilità. Penso che ogni anno puoi imparare qualcosa anche se non giochi tanto, ma d’altro canto se sei giovane devi giocare tanto, e quest’anno gioco veramente parecchio e anche su un livello molto alto».
Nella tua crescita sportiva qual è stato il tuo portiere di riferimento, chi è stato il tuo “mito” da emulare?
«Penso che ognuno può imparare da qualsiasi portiere, come gioca e come si comporta dentro e fuori del ghiaccio. Ma il mio portiere preferito è sempre stato Patrick Roy».
Come è stata l’esperienza mondiale? Come giudichi questo importante risultato?
«Il mondiale è stato veramente bello, avevamo un bel gruppo e abbiamo giocato benissimo. Gli allenatori hanno tirato fuori tutto il meglio da ognuno di noi, non era un singolo giocatore che ha fatto la differenza ma abbiamo giocato insieme come una vera squadra. Penso che i mondiali restano nel cuore di ognuno e ognuno ha giocato con cuore e con grinta. E questa è stata la chiave dei mondiali di questa Nazionale Italiana».
Si ringrazia Andreas Bernard per la cortese disponibilità