Non chiamateli vecchietti perchè nella fantastica serata di ieri sera un manipolo di glorie viventi dell’hockey ha dato vita ad uno spettacolo indimenticabile sul ghiaccio, tornato grande, dell’Agorà di Milano. Non chiamateli anziani perchè con le loro giocate hanno dimostrato quanto può essere bello ed entusiasmante l’hockey su ghiaccio. Non chiamateli ex giocatori perchè nella serata meneghina molti di loro hanno dimostrato di esserci ancora e di poter insegnare a tanti qual’è l’essenza dello sport più veloce del mondo.
Piove a Milano ma all’interno del palazzo del ghiaccio nessuno se ne accorge tutti presi ad incitare, urlare con le lacrime che sgorgano, con il sorriso beato stampato sulla faccia, con la voce roca ….. rotta dalla grande emozione di rivedere quelle fantastiche linee ancora lì, ancora sotto la Madonnina. L’emozione è a livelli ormai dimenticati da tempo e loro, i Giocatori, lo sanno e la percepiscono. Scherzi, battute ma la voglia di vincere è sempre la stessa e i mugugni provenienti dall’arena si percepiscono dagli spalti ma nessuno si lamenta.
E’ una festa, è La Festa e l’imperativo per tutti è godere di questo momento e allora è facile trovare in mezzo ad una serata da incorniciare i momenti che rimarranno scritti indelebilmente nella memoria e nel cuore dei presenti. Ecco che arriva e viene chiamato a gran voce Mike Zanier, un portiere che non è stato solo un fantastico guardiano della gabbia ma è l’icona vivente del movimento meneghino per la sua passione e voglia che viene trasmessa anche durante questa “amichevole”.
Ma il momento che rimarrà è l’omaggio che l’intero palazzo del ghiaccio ha dedicato all’arci nemico di sempre, a quell’amato e odiato Lucio Topatigh che al suono del ritornello non certo gentile a lui dedicato in tantissimi anni di battaglie saluta tutto il pubblico e si ferma sotto quella curva che gli tributa un omaggio simbolo di quello che è lo spirito che fa parte integrante della natura dell’hockey su ghiaccio.
Chi c’era non potrà dimenticare ….