Hockeytime intervista John Tucker

Hockeytime intervista John Tucker

di Andrea V.

Abbiamo incontrato ad Asiago JOHN TUCKER una delle “stelle” della NHL che abbiamo potuto ammirare nel campionato italiano negli anni 90, per una stagione ad Asiago (1991-92) e una stagione a Milano (1996-97), cosi gli abbiamo rivolto qualche domanda.

HT:Ciao John che piacere rivederti in Italia
JT: E’ un piacere per me ritornare in Italia, appena mi è possibile ci ritorno sempre, mi piace venire ad Asiago; è un bellissimo posto mi sono sempre trovato bene e ho mantenuto parecchi contatti e sono diventato amico di un pò di persone.

HT: Dove vivi ora? Di cosa ti occupi?
JT : Vivo in Florida nei pressi di Tampa Bay con mia moglie e i miei 2 figli; attualmente lavoro nell’organizzazione dei Tampa Bay Lightning e mi occupo della formazione degli over 35 (diciamo vecchie glorie..sorridendo)

HT: Che ricordi hai della tua esperienza italiana?
JT : Assolutamente fantastici. Qui ad Asiago eravamo un bel gruppo con molti buoni giocatori e con alcuni dei quali sono ancora in contatto tra cui Brunetta, Micheletti , Farelli e il grande Mario Simioni, dei compagni di squadra a Milano non ho tenuto i contatti con nessuno ma avevo legato parecchio con Pellegrino (mi raccomando se lo sentite salutatemelo), peccato non aver potuto continuare a giocare a Milano, ma ebbi dei problemi con la dirigenza di allora (quella dell’allora Milano 24 n.d.r.)

HT: I tifosi di Milano hanno impresso nella memoria un tuo “fight” con Lucio Topatigh, lo ricordi anche tu?
JT: Certo, lo ricordo ancora; non mi accorsi dell’arrivo del Topa e fui colto di sorpresa, ma quando riusci a liberarmi, diventai una tigre..e mi presi la mia rivincita (sorridendo)..ma tutto ebbe fine li.. come sempre, anzi sono diventato amico di Lucio e lo incontro spesso durante le mie vacanze sull’altopiano.
Adoro questo posto è davvero stupendo; anche mia moglie è rimasta innamorata di queste montagne. Pensa che anche quando giocavo a Milano, durante il giorno di riposo, mia moglie mi chiedeva di portarla in macchina qui ad Asiago

HT: Parlaci invece della tua esperienza nel campionato giapponese.
JT : Devo dire la verità è stata un’esperienza umana fantastica e devo dirti la verità anche dal punto di vista professionale, perchè anche tra i top team del campionato giapponese c’erano delle partite di buon livello, magari non allo stesso livello del campionato italiano, ma credetemi erano meglio di quanto immaginavo all’inizio.

HT: Raccontaci invece dell’apice della tua carriera: gli anni trascorsi nella NHL.
JT: Come potrete immaginare sono stati anni fantastici nel miglior campionato del mondo, quanti bei ricordi, quante partite giocate al fianco oppure contro i migliori giocatori di ogni epoca, non ci sono parole per descrivere un’esperienza del genere talmente è stata fantastica.

HT: Ricordi qualche giocatore che ha giocato con te e che poi ha militato in Italia?
JT: Si certamente a Tampa Bay ho militato con Rob Zamuner e Rob DiMaio che hanno militato recentemente nel campionato italiano, grandi persone e ottimi giocatori e ho giocato anche con il difensore dei Vipers Chris Joseph, mentre del periodo in cui ho giocato a Buffalo ovviamente non potrei dimenticarmi di Gaetes Orlando un giocatore dotato di una grande intelligenza hockeystica, peccato per lui non aver avuto fortuna in Nord America, ma mi risulta che poi abbia avuto parecchio successo nel campionato italiano e svizzero, mentre tra gli avversari mi ricordo di Mark Napier che è diventato il presidente della Lega Americano delle “vecchie glorie”.

HT: John come pensi sia cambiato il gioco nella National Hockey League da quando hai smesso tu?
JT: E’ cambiato tantissimo, oramai conta moltissimo la velocità, a parte una buona tecnica che ci vuole sempre, è diventato fondamentale l’essere veloci, oramai le squadre puntano sempre più su attaccanti che abbiano una pattinata veloce, mentre si cercano sempre più difensori di un’ottima prestanza fisica, per occupare lo spazio, anche se con l’introduzione della “zero tollerance” (che a me piace veramente poco) non sempre è conveniente.

HT: Hai un’opinione sullo sciopero che ha provocato il fermo della stagione 2004-2005 nella NHL?
JT: Ovviamente i giocatori hanno cercato di ottenere ingaggi più alti e condizioni più favorevoli per sé, ma si sono scontrati con i proprietari delle franchigie che, oltre ad essere delle persone molto ricche, sono degli imprenditori, e un buon imprenditore non investe mai i suoi capitali in un’attività che non abbia un buon ritorno economico, detto ciò si è dovuto introdurre il salary cap, che a dire il vero non so quanto abbia funzionato dato che già per la prossima stagione il “monte ingaggi” di ogni franchigia aumenterà in maniera notevole.

HT: Grazie John per il tempo che ci hai dedicato e speriamo di incontrarci ancora.
JT: E’ stato un piacere anche per me ricordare i bei momenti della mia carriera con voi, salutatemi tutte le persone che ho avuto il piacere di conoscere.

HT: Allora ci rivedremo presto?
JT: Volentieri, ma difficilmente verrò a Milano, vi aspetto con piacere qui ad Asiago dove tornerò sicuramente anche il prossimo anno.

In chiusura Tucker afferma che il prossimo anno molto probabilmente tornerà in Italia con una Sua scuola di hockey. Maggiori dettagli verrano riportati in futuro.

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