Simone Quargnal
Ne abbiamo approfittato per parlare un po’ con Tom Pokel, coach delle Aquile, e tracciare insieme a lui un bilancio di questa prima parte di stagione che vede la formazione friulana al terzo posto in classifica in coabitazione con Bolzano e Fassa.
Al termine di questa prima parte di stagione, troviamo la formazione friulana al terzo posto in classifica, in coabitazione con Bolzano e Fassa.
Penso che, tutto sommato, per noi sia una buona stagione finora. Abbiamo sei vittorie e quattro sconfitte e quindi il bilancio è positivo. Siamo partiti molto bene, ma credo che questo ci abbia spinto a sopravvalutarci un po’. Ci siamo allontanati dalle nostre abitudini di lavoro di base e abbiamo pagato il prezzo con tre sconfitte consecutive e poi con la pesante partita persa 3 a 11 contro il Bolzano. Le Aquile sono una squadra giovane, ma io sono molto contento comunque perché spesso abbiamo dimostrato di saper giocare e tenere bene per 60 minuti. Pattiniamo bene, i giocatori si allenano duramente anche lontano dal ghiaccio. Come squadra insistiamo molto sulla condizione fisica, sull’avere un carattere forte e proprio questo ci ha aiutato nell’ultima vittoria contro il Cortina per 3 a 2 nonostante avessimo dovuto giocare con la squadra corta, con tanti giocatori infortunati o non al meglio e Bonni squalificato. Nonostante tutto, però, ritengo ci sia ancora da lavorare per avere una mentalità ancora più forte.
Per il futuro vedo un campionato che diventerà sempre più duro e difficile perché si inizierà a guardare le altre squadre per la classifica. Mi piace che il campionato sia così equilibrato, tutti possono battere tutti, ogni team può diventare durissimo da sconfiggere. Ci sono nove buone squadre e se vai incontro a una serie di sconfitte rischi di perdere credibilità. Tutte sono buone squadre, bisognerà capire chi avrà la longevità per rimanerlo per tutta la stagione. Non si avrà troppo tempo per recuperare queste partite e io credo ci saranno squadre pronte mentalmente e altre no. Noi non dobbiamo arrivare mentalmente scarichi, troppo rilassati o sopravvalutarci. Se perdi qualche partita, devi rimanere comunque concentrato e mantenere un atteggiamento positivo, soprattutto per i play-off.
La critica maggiore alla squadra è che segna tanto (miglior attacco del campionato), ma che subisce anche troppe reti (seconda peggior difesa della Lega).
Penso dipenda da un aspetto mentale. Nell’hockey su ghiaccio si hanno tre attaccanti e due terzini, ma tutti e cinque i giocatori devono difendere. La nostra “colpa”, come ho detto prima, è stata quella di pensare di essere più forti di quello che eravamo, ma ora abbiamo capito che ogni avversario, ogni squadra, può essere la più forte se ha cinque ragazzi concentrati e che lavorano per difendere tutti insieme.
Si parla del possibile arrivo di un sesto difensore. Che caratteristiche deve avere?
Il primo criterio è legato all’aspetto finanziario del team. Noi stiamo cercando un giocatore che ci possa aiutare dietro, che sia molto reponsabile, affidabile e con spiccate caratteristiche difensive. Non abbiamo bisogno di qualcuno che si spinga in avanti, abbiamo giá due o tre ragazzi di questo tipo.
Vista la sua esperienza, quali sono le principali differenze tra l’hockey italiano, austriaco e tedesco?
Penso che ci siano due differenze importanti: la prima è che qui in Italia si tende a essere più offensivi rispetto l’Austria e la Germania dove la mentalità delle squadre è più difensivista. La seconda riguarda il fatto che in EBEL e in DEL i team hanno roster più ampi, possono allenarsi con più giocatori e le squadre possono contare su più elementi che permette di giocare fino a quattro linee.