Profumo di NHL

Profumo di NHL

Di Emanuele Badessi

Entrare in una arena NHL per un appassionato di Hockey su Ghiaccio italiano è un po’ come per un fan di Elvis entrare a Graceland se poi nello stesso giorno si riesce anche a visitare la “ casa” dei propri idoli l’apoteosi è completa, ma andiamo con ordine.
Come recita il motto dell’arena il Madison Square Garden ,la casa dei New York Rangers, è la “Most famous Arena in the world” e per un loro Fan entrarci e vedere appesi al soffitto, i numeri dei giocatori che hanno fatto la storia delle Blueshirts (il #7 di Gilbert, il #1 Di Eddie Giacomin, il #35 di Richter e il #11 di Messier) e che sono stati ritirati per tributare il giusto omaggio a quanto dato dai giocatori alla squadra è un’emozione difficilmente spiegabile. Scendendo negli spogliatoi poi e percorrendo il corridoio con cui i Rangers raggiungono la pista si passa tra le foto della storia delle Blueshirts come quella in cui Mark Messier alza al cielo l’ultima Stanley Cup conquistata dalla franchigia di New York nel ’94 o quella del giro di pista di Wayne Gretzky dopo la sua ultima partita in NHL in cui The Great One saluta e ringrazia i suoi tifosi o ancora quelle delle vari rooster che si sono succeduti durante gli 80 anni della storia della franchigia.
Se entrare nella casa dei propri idoli è una emozione forte, assistere dal vivo ad un loro match, tanto più se il match in questione è il derby contro i cugini di Long Island è un’esperienza bellissima e quello che rimane, risultato a parte, è la sensazione di assistere, più che a una partita, ad uno spettacolo nel vero e proprio senso del termine:si inizia con lo speaker che invita tutti i tifosi ad alzarsi in piedi e a togliersi il cappello per ascoltare l’inno nazionale americano, si prosegue con la partita giocata ad una velocità supersonica rispetto a quella a cui siamo abituati alle latitudini italiche e con contatti che farebbe impallidire il più duro dei nostri difensori (ma con un tifo nettamente più “soft” rispetto agli incitamenti delle tifoserie nostrane).Un discorso a parte meritano le “intermission” durante le quali pattinatrici vestite con vestiti natalizi fanno da passeggere su una delle due rolba e “sparano” delle magliette della squadra di casa tra il pubblico, mentre sulla seconda un bambino sorteggiato tra i fan saluta sorridendo i tifosi mentre altre cheerleader mischiate tra il pubblico, propongono dei quiz sulla squadra del cuore mettendo in palio dei gadget.
La cosa comunque più bella di tutte è lo spirito con il quale si riesce a guardare una partita molto sentita come il derby e cioè spalla a spalla con tifosi avversari (provate a immaginarvi la stessa situazione in qualche altro sport e le conseguenze).
Sperando di aver portato un po’ di profumo del ghiaccio NHL fin qui non rimane altro da dire se non “LET’S GO RANGERS!”

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