Karpat campione: la dynasty degli ermellini continua

Karpat campione: la dynasty degli ermellini continua

di Davide:

é stata la finale che tutti gli appassionati di hockey volevano, quella tra Karpat Oulu e Jokerit Helsinki, ed é finita con un trionfo degli uomini di Jalonen che si confermano la squadra piú vincente degli anni 2000 – tre titoli e un bronzo negli ultimi quattro anni, senza dimenticare i due secondi posti al Super Six – con una sola serie di playoffs persa in 4 anni (la scorsa stagione con l´Assat), un percorso netto in questa postseason, 10 partite e 10 vittorie, impresa riuscita solo altre 4 volte nella storia della SM-Liiga (TPS 1976, Tappara 1977, Jokerit 1997 e HIFK 1998), insomma un trionfo che ha molti protagonisti, a cominciare dal coach Kari Jalonen, padrino del gioco peculiare del Karpat, veloce e aggressivo, che viene insegnato fin dalle squadre di bambini. Ed é anche per questo che i gialloneri possono ogni anno presentare una squadra super competitiva nonstante il puntuale saccheggio a fine anno dei clubs NHL: allínizio della stagione il Karpat presentava ben 7 titolari in meno, di cui 5 migrati in NHL.
Tanti protagonisti dicevamo, ma dobbiamo citare su tutti il capitano Jari Viuhkola, un pattinatore eccellente che dunque incarna al meglio il gioco della sua squadra, che ha deciso di rimanere ancora un anno a Oulu, rinunciando ancora una volta alle sirene nordamericane. Senza dimenticare il difensore Ilkka Mikkola, soprannominato "Re Mida" perché dove va a giocare vince, 7 titoli in 9 stagioni a soli 28 anni di etá con tre clubs: Karpat,Jokerit e TPS, e due storie particolari. La prima é quella del goalie Tuomas Tarkki, uno sconosciuto all´inizio della stagione in Finlandia, paese che aveva lasciato senza mai giocare in SM Liiga per farsi le ossa nei college americani, preso dal Karpat dopo una buona stagione in AHL, chiamato a sostituire un mito come Backstrom e oggi il miglior goalie del campionato. La seconda é quella di Hannes Hyvönen, attaccante 33enne, nato a Oulu, con una carriera spesa in tutti i top club finlandesi, in Svezia, Svizzera e NHL senza mai vincere un titolo e tornato praticamente a fine carriera nella sua cittá in tempo per vincere il suo primo campionato. La carrellata non puó che concludersi con Janne Pesonen, eletto MVP dei playoffs dopo aver risolto con le sue reti gara uno e due di finale.
Una finale che non ha avuto storia, come si diceva, con lo Jokeirt che é parso in partita solo in gara uno, persa a Oulu per 3-2, ma che ha ceduto la fondamentale gara 2 (in una serie corta) casalinga per 4-2, con l´ unico centro, per altro molto bello, del top scorer del campionato Jani Rita e parate stellari di Tarkki, per poi alzare la bandiera bianca definitiva ancora nella ribollente Raksila Arena, dove gli ermellini si impongono senza discussione per 5-2 con le ultime reti in empty net del canadese Ross Lupaschuk, un´altra scoperta della dirigenza giallonera, sempre ottima nel scegliere gli stranieri che piú si adattano al gioco della squadra,senza mai inseguire il grande nome.
Mentre gli avversari festeggiano, lo Jokerit si lecca le ferite ma puó consolarsi con una stagione eccellente dopo il disastro dell´anno passato e con un pacchetto di giocatori (Rita e Varis su tutti, se rimarranno e non cederanno alle sirene svedesi) che garantisce un luminoso futuro. Il coach canadade Doug Shedden ha dato una precisa fisionomia di gioco ai giullari, aggressivitá e grande lavoro fisico, decisiva nella semifinale contro i campioni uscenti dell´HPK, il capolavoro tattico di Shedden.
Due parole anche sull´HPK, di nuovo terzo, 7mo bronzo in 9 stagioni, vinto dopo la finale di consolazione contro i Blues. Agli uomini di Jukka Jalonen, che lascia il club dopo 6 anni, sono mancati gli uomini decisivi nella semifinale con lo Jokerit e soprattutto i nervi, saltati in gara due persa 1-2 all´overtime con molti rimpianti e critiche agli arbitri per aver permesso agli avversari un gioco giudicato eccessivamente duro.
E cosí cala il sipario su una stagione lunga ma emozionante, con un preoccupante calo di spettatori ma con momenti di grande hockey.

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