é stata la finale che tutti gli appassionati di hockey volevano, quella tra Karpat Oulu e Jokerit Helsinki, ed é finita con un trionfo degli uomini di Jalonen che si confermano la squadra piú vincente degli anni 2000 – tre titoli e un bronzo negli ultimi quattro anni, senza dimenticare i due secondi posti al Super Six – con una sola serie di playoffs persa in 4 anni (la scorsa stagione con l´Assat), un percorso netto in questa postseason, 10 partite e 10 vittorie, impresa riuscita solo altre 4 volte nella storia della SM-Liiga (TPS 1976, Tappara 1977, Jokerit 1997 e HIFK 1998), insomma un trionfo che ha molti protagonisti, a cominciare dal coach Kari Jalonen, padrino del gioco peculiare del Karpat, veloce e aggressivo, che viene insegnato fin dalle squadre di bambini. Ed é anche per questo che i gialloneri possono ogni anno presentare una squadra super competitiva nonstante il puntuale saccheggio a fine anno dei clubs NHL: allínizio della stagione il Karpat presentava ben 7 titolari in meno, di cui 5 migrati in NHL.
Una finale che non ha avuto storia, come si diceva, con lo Jokeirt che é parso in partita solo in gara uno, persa a Oulu per 3-2, ma che ha ceduto la fondamentale gara 2 (in una serie corta) casalinga per 4-2, con l´ unico centro, per altro molto bello, del top scorer del campionato Jani Rita e parate stellari di Tarkki, per poi alzare la bandiera bianca definitiva ancora nella ribollente Raksila Arena, dove gli ermellini si impongono senza discussione per 5-2 con le ultime reti in empty net del canadese Ross Lupaschuk, un´altra scoperta della dirigenza giallonera, sempre ottima nel scegliere gli stranieri che piú si adattano al gioco della squadra,senza mai inseguire il grande nome.
Mentre gli avversari festeggiano, lo Jokerit si lecca le ferite ma puó consolarsi con una stagione eccellente dopo il disastro dell´anno passato e con un pacchetto di giocatori (Rita e Varis su tutti, se rimarranno e non cederanno alle sirene svedesi) che garantisce un luminoso futuro. Il coach canadade Doug Shedden ha dato una precisa fisionomia di gioco ai giullari, aggressivitá e grande lavoro fisico, decisiva nella semifinale contro i campioni uscenti dell´HPK, il capolavoro tattico di Shedden.
Due parole anche sull´HPK, di nuovo terzo, 7mo bronzo in 9 stagioni, vinto dopo la finale di consolazione contro i Blues. Agli uomini di Jukka Jalonen, che lascia il club dopo 6 anni, sono mancati gli uomini decisivi nella semifinale con lo Jokerit e soprattutto i nervi, saltati in gara due persa 1-2 all´overtime con molti rimpianti e critiche agli arbitri per aver permesso agli avversari un gioco giudicato eccessivamente duro.
E cosí cala il sipario su una stagione lunga ma emozionante, con un preoccupante calo di spettatori ma con momenti di grande hockey.