Stars Night ’07. Vostrikov: «un’emozione tornare»

Stars Night ’07. Vostrikov: «un’emozione tornare»

Intervista con il fuoriclasse sempre verde Sergei Vostrikov!

Di Franca P.

Pensavo che non avrei mai più rivisto in vita mia uno dei giocatori che più mi avevano colpito quando ero piccola, invece l’all star hockey night ha avverato uno dei miei sogni: intervistare il fuoriclasse venuto dal freddo Sergei Vostrikov!

HT: Ciao Sergei, gli anni passano per tutti, le persone invecchiano, ma non tu Sergei, osservandoti mi è sembrato di rivivere una delle tue tante memorabili gare in cui la gente rimaneva pietrificata a guardarti…

SV: Sono troppo emozionato, davvero è sembrato anche a me di ritornare nel passato, sai, rivedere molti miei ex compagni che non sentivo e vedevo da tanto è stato come riappropriarsi di una piccola parte di vita che sembrava ormai tanto lontana, ma solo dagli occhi, perché Bolzano mi è sempre stata nel cuore e sempre lo sarà. E’ stata una gara eccezionale, eravamo tutti un po’ arrugginiti, ma nel complesso abbiamo dato spettacolo, ci siamo divertiti tanto, fare goal e assist è sempre una gioia incredibile, soprattutto qui, dove tutto diventa più significativo…

HT: Qual è il tuo stato d’animo attuale? Guardandoti negli occhi è facile immaginarlo…

SV: E’ stata una serata fantastica, quando ho messo i pattini sul ghiaccio e ho visto quello spettacolo nelle tribune mi sono venuti i brividi, mi mancava davvero molto l’atmosfera che ho sempre respirato qui a Bolzano, la magia di questa squadra e che solo questi colori e tifosi sanno trasmettere. Bisognerebbe ripetere manifestazioni simili magari non ogni anno, ma ogni 5 – 6 anni, giusto per tenere un po’ vivo il ricordo dei vecchi tempi. Sono passati tanti anni dall’ultima mia partita in questo palazzetto, ma, per me è come se non fosse passato nemmeno un giorno… qui ho trascorso i migliori anni della mia vita sportiva, io mi sento un cittadino bolzanino a tutti gli effetti oramai!

HT: Nella tua carriera sportiva hai realizzato circa 1248 punti in 1136 gare disputate, con la maglia del Bolzano hai vinto 4 scudetti, 1 alpenliga, 1 torneo sei nazioni e un titolo di capocannoniere del campionato… ma Sergei Vostrikov si nasce o si diventa?

SV: Bella domanda, io da piccolo non pensavo che avrei potuto fare cosi tanto bene in questo sport, non ero fortissimo, man mano che sono cresciuto la mia forza e potenza è aumentata, cosi sono diventato il cecchino che tutti conoscono…ma più che altro io mi divertivo a far segnare gli altri, come Igor ad esempio…

HT: Un tuo ex compagno di squadra mi ha raccontato che tu eri uno di quei giocatori che non falliva mai una chiara occasione da goal…

SV: La Russia è sempre stata una delle “fabbriche” che sfornava giocatori pieni di talento, poi stava a loro impegnarsi e cercare di distinguersi dal resto del gruppo per poter sfondare anche altrove e crearsi un’importante carriera. Io ho avuto la fortuna di riuscire a realizzare tutto ciò, sia quando ho giocato in Italia sia quando me ne sono andato in Germania, insieme al mio amico Igor Maslennikov. Quando ero in campo cercavo sempre di non sbagliare mai quelle opportunità da goal che mi si presentavano, perché potevano non presentarsi più, quindi bisognava sfruttare a pieno il proprio momento d’oro.

HT: A proposito, il tuo nome è indissolubilmente legato a quello del tuo eterno compagno di linea Igor, ma com’è nata la vostra intesa?

SV: Sin da quando giocavamo in Russia giocavamo nella stessa linea, poi quando siamo venuti qua a Bolzano e poi in Germania abbiamo continuato a stare sempre insieme, perché ci completavamo a vicenda, semplice! Quando mancava o io o lui, l’altro faticava a giocare bene o ad essere decisivo come sempre, eravamo inseparabili…

HT: Domanda di rito: ti vedremo mai seduto dietro un pancone mentre dai istruzioni ad un giocatore bianco rosso?

SV: (Sorriso ironico)… mai dire mai nella vita, io sono rimasto in contatto con molte persone in questa squadra, nel futuro decideremo e vedremo se esistono i presupposti per realizzare questo sogno, perché tornare qui sarebbe questo, un sogno!

HT: Questa società negli ultimi anni ha attraversato dei momenti molto difficili, sia in termini di risultati che in termini di gioco, poi lo spogliatoio bianco rosso è stato descritto da molti come un autentico “zoo”, in cui i bollenti spiriti dei singoli escono sempre allo scoperto e tutto diventa più difficile…tu come lo ricordi invece?

SV: Io e i miei compagni eravamo prima che una squadra, un gruppo, eravamo compatti, ognuno di noi giocava per l’altro, si vinceva e si perdeva tutti assieme com’è giusto che sia, perché un singolo può mettere le fondamenta per una vittoria, ma poi bisogna che il gruppo sappia coprire tutto ciò che è rimasto scoperto attorno. Le grandi vittorie si ottengono con grandi sacrifici, con le persone che mettono al primo posto il bene della squadra e non quello personale come a volte accade e non solo qui da voi. Io ho disputato sette stagioni in Italia, ho vinto molto, ma avrei potuto vincere di più, peccato che verso la fine degli anni 90’, il campionato italiano sia crollato in piena crisi e io sono dovuto andarmene, ma non l’ho fatto certo perché non amavo più squadra, anzi…

HT: Negli anni 90 ricordo che i palazzetti erano sempre esauriti o quasi in tutti gli ordini di posti a sedere, mentre di questi tempi a fatica si superano le mille unità in alcuni stadi del ghiaccio…quali credi possano essere le motivazioni di tale “abbandono” da parte dei tifosi?

SV: Difficile dirlo, perché io in questi ultimi anni ho un po’ seguito l’hockey in Italia e devo dire che non sono riuscito a capire esattamente che sta succedendo. Ricordo che ai miei tempi vi erano decine di giocatori molto talentuosi, si riusciva a segnare moltissimo, l’hockey era più spettacolare, in un certo senso era diverso rispetto a adesso. Probabilmente i tifosi sono rimasti delusi dal fatto che l’intero movimento ha attraversato una crisi incredibile, in cui sono sparite alcune realtà come Varese, Gardena gioca nelle serie minori, Fiemme io non l’ho più sentita, ecc…il campionato ha perso d’interesse, girano molti soldi e non tutte le compagini possono permettersi di acquistare grandi giocatori, cosi, lo scudetto diventa una questione fra 2 – 3 team. Però quando stasera ho visto tutti quegli ultras in curva, ho capito che alcuni ci tengono ancora a questo sport e a questa squadra…meno male direi!

HT: Non mi rimane che ringraziarti per la disponibilità, è stato davvero un onore per me, spero inoltre che questo sia solo un arrivederci a presto…ti aspettiamo a braccia aperte Sergei!

SV: Grazie a voi, ai tifosi del Bolzano che saluto di cuore e a questa città, splendida come sempre!

Si ringrazia Sergei Vostrikov per la disponibilità e cordialità concessa.

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