Di Alessandro R.
Nel remake dei quarti di finale dello scorso anno gli Stati Uniti vanno alla ricerca della rivincita sulla Finlandia, castigatrice dei sogni di gloria a stelle e strisce ad Halifax.
Il primo tempo si chiude senza reti, ma il gioco espresso sul ghiaccio è piacevole ed entrambi i portieri sono sugli scudi. In particolar modo Esche, sembrato tra i meno in forma del torneo al termine della prima fase, regala una prestazione sicura e precisa, consentendo ai suoi di andare al riposo senza reti al passivo. La pressione della Finlandia (assieme alla buona prova del golie americano) è testimoniata dal quasi impietoso dato dei tiri verso la gabbia: 20 a 7 per i leoni scandinavi!
Il secondo tempo si apre con una situazione di inferiorità per gli Stati Uniti, mutuata dagli ultimi scampoli del primo periodo; quando – a 3 secondi dal rientro del penalizzato Higgins – il pericolo pare ormai scampato, ecco arrivare la rete finnica con Kapanen, che insacca da posizione defilata un rebound concesso da Esche. La strada sembra spianata, specie considerando l’inerzia del primo tempo, per la squadra di Jalonen, ma ecco il ritorno americano. A metà partita il pari di Brown: buona combinazione in situazione di superiorità numerica tra Hunsey e Suter con quest’ultimo che serve capitan Brown che da sottoporta non può sbagliare. Passano meno di due minuti e Backes ed Oshie “segano” letteralmente la difesa finlandese presentandosi soli davanti a Rinne: per Oshie, poi, è un gioco da ragazzi infilare il gol del sorpasso.
La Finlandia è sotto shock e gli USA – a dire il vero un pelo fortunati nella circostanza – trovano anche il tris: passano altri due minuti (34.19) ed un tiro di Blake deviato da un finlandese finisce sulla stecca di Suter, che non può fare altro che insaccare alle spalle di un Rinne nettamente fuori posizione. La Finlandia è una grande squadra però, ed alle grandi squadre occorre poco per rientrare in partita: al 37.50 Immonen tira dalla distanza e centra in piena maschera Esche; il disco carambola poi sulla stecca di Hyvonen che segna a porta vuota tra le proteste vibranti degli americani.
Tutto nel periodo centrale, tutto in pochi minuti: il terzo periodo non riserva particolari emozioni e la Finalndia non solo non riesce a recuperare lo svantaggio, ma non riesce neppure ad esprimersi secondo i suoi alti standard, lasciando Esche a dormire sonni tranquilli, quasi mai davvero impensierito.
Grande festa per gli Stati Uniti, che non battevano i leoni da Salt Lake City e che ora possono giocarsi le medaglie; per la Finlandia un’altra delusione e la consapevolezza di essere, sempre, un’”eterna incompiuta”.