Intervista a Nicola Fontanive

Intervista a Nicola Fontanive

di Alessandro R.

Dopo la partita contro la Francia, che ha sancito l’esclusione dell’Italia dal primo gruppo dell’hockey mondiale, abbiamo sentito Nicola Fontanive, uno dei giocatori più positivi dell’infelice spedizione canadese.

HT: Innanzitutto complimenti Nicola, hai giocato con una grinta incredibile… Questa sera era la vostra “finalissima”, cosa non è andato?
NF: Stasera non abbiamo giocato male, ma abbiamo concesso troppo: abbiamo subito sei gol, che sono davvero troppi. Le nostre partite, quelle chiave, le possiamo vincere 3 a 2, 2 a 1: noi non possiamo fare 7 gol, non li faremo mai! Poi contro Huet è ancora più difficile… Non lo so, abbiamo anche avuto un po’ di sfortuna, perchè nel secondo tempo abbiamo avuto un disco per pareggiare: magari con il 3 a 3 la partita cambiava. Ma in generale è mancato qualcosa di più: in tutti questi anni la nostra forza è stato il sistema di gioco, un’organizzazione in cui ognuno sapeva sempre cosa fare e questo ci ha consentito di fare grandi cose. Alle Olimpiadi non abbiamo sfigurato contro la Repubblica ceca, una squadra piena di giocatori NHL, qui invece abbiamo abbiamo subito contro la Danimarca. Non so dirti esattamente cosa sia mancato, non è facile dirlo, ma sicuramente il nostro sistema di gioco non è stato lo stesso degli anni scorsi. Ecco è mancata un po’ di disciplina e di voglia di fare. Poi non dobbiamo dimenticarci della nostra solita tendenza a fare falli stupidi: anche stasera abbiamo preso i primi due gol in powerplay per due falli evitabili.

HT: Gli special-teams appunto: gli anni scorsi all’Italia era difficilissimo fare gol, mentre quest’anno… Teniamo anche conto che i giocatori sono sempre più o meno gli stessi.
NF: E’ proprio quello che sto dicendo io: fa parte del sistema di gioco. Noi in penalty killing avevamo una delle squadre più forti, mentre quest’anno in inferiorità abbiamo preso tanti gol, soprattutto nelle partite chiave. Non voglio prendere una scusante, ma anche l’assenza di Goulet durante la preparazione ci ha penalizzato: lui è il capo allenatore e la sua presenza è importante. Ma -ripeto- non vuole essere una scusante, perchè i giocatori sono sempre più o meno gli stessi. Come ti dicevo prima, noi dobbiamo basarci sul sistema di gioco, perchè non abbiamo una stella che ci fa i gol o Huet che para tutto: grazie a quello abbiamo avuto successo per cinque anni.

HT: Te sei giovane e sicuramente ne farai parte anche nei prossimi anni: da cosa bisogna ripartire e cosa bisogna cambiare per costruire il futuro della nazionale?
NF: Bisogna ripartire dall’allenatore: non so se resterà o meno, ma sarà l’allenatore a dover guidare la ricostruzione. Ci tengo a sottolineare come Goulet sia un allenatore molto valido e sicuramente quello che ha costruito in questi anni non si distrugge questa sera. Abbiamo fatto un passo falso che pagheremo caro perchè vincere il gruppo B non è facile: devi vincere cinque partite di fila senza fare errori, non come qui che può bastarne una. Io ripartirei con l’umiltà di chi deve risalire, da Hofer che alla prima esperienza ha fatto un buon mondiale… Anche se comunque colmare l’assenza di certe figure è davvero difficile: l’assenza dei vari Cirone, Chitarroni si farà sentire, tanto quanto abbiamo patito l’addio di giocatori come Busillo e Muzzatti, gente che nello spogliatoio si faceva sentire sempre e faceva la differenza. Basta guardare poi cosa è successo stasera: abbiamo pagato tantissimo l’assenza di Michele (Strazzabosco), un giocatore fondamentale per noi.

HT: Pensi che qualche giocatore non convocato o lasciato fuori dal giro della nazionale avrebbe potuto dare quel qualcosa in più alla squadra da permetterle di salvarsi?
NF: Questa squadra non è mai stata basata su chi in Italia segna 30, 35 o 40 gol, ma si è sempre basata sui giocatori che meglio rispondevano ai criteri di gioco di Goulet. Penso che anche qui i giocatori siano stati scelti secondo questo criterio. Non penso comunque che quelli che sono rimasti in Italia avrebbero fatto la differenza: sicuramente c’è qualcuno che qui potrebbe giocare tranquillamente, anche se non sto qui a fare nomi. Comunque, ripeto, questa squadra non è mai stata basata sul talento, perchè qui è un altro hockey, tutto un altro mondo, quasi un altro sport rispetto all’Italia e non c’è paragone, quindi il talento secondo i nostri criteri qui serve a poco.

Si ringraziano Nicola Fontanive e la nazionale italiana per la disponibilità.

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