Baum respinge Balsillie ma non da ragione alla NHL

Baum respinge Balsillie ma non da ragione alla NHL

E’ arrivata nella notte di Lunedì la rispota che Balsillie e i suoi legali non avrebbero voluto sentire: il giudice della corte fallimentare degli Stati Uniti, Baum, ha respinto la richiesta di acquisto, da parte della società del miliardario ca
nadese, la PSE Sports and Entertainment, della franchigia dei Phoenix Coyotes, sotto il vincolo di trasferire la squadra dall’ Arizona al Canada, e più precisamente a Hamilton, nella provincia dell’ Ontario. La decisione, arrivata una settimana dopo l’audizione delle parti (NHL da una parte con il sostegno delle altre leghe professionistiche nordamericane, e Balsillie e Moyes, attuale proprietario della franchigia ormai in bancarotta, dall’ altra) davanti alla corte di Phoenix,è stata motivata dal giudice con i tempi troppo ristretti imposti da Balsillie per chiudere la vicenda; ricordiamo che il CEO della Research in Motion, per confermare la sua richiesta, aveva “imposto” come deadline il 29 Giugno per chiudere la trattativa; il giudice ha ritenuto che tale termine fosse troppo breve per poter analizzare a fondo tutti gli aspetti della questione e quindi ha dato parere negativo. Questa sentenza tuttavia non ha lasciato nello sconforto Balsillie e i suoi legali che, in una conferenza stampa nella giornata di ieri hanno affermato che questo non è stato altro che un’ ulteriore passo nella trattativa, non tralasciando però di lanciare una frecciata neanche tanto velata a Bettman e alla NHL, accusata di snobbare la richiesta di Balsillie che al contrario, secondo il suo portavoce Bill Walker, ha intrapreso tutti i passi necessari per acquisire la franchigia dell’ Arizona, non da ultimo la presentazione di domanda ufficiale di acquisto al Board of Governors della lega. Walker, ha anche affermato che nei prossimi giorni invierà una mail a tutti i membri del sito creato “ad hoc” per sostenere le ragioni di Balsillie (www.makeitseven.ca) per spiegare cosa fare al fine di sostenere ancora più incisivamente il progetto. Dall’altra parte della barricata la NHL gioisce nel vedere sostanzialmente sostenuta la propria posizione, anche se non direttamente. Infatti anche se la sentenza da torto al CEO di Research in Motion, allo stesso tempo non da ragione alla lega nella sua pretesa di controllare proprietà e allocazione delle franchigie. Resta da vedere ora se, senza l’affano di una scadenza pressochè immediata, gli altri gruppi interessati all’ acquisto (mantendo la squadra a Glendale) si faranno avanti in maniera più concreta di una vaga dichiarazione di interesse, come finora fatto.

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