La parola dunque passa a Kiki, da parte nostra un “grazie” per la collaborazione.
Ciao a tutti i lettori di hockeytime, con enorme piacere inizio la mia avventura di opinionista.
Faremo un cammino insieme per capire cosa significa giocare ad hockey in Italia.
Metterò a disposizione la mia esperienza per far comprendere, il meglio possibile, come è difficile prepararsi a livello agonistico per una stagione di hockey; come affrontarla e tutto quanto possa accadere in un anno di sport, raccontandovi episodi simpatici del nostro mondo hockeystico.
Per analizzare attentamente una preparazione fisica bisogna fare alcune distinzioni di vario tipo.
Per esempio quando un giocatore termina la stagione oppure se l’ha terminata in buone condizioni o ha subito un infortunio. Bisogna poi considerare il tipo di costituzione fisica del giocatore stesso ed infine correggere le eventuali lacune atletiche e tecniche che si sono evidenziate nel campionato appena finito.
Partiamo allora dall’ inizio cioè da quando termina il campionato.
Se pensiamo alla stagione che abbiamo vissuto, molto intenso con alcuni atleti che hanno dovuto affrontare diverse competizioni (campionato italiano – olimpiadi e mondiali) allora per loro è doveroso staccare la spina per un paio di settimane dall’hockey giocato e da tutto quello che riguarda il mondo del ghiaccio, così facendo si possono recuperare le forze fisiche e mentali.
E’ fondamentale dunque recuperare in primis la condizione psicologica ottimale che risulta essere – secondo la mia esperienza – fondamentale per il periodo di allenamento pre campionato, indispensabile per trovare gli stimoli giusti per cercare di migliorarsi lontano dall’ambiente in cui si trova durante l’anno sportivo.
Considerato questo se parti con la mente completamente libera e riposata, allora sei veramente pronto al 100% per affrontare tutti i carichi di lavoro che una preparazione di hockey richiede.
In seguito parleremo nello specifico di come viene programmata una preparazione atletica, dei vari carichi di lavoro, del lavoro aerobico ed anaerobico, della forza esplosiva (che per un hockeista è molto importante, in quanto nel nostro sport lo sforzo richiesto è molto breve ma intenso), di come è differenziata la preparazione tra un portiere e un giocatore di movimento.
Sicuramente sarà diversa la preparazione per un giocatore che ha subito un infortunio, bisognerà prima valutare l’entità ed il tipo di infortunio e di conseguenza programmare un piano di recupero insieme al medico, fisioterapista e preparatore atletico della società di appartenenza per ottenere una ribilitazione totale dell’atleta sotto il profilo fisico, mentale, e dell’arto interessato.
Sotto questo aspetto vi posso fare un esempio reale che riguarda il sottoscritto, infatti a causa del mio infortunio alla spalla sono mesi che seguo costantemente una tabella schematica preparata dal medico che mi ha operato e dal fisioterapista della squadra (quindi di ferie non se parla).
Questa tabella consiste in esercizi con elastici per ritornare alla mobilità originale della spalla e ad esercizi in palestra per potenziare tutta la muscolatura interessata. Finita la seduta si passa dal fisioterapista per una serie di esercizi focalizzati a stabilizzare l’arto.
Dopo la tabella per recuperare dall’infortunio bisogna considerare la condizione fisica, quindi è doveroso sottoporsi ad allenamenti aerobici per recuperare tutto il tempo perso per inattività e tornare a livelli agonistici alti. Di questa parte se ne occupa il preparatore atletico della squadra, con allenamenti mirati.
Questo è solo l’inizio del nostro cammino hockeystico, gli argomenti saranno tanti e cercherò di essere il più semplice possibile nel spiegare le cose.
La prossima volta entrerò nello specifico della preparazione atletica con tabelle preparate appositamente per giocatori di hockey.
Vi lascio dicendo che torno ad allenarmi perché ormai la prossima stagione è alle porte.
Un saluto Kiki Timpone