Intervista a Matteo Tessari

Intervista a Matteo Tessari

di Franca P.

Al termine della gara contro il Bolzano persa per due a uno l’umore dei ragazzi non è dei più rosei, infatti i tanti volti scuri mi passano davanti accennando appena un saluto, e io blocco per cosi dire quello che mi sembra meno arrabbiato in quel momento: Matteo Tessari.

HT: Ciao Matteo, quarta sconfitta consecutiva in campionato, cinque se si considera la parentesi della Coppa Italia, stasera la gara è sembrata in bilico fino alla fine, ma il disco non ne ha voluto sapere di andare dentro…
MT: Principalmente è stato un problema di testa, sai, stasera è stato come contro l’Alleghe qualche giorno fa, partita simile, occasioni ne abbiamo create, è mancata come hai visto la fortuna, la freddezza sotto porta, componenti che se non hai difficilmente raccogli i tre punti sperati.

HT: Se da un lato difensivamente sembrate aver ritrovato compattezza e concentrazione a parte qualche piccolo svarione, altrettanto non si può dire a livello offensivo, qualche meccanismo non gira ancora a dovere…
MT: Purtroppo le azioni le creiamo, ma quando è il momento di finalizzarle è come se ci bloccassimo, li è tutta una questione di testa, probabilmente adesso noi abbiamo uno stato psicologico e una condizione che non ci permette di risalire la china da questa delicata situazione. A pochi minuti dalla fine stasera abbiamo sfiorato più volte il pareggio, ma tutta una serie di cause ha portato a far si che perdessimo per l’ennesima volta, complicando un po’ il nostro umore non certo dei migliori adesso. Stasera abbiamo modificato un po’ le linee e i risultati si sono visti, le cose stanno migliorando lentamente…

HT: Negli ultimi anni molti giovani promettenti del panorama hockeystico asiaghese hanno preferito il parquet al ghiaccio, ognuno per un motivo diverso, secondo te a che cosa è dovuta una scelta simile e come si può fare per spingere le giovani promesse dello sport a continuare sul ghiaccio e non in palestra?
MT: Questa è una domanda delicatissima, io non giocando ad in line non conosco bene i ritmi che si hanno nel parquet, ma ti posso dire che tipo il Testa (Fabio) ha abbandonato per motivi di studio, ma continua gioca ad in-line perché esso è meno impegnativo rispetto all’hockey tradizionale.

HT: Dopo la poco felice parentesi della Coppa Italia è tornato il campionato con il suo tour de force di gare, come agirete da qui in avanti per scacciare la crisi che si è ufficialmente aperta?
MT: Con gli stessi propositi di sempre, testa alta, combattività, lottare su ogni disco, concretezza sotto porta, pochi errori in difesa; tutti propositi difficili da mettere in pratica, ma dobbiamo risollevarci psicologicamente per tornare quelli delle prime partite.

HT: Rimanendo sempre in tema Coppa Italia proprio durante gli ottavi di finale c’è stata la sperimentazione su modello europeo del doppio arbitro, impressioni positive o negative?
MT: Difficile dirlo, io sinceramente nemmeno ho notato la differenza, forse bisogna lasciar il tempo che il meccanismo prenda forza, perché sai sono sempre due teste che ragionano ognuno a suo modo, due modi di arbitrare differenti, non è facile trovare il giusto feeling, ma se è stato scelto questo esperimento, probabilmente servirà e farà il proprio dovere.

HT: Abbiamo visto come alcune delle squadre di serie A1 siano state eliminate da alcune elle compagini delle serie a2, quali credi siano stati i motivi di tali risultati?
MT: Guarda, pensa che noi della serie A1 siamo abituati ad avere diversi stranieri in campo, quindi determinate linee di gioco, dovendo tener forza qualcuno degli italo la mancanza si è fatta sentire, l’abbiamo pagata cara, mentre loro non dovendo rinunciare a nessuno dei loro ne hanno tratto vantaggio. Poi ovviamente ed è inutile girarci intorno, bisogna vedere quanto interessa la competizione in questione, sia l’obiettivo principale è sempre il campionato.

HT: Passiamo ad un tuo coetaneo, Thomas Erlacher; sta giocando nel campionato nord americano, nelle leghe giovanili, e sta vivendo una buonissima esperienza. Credi che per arrivare ad un traguardo simile alla sua età bisogna essere dei fenomeni o bisogna semplicemente dare il meglio di se stessi e sperare nella fortuna? Vedremo anche te un giorno in Nord America?
MT: Io conosco bene Thomas, ha giocato con me in nazionale. Se l’hanno preso è perché è davvero una bravo giocatore, uno con la testa sopra le spalle, per arrivare a certi traguardi bisogna saperci fare, avere le giuste conoscenze, con questo non voglio dire che bisogna essere raccomandati, ma che bisogna essere le persone giuste al momento giusto. Per quanto riguarda la seconda domanda, difficile da dire sai, non si sa quello che capita nella vita, ma chissà potrebbe un giorno aprirsi anche per me una porticina laggiù…

Si ringrazia la Emisfero Ipermercati Asiago e Matteo Tessari per la disponibilità concessa.

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