Intervista a Daniele Arghittu la voce della Valpe

Intervista a Daniele Arghittu la voce della Valpe

Hockeytime: Ciao Daniele, tu sei sicuramente la “voce” torrese per eccellenza, autore anche di un libro sul fenomeno Valpe, quindi chiediamo a te di farci una tua analisi sul campionato della Valpe che ancora una volta si è trovata prima all “ultimo chilometro” per poi farsi beffare nel finale.

Daniele Arghittu: È stato un campionato molto difficile sin dall’inizio, perché la Valpe – per la prima volta in settant’anni di storia – si presentava da favorita per la vittoria finale. Il roster era forte e completo e, durante la regular season, il team si è comportato benissimo, giungendo ad avere otto punti di vantaggio sulla seconda. La sfortuna ha voluto che il momento di calo sia coinciso con il dimezzamento dei punti (regola discutibile): le prime sconfitte hanno tolto sicurezza. Poi c’è stata la sfida infinita all’All Stars Piemonte in semifinale: un derby molto sentito dalla tifoseria che ha assorbito molte energie, perché il tipo di gioco difensivo dei torinesi ha sempre infastidito i ragazzi di Da Rin. Vinta in rimonta la serie, la Valpe si è presentata con le pile scariche alla finale col Caldaro, che invece – dopo una regular season mediocre – è giunto al momento cruciale del torneo al top della forma.

HT: Cosa è mancato secondo te alla Valpe , per vincere questo campionato, in cosa pensi siate mancati?

DA: Di sicuro sono mancati due o tre giocatori che, sulla carta, avrebbero potuto rendere di più. Ad esempio, se scorri la classifica marcatori, noti che la Valpe non aveva un vero e proprio “sniper”. Il secondo capocannoniere, dopo l’ottimo Donati, è stato un difensore: Sirén. Non va dimenticato, poi, l’infortunio ad Harikkala: sulla carta l’uomo di maggior blasone, reduce da un terzo posto in SM-Liga. Nei play off sarebbe stato decisivo.

HT:Quali pensi sia il futuro della Valpe, pensi che proseguiranno gli sforzi al fine di conquistare la tanto agognata e sognata promozione in A1? Come pensi si muoverà la dirigenza per la stagione 2008/2009

DA:Prima di tutto, una certezza: la società vuole giungere in Serie A1. Il progetto è quello, non se ne fa mistero: lo merita la piazza, il pubblico, la società stessa. Il punto è: quando? E a quali condizioni? Se la Valpe avesse vinto la A2, avrebbe colto al volo l’opportunità della promozione. Da secondi classificati, in caso in rinuncia del Caldaro, salire di serie è invece molto meno intrigante. Si vorrebbe una promozione conquistata in pista. E si vorrebbe festeggiare una vittoria. Se la A2 resterà un campionato competitivo, penso proprio che la Valpe si iscriverà di nuovo a questa categoria. Il “balzo” in A1 sarà compiuto nel 2008/09 solo in caso di condizioni molto particolari e favorevoli.

HT:Da sempre avete un tifo molto passionale, tu che vivi dall’interno questo “cuore Valpe” come sta vivendo momento, dopo due finali perse affiora un pò di rassegnazione oppure è una motivazione in più per metterci ancora più passione ed entusiasmo per il prossimo anno?

DA:Bisogna tenere in considerazione che la Valpe ha una storia speciale, piena di passione nonostante le poche vittorie e le tante tragedie. Magari qualche tifoso “recente” può sentirsi deluso, ma chi segue la Valpe da tempo non può certo definirsi tale. Sento in giro parecchia gente che non vede l’ora di abbonarsi per la nuova stagione, che sia A1 o A2 poco importa. Non c’è dubbio: il pubblico non mancherà e l’entusiasmo neppure.

HT:Molto spesso si dibatte se il livello tecnico della massima serie sia cambiato negli ultimi anni, chiediamo a te la medesima analisi sulla seconda serie, pensi che con pari numero di transfer card le formazioni di A2 potrebbero competere nel campionato maggiore?

DA:Conosco troppo poco la massima serie per poter dare un giudizio obiettivo. Credo comunque che tra i cadetti ci siano ottimi giocatori e che non tutte le squadre di A1 siano “irraggiungibili”. Di sicuro il divario è importante, soprattutto dal punto di vista della mentalità. Ma il caso del Pontebba insegna che si può far parte in modo dignitoso dell’élite dell’hockey italiano provenendo dalla A2. L’importante, però, è che non si riduca ulteriormente il numero di stranieri, altrimenti diventerebbero davvero due mondi a sé.

HT:Hai visto giocatori in A che potrebbero fare il salto di qualità e trovare spazio in qualche formazione di serie A1?

DA:Nella Valpe? Giocatori come Grossi, Donati, Fabrizio Senoner la A l’hanno già frequentata e sarebbero utili. Tra gli stranieri ha sorpreso positivamente Ismo Sirén, un difensore molto tecnico che a mio avviso sarebbe appetibile. Nelle altre squadre, gli stranieri dell’Egna sono stati straordinari per tutta la regular season, salvo sparire nei play off. Se dovessi scommettere su qualche giovanissimo, punterei su Andreas Bernard e Stimpfl (Egna), Röggl (Appiano), Oberdorfer (Merano), Traversa (All Stars Piemonte), Gander e Wieser (Vipiteno): almeno uno di loro sfonderà. Infine, mi piacerebbe vedere all’opera in A1 Belcastro del Caldaro.

HT:Hai trovato il tempo di seguire anche la serie A? Sei rimasto sorpreso della vittoria del Bolzano ?

DA:Seguendo la Valpe in casa e in tutte le trasferte ho potuto assistere a poche partite di A1. Tuttavia, fin dall’inizio, il Bolzano sembrava la più forte del lotto. Liberatasi da certi condizionamenti, ha spiccato il volo. Chi mi ha più emozionato, comunque, è stato il Renon del mio amico Enrico Dorigatti.

HT:Mi è capitato a volte di paragonare la tua Valpe al Renon, due piccole realtà ma che hanno costruito società sportive ben strutturate e con buoni progetti che riescono a fare tutto bene ma per ora, non riescono mai completare fino in fondo l’impresa, hai trovato anche tu delle analogie, o trovi che le due realtà siano differenti

DA:Come dicevo il Renon mi ha emozionato ed è una realtà cui si possa fare riferimento – anche a Torre Pellice – per una crescita futura. Certo, le condizioni di partenza sono diverse: un club, in Alto Adige, ha indubbiamente – per cultura e “geografia” – maggiori possibilità di affermazione rispetto a uno piemontese. Per quanto riguarda la difficoltà a cogliere il successo finale, beh, direi che a Collalbo possono egualmente essere soddisfatti per quanto compiuto durante la stagione, mentre a Torre Pellice c’è un pizzico di rammarico in più per l’occasione perduta.

HT:Per concludere sono iniziati i Mondiali, credi che l’Italia possa farcela ad ottenere un’altra “miracolosa” salvezza? Ed infine facci un pronostico su chi pensi possa vincere la rassegna iridata

DA:L’Italia è sempre chiamata al miracolo e – negli ultimi anni – ne ha compiuti parecchi. Proviamo a farne uno in più? Le cose non si sono messe benissimo, ma questo è proprio il contesto ideale per l’impresa. Chi vincerà? Per indole sono ammirato dal gioco della Russia.

Si ringrazia Daniele Arghittu per la cortese disponibilità

Ultime notizie
error: Content is protected !!