La Danimarca resta tra le grandi

La Danimarca resta tra le grandi

Danimarca-Austria 5-2 (1-2, 1-0, 3-0)
di Marco Depaoli

Spareggio di fuoco tra Danimarca e Austria, la prima una nazione hockeisticamente emergente che merita la massima divisione dal 2003, avendo lavorato bene nell’ultimo decennio, mentre la seconda affonda le sue radici agli albori del campionato del mondo, con due bronzi nella prima metà del secolo scorso.
L’Austria ha lo spettro della Division I vista recentemente l’anno scorso e nel 2006, retrocessa dopo il mondiale giocato in casa. Punterà molto sul suo Nhler (Thomas Vanek dei Buffalo Sabres), mentre la Danimarca spera nella prima rete in questo mondiale del suo “professionista”, il ventenne Mikkel Bodker dei Phoenix Coyotes. Le due squadre si equivalgono molto e in porta superano di poco il 90% di salvataggi: il danese Patrick Galbraith ha una percentuale del 90,9%, mentre Bernd Bruckler del 93,6.
Uno “spareggio” un po’ amaro visto che le due squadre biancorosse hanno vinto le precedenti partite contro Germania e Ungheria, ma l’organizzazione teutonica del prossimo anno riduce a una le squadre che si possono salvare.
Una regola simile venne applicata nel 1999, quando a giovarsene fu la Norvegia organizzatrice, quinta l’anno prima nel gruppo B.
Nel 1998 la Svizzera organizzò il mondiale e, nonostante il terzo posto nel gruppo B, venne promossa “d’ufficio” (abbandonando definitivamente la seconda categoria) grazie anche all’allargamento a 16 delle partecipanti.
Ci furono anche casi di nazioni che ospitarono il mondiale senza parteciparvi: fu il caso sempre della Svizzera nel 1990, e dell’Austria nel 1977 e 1987. Sempre con la propria nazionale a giocarsela nel Gruppo B.
Un’altra regola “garantista” assicurò invece la presenza del Giappone per anni nel Gruppo A, in qualità di “migliore asiatica”.

La Partita

L’Austria parte alla grande sorprendendo una Danimarca che ci metterà 20 minuti per riprendersi. 48 secondi e subito la rete: Matthias Trattnig tira costringendo il portiere danese a una parata difficoltosa che lascia il disco in gioco. E’ lesto Roland Kaspitz a raccogliere il rebound e portare l’Austria in vataggio.
La penalità di Rebek non favorisce la Danimarca che in powerplay si lascia prendere in contropiede. Thomas Koch imbocca Oliver Setzinger che involato da solo a mo’ di rigore scarta Galbraith e infila il 2-0.
La Danimarca ha tutta la partita davanti per rifarsi e piano piano si riprende sfiorando la prima rete al 12°: su un’ottima triangolazione Olsen riesce a superare Bruckler ma il disco rimane sulla linea. Rete non convalidata dall’arbitro.
Il gol “negato” dal direttore di gara viene però regalato dagli austriaci al 15:14, quando Darcy Werenka compie un errore clamoroso in fase di uscita di zona. Il difensore dei Vienna Capitals inciampa goffamente pattinando lateralmente lasciando nello slot il disco che viene raccolto da Julian Jakobsen, il quale gira dietro la porta e infila la rete dell’1-2 a portiere battuto.
Sul filo della sirena Bruckler si fa superare ancora da un attaccante danese che si gira bene nello slot, ma la stecca di Jeremy Berek allontana il disco sulla linea.

Nel secondo periodo l’Austria tenta di ristabilire un vantaggio di sicurezza: nel primo minuto Koch tira in bocca al portiere; al 3° l’attaccante del Salisburgo ci riprova con un tiro da lontano, ben pinzato da Galbraith.
Al 4°, negli ultimi secondi di penalty killing, l’estremo difensore scandinavo dei Sonderjyske Vojens sventa un rebound a botta sicura allungando il bastone.
6 minuti quasi consecutivi di powerplay non vengono sfruttati dagli austriaci che anzi subiscono un micidiale contropiede della Danimarca. Dalla linea blu di difesa Mikkel Bodker raccoglie un disco inattivo lanciandosi verso Bruckler. Rebek non lo raggiunge e l’attaccante dei Coyotes può far sedere il portiere e freddarlo nell’angolino alla sinistra.
L’inerzia dell’incontro passa dalla parte degli scandinavi che si presentano molto pericolosi in velocità dalle parti di Bruckler. Al 12:06 Staal di rovescio supera l’estremo difensore austriaco e ha l’occasione di spingere il disco nella porta sguarnita. Werenka è così costretto ad atterrarlo prendendosi la penalità. Il secondo drittel si chiude con la Danimarca che in powerplay bersaglia la porta austriaca.

In avvio di ripresa è la Danimarca a rendersi più pericolosa in 2 contro 1 fermata solo da un paio di prodezze di Bruckler che deve però capitolare al 5:46 quando Mads Christensen supera la linea blu, raccoglie il passaggio di Jakobsen (che in un primo momento sembrava non poter controllare il disco) e scaglia un tiro improvviso alla destra di Bruckler che, sorpreso, vede infilarsi il disco tra il gambale e lo scudo.
Al 11:10 la Danimarca marchia a fuoco la parola Division I sull’Austria. In 2 contro 1 Morten Green rende il passaggio a Kasper Degn che infila il disco del 4-2.
Un colpo durissimo per la squadra di Bergstrom, che rischia la quinta marcatura al 15° con Kim Staal, il quale si trova solo nello slot col disco sul rovescio ma il cui tiro si infrange sui gambali di Bruckler.
L’Austria è incapace di reagire, affossata a 6 minuti dalla fine da un 2+2 inflitto a Setzinger per bastone alto.
A due minuti dalla fine la Danimarca rischia di fare una frittata perdendo un disco dietroporta, il cui passaggio nello slot non trova nessun attaccante austriaco. Bergstrom toglie il portiere per l’uomo di movimento in più e al 19:23 la Danimarca è ufficialmente salva: Bodker dei Coyotes non ha problemi di infilare a porta vuota la rete del definitivo 5-2.
MVP, Roland Kaspitz dell’Austria e il portiere Galbraith della Danimarca, autore questo pomeriggio di un 94,3% di salvataggi.

A Colonia e Mannheim ci sarà dunque il prossimo anno la Danimarca, presumibilmente a giocarsi ancora la salvezza con l’Italia, rivincita del 6-2 scandinavo dell’anno scorso.

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