Intervista a Fabio Polloni

Intervista a Fabio Polloni

di Thomas Laconi:

Polloni: “Buon inizio, guai però adagiarsi sugli allori. La strada è ancora lunga”.

Due partite e altrettanti successi, contro Giappone e Corea, miglior attacco (nove gol all’attivo) e miglior difesa del torneo, senza dimenticare la vetta solitaria in graduatoria. Questi i marchi di fabbrica dell’Italia ai Campionati Mondiali under 20 Division II di hockey su ghiaccio, con il ghiaccio del “Gianmario Scola”teatro di un inizio confortante da parte degli azzurrini. Oggi per tutte le sei squadre della rassegna arriva la prima giornata di riposo (la seconda è prevista venerdì prossimo) e allora, è già tempo di primi bilanci, sommari ma comunque indicativi. Fabio Polloni, head coach dell’Italia, sorride e non si può certo biasimarlo: la sua Italia viaggia con il vento in poppa e dopo due giornate iridate, guida senza patemi d’animo la testa di questo Mondiale.

Primo giorno di pausa in Val di Fassa, e subito testa della classifica. Chi ben comincia è a metà dell’opera.

“Le cose stanno andando per il verso giusto. L’inizio era difficile ma abbiamo saputo interpretare bene la situazione. Siamo i padroni di casa e la squadra favorita e la tensione non manca di certo. L’importante però era vincere e partire subito forte”.

L’inizio contro il Giappone è stato certo confortante. Si aspettava una vittoria così schiacciante?

“Abbiamo giocato una buona partita, contro una delle favorite alla vittoria finale. Nel primo tempo siamo stati quasi perfetti ma nel periodo centrale, abbiamo subito troppo minuti di penalità. Questo ci ha portato sei volte a giocare in inferiorità numerica, con la logica conseguenza di un calo d’intensità da parte della squadra. I due punti sono arrivati, quello era l’importante”.

Paradossalmente contro la Corea invece, è arrivata una vittoria un po’ più sofferta.

“Non ci sono squadre da sottovalutare in questa rassegna. Sulla carta il Giappone è il team più temibile, ma anche la Corea non va sottovalutata. Loro hanno giocato con grinta e intensità, quella che a noi, parlo del secondo aspetto, è venuta un po’ meno per alcuni tratti di gara. La stanchezza, dopo la vittoria con il Giappone, si è fatta sentire. Il successo però è arrivato e non posso che essere contento dei miei ragazzi”.

Due giorni di Campionati Mondiali già in archivio. Che bilancio parziale si può fare per l’Italia?

“Positivo, insieme al Giappone abbiamo dimostrato di avere qualcosa in più delle altre squadre. Il potenziale per quanto riguarda l’Italia non manca di certo e ne sono pienamente conscio. I ragazzi rispondono bene al lavoro ma non possiamo certo permetterci cali di tensione. Il Mondiale va giocato fino in fondo”.

L’esperimento con le sfide incrociate contro i team della serie A2, sembra avere portato i suoi frutti.

“Certamente. E’ mancata solo la vittoria, purtroppo, ma ho avuto la possibilità di giostrare tanti giocatori, quasi quaranta, creando la base per questa rassegna. Ho avuto la possibilità di oliare bene meccanismi e sistemi di gioco, l’esperienza è andata benissimo. Speriamo possa essere ripetuta anche in futuro, sulla falsa riga di quello che succede da sempre fuori dai nostro confini. I giovani devono crescere, queste opportunità di misurarsi contro compagini più esperte, vanno sfruttate fino in fondo”.

Nazionale under 20 significa, futuro dell’hockey italiano. Quali sono le prospettive per gli azzurrini?

“Il talento e le potenzialità non mancano sicuramente. Per molti, ma parlo dei giovani in generale, l’esperienza all’estero è importantissima e ti permette di crescere, sia tecnicamente che a livello di personalità. Chi gioca nei nostri campionati, ha bisogno di giocare con continuità. E’ importante che i giovani prospetti siano responsabilizzati a dovere, ne va del loro futuro. Senza questi presupposti ci sono, allora potremo lavorare bene”.

Domani si torna sul ghiaccio per l’impegno serale contro l’Islanda. Cosa si aspetta dai suoi ragazzi nelle ultime tre gare dei Mondiali?

“Abbiamo la chance concreta di strappare la qualificazione, sappiamo che l’obiettivo non è lontano. Fondamentale sarà tenere alta la tensione e la voglia di sacrificarsi. Questo è un gruppo compatto e che ha voglia di fare bene. Se riusciremo ad interpretare bene le situazioni, non ci saranno problemi.”

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