di Alessandro R.
Repubblica Ceca – Italia 7 – 2 ( 2 – 2 , 4 – 0 , 1 – 0 )
Erat, L. Ansoldi (I), Fontanive (I), Vrbata, Zidlicky, Vrbata, Elias, Kuba, Hlinka
QUEBEC CITY – Come trovare gli stimoli necessari ed affrontare una delle squadre più forti del mondo limitando i danni? Forse eliminando gran parte della pressione che in questi giorni ha gravato sugli azzurri, pesante come un macigno. Ed effettivamente, almeno finchè il fisico ha tenuto i risultati si sono visti: oggi gli azzurri sono stati in partita quantomeno.
Ma andiamo con ordine, ripartendo dal fatto che la partita rappresentava, per entrambe le squadre, poco più che un allenamento, una tappa preparatoria intermedia tra prima e seconda fase: se gli azzurri dopo la sconfitta contro la Danimarca sono già condannati allo spareggio (augurandosi di incontrare la Francia e non la Bielorussia), i cechi di coach Hadamczik, grazie alla vittoria sempre sui danesi ed al punto rimediato dalla sconfitta all’overtime contro la Russia, hanno messo al sicuro il secondo posto del girone.
Nel secondo tempo è tutto più difficile, fin da subito: i cechi scendono sul ghiaccio ben più motivati e con dalla loro un power-play ereditato dalla prima frazione (fuori Trevisani per carica scorretta) vanno subito a segno con Zidlicky al 21.39. Dopo alcune prodezze di Hell, l’Italia torna a farsi vedere dalle parti di un inattivo Pinc, ma la mischia furibonda che si scatena al 6.34 non porta al gol nonostante i diversi tentativi. Terzo legno per i cechi al 29.05 ed a colpirlo è la stella Elias. L’appuntamento con il gol per i cechi è solo rimandato, perchè al 30.42 ancora Vrbata, ben imbeccato da Fleishmann, porta a 4 le reti dei suoi, dopo essere stato “dimenticato” dai difensori azzurri. La stanchezza comincia a farsi sentire ed i giocatori italiani sono costretti a spendere sempre più falli per tenere il passo dei fortissimi avversari: è così per esempio al 35.12, quando Iannone si accomoda in panca puniti e lascia via libera alle scorribande dei fenomeni cechi. Una di queste esalta le doti di Hell, costretto a deviare una bordata da fuori di Zidlicky al 15.30. Altra penalità ed altre difficoltà per gli azzurri: con fuori Strazzabosco questa volta però i cechi passano. La triangolazione tra Kaberle ed Elias è velocissima, efficacissima ed inarrestabile: con Hell seduto è un gioco da ragazzi per il forte giocatore di Ney Jersey Devils mettere a referto la quinta rete. A meno di un minuto dalla fine, la gloria del gol spetta anche a Kuba, che approfitta dello scontro tra Hofer ed Hell per trafiggere quest’ultimo. Dai risvolti altrettanto “comici” anche il sesto ed ultimo gol: Ansoldi si scontra con un compagno, perde il casco ed è costretto a fare il cambio. Dal buco che si crea ne approfitta la Rep.Ceca che va a segno al 41.53 grazie alla reta di Kuba. Di qui in avanti, la partita comincia a spegnersi: fioccano le occasioni da ambo le parti (tra queste da segnalare nel finale -all’inizio dell’ultimo minuto- un uno contro zero di Scandella fermato dal portiere Pinc), ma è ben chiaro che entrambe le squadre tirino a risparmiare il più possibile energie in ottica terza fase dei playoff.
Dove era la determinazione vista per almeno un tempo stasera, quando serviva? Speriamo che questa partita rappresenti quantomeno un’iniezione di fiducia, perchè l’Italia ha tante carenze, tante debolezze e mancanze, ma se gioca al massimo delle sue possibilità la salvezza non è un sogno così irrealizzabile.