Dagli U.S.A. ecco il racconto di Thomas Erlacher

Dagli U.S.A. ecco il racconto di Thomas Erlacher

Abbiamo contattato il giovane attaccante del Val Pusteria Thomas Erlacher. Il ventenne brunicense dopo aver svolto due try-out, è stato ingaggiato dalla compagine dei Wichita Falls Wildcats che milita nella NAHL.

Thomas raccontaci un po’ questa tua avventura…

Sono stato invitato da 2 squadre della USHL per fare un try-out. La prima squadra si chiama Indiana Ice e la seconda si chiama Waterloo Black Hawks. Il primo provino era abbastanza duro perché non avevo la possibilità di allenarmi su ghiaccio dopo la stagione hockeystica. Ero ben preparato fisicamente ma, come già detto prima, mi mancava la preparazione su ghiaccio. In quel try-out c’erano altri ragazzi europei. Eravamo 4 in tutto: un ragazzo finlandese, un norvegese e un altro lettone.
Il provino consisteva in un allenamento e cinque partite. C’erano 6 squadre a 20 giocatori per squadra e alla fine ne prendono circa 8-10. Il ritmo su ghiaccio è molto alto e il gioco è abbastanza intenso. Ci sono anche molte risse, perché ogni squadra prende 2-3 fighter. Per questo motivo c’erano circa 3-4 risse per partita. Ma devo dire che qui la rissa è parte del gioco. Cosi, tolti i guanti ed il casco, i due giocatori fanno a botte ma quando il primo cade la rissa è finita e i due avversari si danno la mano e vanno in panchina.
Il modo di giocare è anche diverso perché avendo molto meno tempo devi muovere il disco più velocemente inoltre tutti i giocatori finiscono le cariche perciò devi sempre stare attento e tenere la testa alta.
Alla fine del try-out non hanno preso nessun europeo. Dopo questo provino ho fatto un’altro try-out con i Black Hawks che sono una delle due squadre più forti della USHL.
Avendo giocato bene in quel try-out mi hanno invitato al main camp della squadra un mese dopo. I Black Hawks hanno fatto 3 try-out in posti diversi negli Stati Uniti per poi scegliere i migliori giocatori per il main camp.
A fine luglio sono ritornato negli USA per partecipare al cosi detto main camp. Anche qui c’erano 5 squadre diverse e tutti giocatori lottavano per quei pochi posti liberi. Al main camp ho giocato molto bene ed ho realizzato 3 reti e 2 assist in 4 partite. Ero molto soddisfatto della mia prestazione ma poi dopo l’ultima partita l’allenatore mi ha chiamato nel suo ufficio e mi ha detto che non poteva prendermi. In più mi ha detto che era molto sorpreso della mia prestazione e che avendo gia scelto i quattro giocatori per i posti overage (ogni squadra può prendere 4 giocatori nati nell’88) non poteva darmi un posto in squadra. Ma poi mi ha promesso di trovarmi un altra squadra nella USHL o nella NAHL. Così sono stato chiamato dai Wichita Falls Wildcats che giocano nella NAHL. L’allenatore dei Wildcats mi ha detto che aveva chiamato l’head scout degli Indiana Ice e l’allenatore dei Waterloo Blackhawks e che vorrebbe che giocassi per lui questa stagione. Cosi il mio cammino mi ha portato a Wichita.
Sono soltanto qua da due giorni ma ho già notato che l’organizzazione è molto professionale e seria. Lo stadio é bellissimo e anche lo spogliatoio è stupendo. Ogni giocatore viene ospitato da una "host family".
Ci alleniamo 2 volte al giorno con la squadra; la mattina andiamo in pista sul ghiaccio ed il pomeriggio andiamo tutti insieme in palestra. Giochiamo 58 partite nella regular season e 4 partite di preparazione. Tra due settimane andiamo in Minnesota per partecipare ad uno “Showcase” che é un torneo dove giocheremo anche contro la nazionale americana U-18. I ragazzi mi hanno detto che le trasferte in pullman sono abbastanza lunghe ma quando giochiamo in Alaska prendiamo l’aereo.
Penso che sia una sfida dura ma molto interessante, non solo sotto il punto di vista sportivo. Spero che quest avventura mi aiuti ad ampliare il mio orizzonte come persona e che mi aiuti ad arricchirmi sotto il punto di vista sportivo.
A tutti giovani hockeysti italiani consiglierei di tenere il loro sogno sempre davanti ai occhi, perché con un pò di fortuna a con tanto lavoro sodo, ognuno può raggiungere il suo obiettivo.

Ringraziamo Thomas Erlacher per la gentile disponibilità e auguriamo a lui un grosso in bocca al lupo per questa sua importante avventura.

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